Frate, Maria Carmela (2017) L'ecosostenibilità come matrice del processo di progettazione: interventi di riqualificazione ambientale dell'edilizia residenziale pubblica. [Tesi di dottorato]

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Tipologia del documento: Tesi di dottorato
Lingua: Italiano
Titolo: L'ecosostenibilità come matrice del processo di progettazione: interventi di riqualificazione ambientale dell'edilizia residenziale pubblica
Autori:
AutoreEmail
Frate, Maria Carmelamariacarmela.frate@gmail.com
Data: 29 Marzo 2017
Numero di pagine: 430
Istituzione: Università degli Studi di Napoli Federico II
Dipartimento: Architettura
Scuola di dottorato: Architettura
Dottorato: Architettura
Ciclo di dottorato: 29
Coordinatore del Corso di dottorato:
nomeemail
Russo, Michelangelorussomic@unina.it
Tutor:
nomeemail
Piemontese, Antonietta[non definito]
Russo Ermolli, Sergio[non definito]
Data: 29 Marzo 2017
Numero di pagine: 430
Parole chiave: ecosostenubilità, riqualificazione ambientale, riconfigurazione architettonica, metamorfosi
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 08 - Ingegneria civile e Architettura > ICAR/14 - Composizione architettonica e urbana
Informazioni aggiuntive: mariacarmela.frate@unina.it; via Telesio 13, 06121 Perugia
Depositato il: 18 Apr 2017 14:37
Ultima modifica: 07 Mar 2018 13:18
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/11466

Abstract

Le politiche nazionali ed europee pongono al centro del dibattito e delle prospettive di governance la transizione da cicli di espansione urbana a cicli di rigenerazione di parti di città in cui diventa elemento chiave l'incremento della qualità ambientale dei contesti esistenti. Le città, infatti, a seguito dei mutati assetti produttivi e socio-economici, si presentano con parti dismesse, abbandonate o degradate che necessitano di trasformazioni profonde per far fronte alle richieste di cambiamento. Poiché le azioni sul costruito esistente sono ormai ritenute una risposta efficace alle problematiche ambientali, se si utilizzano strategie rivolte alle diverse scale che, partendo dai singoli manufatti architettonici, coinvolgono interi comparti urbani e viceversa, è possibile ridefinire e ridisegnare quelle parti di città che si presentano inadeguate sotto il profilo ambientale e sotto il profilo prestazionale. All’interno di queste strategie, l’individuazione di obiettivi finalizzati al raggiungimento di capacità, qualità e prestazioni più coerenti con i mutati assetti socio-economici e comportamentali della contemporaneità non è disgiunta dalla necessità di tenere in considerazione le risorse disponibili e il loro uso razionale ed efficiente. Di conseguenza, agendo sia sul piano funzionale che su quello energetico, si possono ottenere risultati positivi in tema di vivibilità, di comfort e di sostenibilità ecosistemica. Ciò premesso, la ricerca è focalizzata sul “progetto dell’esistente” nella sua specifica accezione di percorso volto alla riqualificazione di edifici e contesti presenti nelle nostre città; tra questi, il focus è su quel costruito recente con destinazione residenziale pubblica i cui progetti pongono come obiettivi prioritari il miglioramento della qualità abitativa e la contestuale riduzione dell’incidenza ambientale. Conseguentemente, la ricerca è condotta attraverso la lente della “sostenibilità in architettura” perché, attraverso questa matrice analitica, è possibile valutare le ripercussioni e le incidenze che ogni trasformazione comporta sul circostante naturale in cui si inserisce. Premesso che ogni azione progettuale, attraverso l’analisi e l’interpretazione del rapporto tra opera e ambiente, tra progetto e luogo, assume responsabilità nell’azione trasformativa del territorio, inevitabilmente assume su di sé le strutture relazionali dell’uomo con il suo circostante. All’interno di questo nuovo sistema complesso di relazioni, la ricerca indaga sul “progetto di architettura” come strumento di riqualificazione dell’esistente nella constatazione che si configura come azione che introduce nuove forme e nuovi contenuti nella città stratificata anche attraverso la trasformazione dell’esistente, evidenziando con ciò la necessità di trovare un equilibrio tra riuso dell’esistente, innesto di variate morfologie e inserimento nel “circostante”. Tra tutta la terminologia disponibile, il termine “riqualificare” appare quello più appropriato a indicare le azioni migliorative del costruito esistente perché implica il