Paciello, Carmen (2018) Cuma: le anfore da trasporto dall'area sud-occidentale del Foro, tra età ellenistica e tardo imperiale. [Tesi di dottorato]

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Tipologia del documento: Tesi di dottorato
Lingua: Italiano
Titolo: Cuma: le anfore da trasporto dall'area sud-occidentale del Foro, tra età ellenistica e tardo imperiale.
Autori:
AutoreEmail
Paciello, Carmencarmenpaciello@libero.it
Data: 13 Dicembre 2018
Numero di pagine: 730
Istituzione: Università degli Studi di Napoli Federico II
Dipartimento: Studi Umanistici
Dottorato: Scienze archeologiche e storico-artistiche
Ciclo di dottorato: 30
Coordinatore del Corso di dottorato:
nomeemail
Caglioti, Francescofcagliot@unina.it
Tutor:
nomeemail
Cicala, Luigi[non definito]
Data: 13 Dicembre 2018
Numero di pagine: 730
Parole chiave: Cuma; anfore; età ellenistica; età repubblicana; età imperiale
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 10 - Scienze dell'antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche > L-ANT/07 - Archeologia classica
Depositato il: 06 Gen 2019 10:34
Ultima modifica: 16 Giu 2020 10:19
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/12601

Abstract

Il lavoro di ricerca ha inteso affrontare lo studio dei contenitori da trasporto provenienti dal settore sud-occidentale del Foro di Cuma. In particolare è stato individuato come caso di studio il contesto dell'area del Tempio con Portico, interessata da una sequenza serrata di fasi di occupazione, che si distribuiscono tra l'età arcaica e quella tardo-antica. Rispetto a questo ambito cronologico così ampio, la ricerca è stata incentrata sulle fasi che vanno dal III sec. a.C. all'età medio-imperiale. Si tratta di un periodo molto particolare nella storia della città, per le trasformazioni urbanistiche che coinvolgono il Foro e il processo di romanizzazione. Va sottolineato, inoltre, che finora è mancato in letteratura uno studio d'insieme sulle anfore cumane in un periodo di lunga durata. Il presente lavoro, dunque, rappresenta un primo tentativo di inquadramento dei repertori tipologici attestati a Cuma nell'arco cronologico individuato, partendo da un contesto campione. La lettura dei materiali è stata affrontata tenendo presente i processi formativi dei depositi archeologici di provenienza dei frammenti e proiettando costantemente i dati del contesto analizzato nel quadro della Campania, in particolare, e delle rotte che risalivano il versante tirrenico. Gli elementi raccolti mostrano Cuma come un interlocutore estremamente attivo e recettivo nel panorama campano. La fine del III secolo e l’inizio del II secolo rappresentano un periodo di forte cambiamento per la città di Cuma, derivante dell’ormai avanzato processo di inserimento di Cuma nel sistema politico romano. La vitalità della città traspare, in parte, anche nelle tipologie di anfore restituite dal contesto esaminato. È il momento in cui predominano le produzioni locali, contraddistinte dalle numerose anfore vinarie Greco-Italiche e poi sostituite, nel corso della seconda metà del II secolo a.C., dalle Dressel 1. Il materiale dell’area del Tempio con Portico documenta, del resto, già nel corso del II secolo, la presenza di prodotti di importazione. Non trascurabile è la presenza, difatti, delle anfore che trasportavano vino proveniente da Rodi e, ancora più incisivo, l’arrivo delle anfore puniche e di tradizione punica. La fase inquadrabile tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C. mostra, nel contesto analizzato, un incremento delle attestazioni. Tale incremento, sia dal punto di vista quantitativo sia dal punto di vista della varietà tipologica, coincide con la fase di maggiore sviluppo e di più intesa vitalità di Cuma. Nel I secolo a.C. risultano ancora numerose le anfore vinarie Dressel 1, ma nel corso della seconda metà del I secolo a.C. le anfore Dressel 1 cedono il passo alle Dressel 2-4. Accanto al consumo quotidiano di vino dall’area del golfo di Napoli e della Campania settentrionale si registra l’arrivo di nuovi prodotti di importazione. Sono attestate le produzioni ispaniche con frammenti riferibili al tipo Haltern 70, al tipo Dressel 20 e al tipo Pascual 1. Tra le importazioni sono da collocare anche le sporadiche presenze di produzioni adriatiche, con le anfore vinarie Dressel 6. Nel II secolo d.C. comincia a delinearsi un nuovo quadro delle correnti dei traffici, ma è anche possibile osservare, soprattutto nel III secolo d.C., sia un calo quantitativo delle attestazioni sia un calo dei prodotti di importazione nell’ambito del contesto in esame. Ben attestate risultano, tra il materiale del Tempio con Portico, le anfore proconsolari, meno incisiva è la presenza dei contenitori oleari tripolitani. L’olio, in questa fase, sembrerebbe in prevalenza importato dall’Africa settentrionale. L’importazione di prodotti pregiati, provenienti dal Mediterraneo orientale, si legge, ancora nel II secolo d.C., nelle attestazioni, seppure molto limitate, di anfore cretesi, che denotano la presenza di richiesta da parte di fasce sociali agiate. La scarsità delle attestazioni nelle ultime fasi, se da un lato è certamente legata alla parzialità dei dati restituiti dal contesto in esame, dall’altro trova riscontri nella storia della città che vede, in questa fase, un décalage del livello economico e gli effetti dei danni derivati da cause naturali esterne. Il quadro di riferimento emerso dal presente lavoro, pertanto, definisce delle linee di tendenza che scaturiscono dall’analisi di un contesto, completamente inedito, analizzato nella sua interezza e nella sua dimensione diacronica.

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