Brancaccio, Stefania (2017) Emodialisi Extracorporea Domiciliare:prima esperienza in Campania. [Tesi di dottorato]

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Tipologia del documento: Tesi di dottorato
Lingua: Italiano
Titolo: Emodialisi Extracorporea Domiciliare:prima esperienza in Campania
Autori:
AutoreEmail
Brancaccio, Stefaniastefybranc@gmail.com
Data: 9 Aprile 2017
Numero di pagine: 41
Istituzione: Università degli Studi di Napoli Federico II
Dipartimento: Sanità Pubblica
Dottorato: Sanità pubblica e medicina preventiva
Ciclo di dottorato: 29
Coordinatore del Corso di dottorato:
nomeemail
Montagnani, Stefaniamontagna@unina.it
Tutor:
nomeemail
Federico, Stefano[non definito]
Data: 9 Aprile 2017
Numero di pagine: 41
Parole chiave: Emodialisi Extracorporea Domiciliare (Home Hemodialysis HHD), Short Daily Home Hemodialysis (SDHHD), Percorso assistenziale dell’Home Hemodialysis.
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 06 - Scienze mediche > MED/14 - Nefrologia
Depositato il: 20 Apr 2017 10:26
Ultima modifica: 13 Mar 2018 11:39
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/11665
DOI: 10.6093/UNINA/FEDOA/11665

Abstract

L'Emodialisi Extracorporea Domiciliare (HHD) è un’alternativa ancora poco utilizzata, ma in grado di offrire migliori outcomes clinici, una più soddisfacente qualità della vita ed una riduzione dei costi sanitari “diretti” ed “indiretti” del trattamento emodialitico. Al fine di offrire un’ulteriore opzione terapeutica ai pazienti che necessitano di terapia dialitica sostitutiva e per essere in linea col Piano Sanitario della Regione Campania, avente tra le finalità l’implementazione delle cure domiciliari, la Cattedra di Nefrologia dell’Università di Napoli “Federico II” nel 2014 ha dato vita al primo programma di Emodialisi Extracorporea Domiciliare in Campania ed ha stilato un rigoroso modello assistenziale per tale metodica. L’attivazione di un programma di Emodialisi Extracorporea Domiciliare (HHD) difatti richiede un percorso strutturato che ne identifichi i requisiti tecnologici, organizzativi ed assistenziali. Il percorso realizzato considera ed esplicita: (a) criteri di eleggibilità e di idoneità all’HHD del paziente e del caregiver, (b) analisi della letteratura sull’HHD e razionale della scelta della più moderna tecnologia, (c) informazione del paziente/caregiver ed acquisizione del consenso, (d) modalità di copertura assistenziale e di accesso al ricovero ospedaliero, (e) idoneità dei locali adibiti al trattamento emodialitico domiciliare, (f) programma di formazione del paziente e del caregiver, avvio al trattamento domiciliare e follow-up del paziente,(g) analisi dei costi. Dall’ Agosto 2014 sono stati arruolati cinque pazienti in Emodialisi Domiciliare in modalità Short Daily Home Hemodialysis (SDHHD) con in media n. 5 sedute/settimana della durata di 2,5 ore utilizzando il cycler portatile NxStage-System One. I dati raccolti hanno evidenziato che i benefici clinici descritti in letteratura si confermavano nei pazienti arruolati nel nostro programma di HHD. L’effettuazione di sedute emodialitiche più brevi e frequenti permettevano una significativa riduzione dell’incremento ponderale interdialitico ed una maggiore stabilità emodinamica intradialitica. Inoltre, si è ottenuta una significativa riduzione dei valori pressori con possibilità di ridurre la terapia anti-ipertensiva. Il controllo della fosforemia risultava migliore e l’emoglobinemia era a target con una minore dose di eritropoetina settimanale. I pazienti riferivano un maggiore senso di benessere ed una riduzione dell’astenia post-dialitica. Nessuna problematica è insorta utilizzando l’accesso vascolare (CVC e FAV) da parte del paziente e/o del caregiver. L’analisi dei parametri di efficienza dialitica ha documentato come l’adeguatezza dialitica della SDHHD fosse sovrapponibile a quella ottenuta con la HD tradizionale. L’applicazione di un percorso strutturato ha dunque permesso di avviare un programma di HHD di successo: tale metodologia di lavoro ha definito a priori il percorso assistenziale ed analizzato le priorità di rischio. Il processo della terapia emodialitica extracorporea domiciliare è stato analizzato con l’obiettivo di identificare i possibili errori e le criticità prevedibili nell’attività assistenziale domiciliare. L’esperienza fatta con la HHD è incoraggiante per quanto segue: (a) dose dialitica “adeguata” (b) nessuna complicanza insorta nei pazienti (c) buon controllo dell’equilibrio idro-elettrolitico e minerale (d) ridotto uso di farmaci (e) maggiore benessere psicofisico (e) migliore qualità della vita. Per ottenere i vantaggi clinici descritti in letteratura per questo tipo di trattamento, appare di fondamentale importanza, una accurata valutazione e selezione dell’insieme “paziente-caregiver-ambiente” ed un rigoroso follow-up della compliance del paziente/caregiver al programma terapeutico prescritto. La possibilità di offrire concretamente un’ulteriore opzione terapeutica tra le terapie sostitutive dell’insufficienza renale cronica tutela il diritto alla libertà di scelta terapeutica del paziente. Infine, l’istituzione di un programma di HHD realizza le direttive Regionali sulla domiciliarizzazione dei pazienti affetti da MRC allo stadio dialitico, permette l’ottimizzazione delle risorse ed un risparmio economico della spesa sanitaria. Pertanto, questa metodica può essere considerata una ulteriore opzione terapeutica da offrire a pazienti selezionati secondo i criteri di eleggibilità previsti.

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