processo di restituzione di qualità perduta o di ri-attribuzione di qualità mai avuta e, contestualmente, specifica e delimita i significati del termine “qualità dell’architettura”, circoscrivendone il campo di pertinenza e gli effetti sia ambientali che prestazionali ed estetico-morfologici. In relazione a questo, il presente studio valuta le potenzialità del “progetto dell’esistente” e la sua capacità di trovare una coerente dimensione operativa che, partendo dall’indagine per un possibile cambiamento, utilizzando strategie adeguate inclusa l’innovazione tecnologica e finalizzando le azioni all’attuazione del potenziale di trasformazione che i vari contesti posseggono, sia in grado di metabolizzare senso e misura di tale complessità, trasformandola in spazi, luoghi, e architetture riconoscibili, in sintonia con l’ecosistema. Il progetto dell’esistente in chiave ecosostenibile, dunque, può diventare il paradigma fondamentale della riqualificazione, una specie di laboratorio attivo di una molteplicità di saperi, apparentemente disgiunti, capace di rielaborare i parametri storicamente costituenti la grammatica e la sintassi dell’architettura attraverso nuovi obiettivi e nuove metodologie di approccio. In definitiva, nell’ampia accezione del significato di ecosostenibilità in architettura, la variazione della configurazione architettonica di ciò che già esiste e le nuove qualità estetico/formali prodotte dal progetto dell’esistente si pongono come esito del progetto di riqualificazione ambientale condotto in vista di una qualità ecosistemica. Sebbene l’esigenza di una azione di riqualificazione sostenibile sul piano ambientale sia necessaria per buona parte degli edifici esistenti costruiti in regime di urgenza dopo la seconda guerra mondiale, l’ambito di studio di questa ricerca è circoscritto all’edilizia residenziale pubblica, ossia a interventi su edifici e contesti sorti già all’origine con una destinazione residenziale che, in fase di riqualificazione, hanno conservato la stessa destinazione, esaminando come, intorno alla costante funzionale residenziale ex ante ed ex post, si possano innestare le variabili morfologiche secondo criteri di ecosostenibilità, di qualità funzionale, spaziale ed estetico-formale. L’edilizia residenziale pubblica, comunemente denominata social housing, indipendentemente dai differenti criteri di gestione vigenti nei vari stati europei, e in particolare quella recente sorta a partire dagli anni ’60 fino agli anni ’80, è stata realizzata con prodotti e processi costruttivi di bassa qualità o poco sperimentati, tra cui le tecnologie prefabbricate e standardizzate. Poco accorta alle questioni energetiche e ai dettagli dei sistemi di assemblaggio, l’urgenza della ricostruzione aveva dato priorità a criteri di economicità e velocità di realizzazione, a discapito della qualità e della durabilità, causando la rapida decadenza edilizia di interi insediamenti e la conseguente necessità di porvi rimedio. I degradi materiali e i deficit prestazionali che più frequentemente si riscontrano sono:  Degrado tecnico-costruttivo tra cui degrado delle facciata, delle coperture, dei serramenti;  Deficit termico e impiantistico con considerevole incidenza energetica dovuti alla bassa resistenza termica dell’involucro, ai ponti termici e a impianti fuori norma;  Deficit funzionali e tipologico-spaziali quali il sottodimensionamento degli ambienti e l’assenza di aree verdi e di spazi comuni);  Degrado e deficit estetico-formali, presenti fin dall’origine o acquisiti nel tempo a seguito di improprie trasformazioni, per esempio la monotonia dell’aspetto estetico, la serialità tipologica e le superfetazioni;  Degrado sociale ed economico prodotto dalla concentrazione di cittadini marginali in spazi circoscritti, dal decentramento degli insediamenti rispetto alla città stratificata e dall’assenza di connessioni con la città stessa. Ciò premesso, sono urgenti interventi di riqualificazione non soltanto dei singoli edifici, per lo più privi di qualità architettonica, ma di interi comparti urbani che non posseggono più identità e riconoscibilità: attraverso rielaborazioni progettuali e cuciture complesse, è possibile restituire significato e senso di collettività attraverso lo strumento del progetto di architettura. OBIETTIVI/QUESITI DELLA RICERCA Assunta la necessità di rispondere positivamente alle problematiche di tutela ambientale ed ecosistemica, la ricerca intende indagare le relazioni complesse presenti nel progetto di architettura quando si interviene su edifici esistenti a destinazione residenziale pubblica che abbiano carenze e deficit di vario genere, e come può configurarsi la nuova morfologia nelle sue accezioni topologiche, morfologiche e tipologiche quando si utilizzano procedure ricompositive e processi tecnologici innovativi rivolti principalmente al perseguimento di obiettivi di sostenibilità ambientale dell’organismo architettonico, di qualità indoor e di benessere psicofisico. In sostanza, attraverso l’ampia letteratura esistente ed esaminando una serie di casi studio in Europa, la ricerca indaga: - Quali sono i mutamenti che hanno interessato i criteri ‘tradizionali’ del progetto di architettura volto alla riqualificazione quando le azioni si rifanno a concetti di sostenibilità e di qualità dell’architettura; - Quali strategie innovative o reinterpretative hanno prodotto mutamenti della morfogenesi architettonica quando si riconsiderano i modelli bioclimatici della tradizione o si integrano i più recenti sistemi tecnologici innovativi; - Come e secondo quali procedure questi obiettivi di sostenibilità e queste differenti strategie hanno generato nuovi processi e nuovi modelli configurazionali di edifici esistenti. La ricerca estende la discussione oltre le questioni che il complesso dei sistemi e delle tecniche volte alla riduzione dei consumi e alla produzione di energie rinnovabili pongono nei suoi aspetti tecnici, dimensionali e quantitativi, perché, ponendo particolare attenzione all’espressione fisica, materica, sociale e figurativa che l’oggetto architettonico stabilisce con l’ambiente e con lo spazio, intende individuare le strategie con cui il progetto architettonico può tradurre le urgenze di riqualificazione ecosostenibile in inedite morfologie, riconfigurazioni e metamorfosi del costruito esistente. Metabolizzando elementi architettonici, sistemi tecnologici e strategie operative, l’indagine ripercorre l’approccio sistemico dell’intero iter progettuale in cui la sostenibilità diviene una condizione “necessaria” per l’architettura ma “non sufficiente” perché, in assonanza con l’affermazione di Le Corbusier secondo cui «La Costruzione è per tener su, l'Architettura è per commuovere» , è fondamentale che attraverso il progetto di architettura la sua espressione si traduca in una nuova grammatica del processo di (ri)generazione della (ri)configurazione architettonica, In definitiva, l’ambito di studio riguarda gli aspetti morfologici, compositivi e iconici risultanti dalla progettazione di interventi di riqualificazione dell’architettura esistente indirizzati al raggiungimento di obiettivi ambientali, funzionali e di comfort. Una volta indagati i significati e i limiti della sostenibilità e della qualità dell’architettura ed esaminate le casistiche e i deficit specifici degli insediamenti residenziali pubblici esistenti in Europa, i quesiti a cui la ricerca vuole rispondere sono i seguenti:  Quali sono le strategie ricorrenti adottate sul piano distributivo-funzionale, morfologico e tecnologico per ottenere edifici più performanti (quantitativamente e qualitativamente), capaci di migliorare il comfort e ridurre l’incidenza ambientale, il cui aspetto estetico-formale sia diretta conseguenza del rinnovamento e della riqualificazione?  Il progetto di architettura per gli edifici esistenti basato su obiettivi ambientali produce rinnovate e riconoscibili qualità estetico-formali?  Dai casi studio e dalla recente letteratura sul tema, si possono desumere criteri, modalità o indicatori/parametri utili alla costruzione di un abaco e di un sistema di segni conseguente alle nuove istanze poste alla base della progettazione che siano nuovi modelli iconici e propongano nuovi linguaggi dell’architettura contemporanea? RISULTATI ATTESI LESSICO: WORD SENSE DISAMBIGUATION - Si mette in evidenza la necessità di approfondire il termine “sostenibilità” per toglierlo da una dimensione di ambiguità che potrebbe ridurre o estendere troppo il suo campo d’azione o potrebbe perfino farlo diventare di moda sollecitando forme di “green washing”, senza che vengano effettivamente definiti i limiti del suo territorio di pertinenza. Su questo termine, con specifico riferimento all’architettura, la ricerca svolge una attività di disambiguazione che parte dal suo primo utilizzo e attraversa i vari passaggi cronologici del suo significato (Capitolo 1). Anche il termine “qualità” riferito all’architettura richiede di essere disambiguato soprattutto in relazione alla entità e al discernimento tra ciò che deve intendersi per qualità edilizia (requisiti/prestazioni) e ciò che è comunemente inteso quale caratteristica artistico-figurativa e sistema di segni che costituiscono il linguaggio (Capitolo 3). GLOSSARIO - Trattandosi di interventi sull’esistente, costruire sul/nel costruito, inoltre, può significare “Rinnovare, Riqualificare, Rigenerare, Riciclare, Riconvertire, Ristrutturare” e altro ancora. In particolare, i due termini riqualificare/rigenerare comprendono una serie di significati intermedi che implicano azioni di diverso genere, di diversa intensità e di diverso tenore e modalità di rapportarsi con il costruito quali per esempio: ricostruzione, rivitalizzazione, rinnovo, riuso, riqualificazione, retrofit energetico e altro ancora, in cui è possibile che una pratica sia più ampia e conseguentemente includa le altre. È perciò individuabile una circostanziata definizione delle varie terminologie utilizzate nel campo della riqualificazione/rigenerazione attraverso approfondimenti specifici in maniera che i concetti chiave e i riferimenti relativi alle azioni sull’edificato esistente possano costituire una sorta di “glossario” utile a individuare la variegatezza e la multi-scalarità degli interventi (Appendice/Glossario). REPERTORIO DELLE TIPOLOGIE RICORRENTI DI CARENZA/DEGRADO - Lo studio, attraverso l’analisi di una serie di interventi di edilizia residenziale pubblica realizzati in Europa in forma intensiva negli ultimi sessanta anni (Capitolo 2), consente di produrre un percorso di analisi ragionata dei contesti oggetto di studio e delle condizioni di alterazione e di degrado fisico e sociale verificatisi nel tempo, enucleando anche attraverso i casi studio (Capitolo 5) le carenze funzionali, tecnologiche e di comfort in funzione dei nuovi requisiti posti alla base della progettazione. In considerazione dei rilevanti deficit prestazionali e dell’incidenza ecosistemica, non escludendo i deficit funzionali, spaziali ed estetico-formali presenti fin dall’origine o acquisiti nel tempo a seguito di improprie trasformazioni, la ricerca pone l’attenzione sulla individuazione delle problematiche intrinseche o sopraggiunte e sulle cause che le hanno generate. REPERTORIO DELLE TIPOLOGIE RICORRENTI DEGLI INTERVENTI POSSIBILI - Attraverso i casi studio, sulla base delle tipologie di degrado prese in considerazione e sulla base delle prestazioni richieste nel progetto di riqualificazione (Capitolo 3), la ricerca esegue l’analisi e la valutazione del mutato assetto morfologico degli edifici e dei contesti, con riguardo anche a eventuali criteri di sovrascrittura utilizzati, enucleando le strategie progettuali adottate e le variazioni morfologiche perseguite. Lo studio esegue anche la valutazione delle possibilità/opportunità di miglioramento complessivo ottenute, valutando se esse si traducono - per il manufatto e per il contesto - in maggiore attribuzione di valore sia economico che ambientale, sia ecosistemico che estetico-formale (Capitolo 4). CLASSI DI INTERVENTO – Assunta l’architettura della sostenibilità come un intervento capace di contribuire a migliorare lo stato ambientale preesistente, dopo averle indagate, lo studio struttura famiglie di intervento in relazione agli obiettivi posti in essere e in relazione alle nuove morfologie architettoniche conseguenti (Capitolo 6), con particolare riguardo alle nuove strategie, ai nuovi materiali e alle nuove tecnologie che si sovrappongono all’esistente e che producono metamorfosi dimensionali, geometriche, distributive e volumetriche. NUOVI PROCESSI CONFIGURAZIONALI E NUOVE MORFOLOGIE – In conclusione, si intende desumere una metodologia operativa rivolta al progetto dell’esistente che possa essere raffrontata con la pratica teorica e la pratica operativa dell’iter progettuale, attraverso cui individuare le variazioni morfologiche che, reinterpretando bisogni, clima, luoghi e composizione architettonica, rappresentino le nuove narrazioni dell’architettura (Capitolo 6, Appendice/Interviste). In tal senso, si esamina la possibilità di prendere in considerazione l’ipotesi di riformulazione di una teoria linguistica dell’architettura che, integrando la questione ambientale come generatrice e matrice del processo progettuale di configurazione architettonica, attraverso proposte ecosostenibili possa assumere la valenza di “nuova etica” e di “nuovo deal”, aprendosi a nuovi scenari e permettendo di introdurre, all’interno del dibattito sulla consapevolezza delle trasformazioni, argomenti e ricerche oggi dimenticate o desuete, magari non percorse perchè al di fuori delle facili attrazioni delle mode architettoniche contemporanee. UTILITÀ DELLA RICERCA La ricerca sottolinea che, all’interno del “progetto universale di sostenibilità”, l’architettura svolge un ruolo strategico se riconquista i criteri di relazione con il contesto e se vi si pone in una dimensione in cui sia consapevole di essere uno dei nodi di tutta la rete ecosistemica. In questo modo, responsabilmente, partendo dalla riappropriazione di strategie tradizionali e declinandole attraverso le nuove tecnologie, si fa garante della conservazione degli equilibri reciproci perché agisce con tutte le potenzialità che il progetto di architettura offre. Tra le strategie che la storia ci offre ci sono proprio il riuso, la trasformazione e la stratificazione dell’esistente che vanno intesi come la “nuova sfida dell’architettura”. In questo senso, la ricerca supporta il progetto dell’esistente per la sua capacità di utilizzare risorse disponibili e ne sottolinea le potenzialità morfologiche e linguistiche raggiungibili attraverso processi di riconfigurazione dell’architettura in cui la nuova morfogenesi sull’esistente si può attuare con graduazioni, strategie e risultati figurativi differenti, fino a giungere alla “metamorfosi” che Paolo Portoghesi definisce come “dimensione nobile della trasformazione”. Il progetto dell’esistente esce dunque dal suo limbo di una “architettura di ripiego”, assumendo i connotati di un vero e proprio processo “creativo” se condotto attraverso i criteri della pratica teorica progettuale perché giunge a produrre segni e sistemi di segni di un linguaggio complesso, contemporaneo e soprattutto connesso con l’ecosistema. Di conseguenza, indipendentemente dalla tecnologia che, nel contesto contemporaneo, rappresenta una variabile legata alle continue innovazioni che nel mercato vengono introdotte, ciò che diventa fondamentale è la costruzione della matrice progettuale che definisce criteri e obiettivi del processo progettuale Trattandosi di percorsi sotto alcuni profili recenti, lo stesso concetto di sostenibilità è recente, definire una grammatica di questo processo di generazione dell’architettura su edifici esistenti e individuare una nuova struttura linguistica è una operazione appena delineabile perchè in parte prematura. La ricerca, attraverso interpretazioni e approfondimenti anche di altri studi, ha intrapreso percorsi di costruzione di abachi configurazionali su cui cominciare a elaborare criteri di decodificazione dei processi compositivi in maniera che possano diventare sistemi di segni specifici dell’architettura. INDIRIZZI PER LA PROSECUZIONE DELLA RICERCA La ricerca potrebbe proseguire soprattutto osservando, analizzando e parametrando i progetti di riqualificazione ancora in corso, molti dei quali sono il completamento di quelli iniziati: gli insediamenti di edilizia residenziale pubblica sono prevalentemente intensivi perciò di grandi dimensioni e conseguentemente, sebbene le azioni di riqualificazione siano iniziate da qualche decennio, molte sono ancora in corso e ricevono continuamente correttivi, sia tecnici e tecnologici che di approccio metodologico, alle soluzioni ipotizzate in partenza. Questo potrebbe essere particolarmente interessante se coniugato con la raccolta e l’esame dei risultati della ricerca europea, appena iniziata, del programma Horizon 2020 che ha dato molto spazio alla riqualificazione sostenibile in generale e soprattutto a quella residenziale. Inoltre, premesso che nei climi freddi gli studi, le ricerche e le applicazioni sono iniziati già da qualche decennio, ulteriore campo d’azione per la prosecuzione della ricerca potrebbe essere lo studio delle strategie, ancora acerbe, specifiche delle aree geografiche del Mediterraneo in cui i cambiamenti climatici richiedono di sviluppare maggiormente misure contro il surriscaldamento piuttosto che quelle specifiche per i climi freddi. Questi approfondimenti, attraverso la decodificazione della morfologia finale e dei segni ad essa relazionati già prodotti e in corso di elaborazione, potrebbero orientarsi alla definizione di indicatori e parametri ‘invarianti’ da cui partire per costruire una riformulazione dei metodi, dei processi di progettazione architettonica e del linguaggio risultante.

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