Alfano, Gianfranco (2019) Rappresentatività e democraticità delle associazioni dei consumatori. [Tesi di dottorato]

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Tipologia del documento: Tesi di dottorato
Lingua: Italiano
Titolo: Rappresentatività e democraticità delle associazioni dei consumatori
Autori:
AutoreEmail
Alfano, Gianfrancogianfranco.alfano@unina.it
Data: Dicembre 2019
Istituzione: Università degli Studi di Napoli Federico II
Dipartimento: Giurisprudenza
Dottorato: Diritto delle persone, delle imprese e dei mercati
Ciclo di dottorato: 32
Coordinatore del Corso di dottorato:
nomeemail
Recinto, Giuseppegiuseppe.recinto@unina.it
Tutor:
nomeemail
Blandini, Antonio[non definito]
Data: Dicembre 2019
Parole chiave: Associazioni; consumatori; utenti
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 12 - Scienze giuridiche > IUS/01 - Diritto privato
Area 12 - Scienze giuridiche > IUS/04 - Diritto commerciale
Area 12 - Scienze giuridiche > IUS/05 - Diritto dell'economia
Depositato il: 30 Dic 2019 13:23
Ultima modifica: 17 Nov 2021 12:08
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/12970

Abstract

Nell'elaborato è analizzato il ruolo delle associazioni consumeristiche nell’ordinamento italiano ed europeo, ponendo altresì l’attenzione sulla disciplina relativa all’organizzazione interna di tali associazioni, nella duplice prospettiva de jure condito e de jure condendo. Innanzitutto, è approfondito il tema dei diritti riconosciuti ai consumatori e agli utenti. Come è noto, la normativa in materia consumeristica, prevalentemente racchiusa nel Codice del consumo (d. lgs. 6 settembre 2005, n. 206), riconosce e garantisce i diritti e gli interessi (non solo individuali, ma anche) collettivi dei consumatori e degli utenti, ne promuove la tutela «anche in forma collettiva e associativa» e favorisce le iniziative volte a perseguire tali finalità «anche attraverso la disciplina dei rapporti tra le associazioni dei consumatori e degli utenti e le pubbliche amministrazioni». Inoltre, sempre nell’ambito delle disposizioni generali e delle finalità del cod. cons., riconosce come fondamentale il diritto «alla promozione e allo sviluppo dell’associazionismo libero, volontario e democratico tra consumatori e utenti». Nella stesura dell’elaborato, è analizzata l’evoluzione della normativa dedicata alle associazioni dei consumatori e degli utenti, nell’ordinamento nazionale e comunitario. L’attenzione si è soffermata, in particolare, sul «diritto alla rappresentanza» dei consumatori, sancito per la prima volta a livello comunitario nella Risoluzione del Consiglio del 14 aprile 1975 in materia di protezione ed informazione del consumatore. In proposito, sono stati presi in considerazione i provvedimenti di diversa natura adottati dal legislatore europeo, volti a dare attuazione a tale diritto, con un particolare focus sulle disposizioni in cui è sancito il coinvolgimento delle organizzazioni consumeristiche nel processo di produzione normativa. In tale contesto, è stato oggetto di accurata analisi il funzionamento del Gruppo consultivo europeo dei consumatori, organismo con funzioni consultive che assiste la Commissione europea sin dal 1973 (seppur sotto una diversa denominazione) al quale partecipano rappresentanti delle associazioni dei consumatori operanti a livello nazionale e sovranazionale. Anche sul piano interno, è analizzata l’evoluzione normativa relativa alla rappresentanza dei consumatori e degli utenti e, in particolare, al riconoscimento positivo della funzione di «cassa di risonanza» svolta delle associazioni consumeristiche. A tal proposito, sono state esaminate le prime disposizioni sancite dalle normative sia regionali, sia nazionali, volte a sostenere lo sviluppo delle associazioni dei consumatori e a fornire alle stesse le più opportune sedi istituzionali in cui rappresentare il punto di vista dei consumatori. Particolare risalto è stato dato alla l. n. 281 del 30 luglio 1998, recante “disciplina dei diritti dei consumatori e degli utenti”, che come è noto ha rappresentato il primo e tanto atteso “bill of right” dei consumatori nell’ordinamento italiano. La legge citata - spesso definita in dottrina come «legge generale sulle associazioni dei consumatori e degli utenti» - merita di essere ricordata per aver introdotto una disciplina organica (e “originale”) in materia di associazioni dei consumatori e degli utenti, poi trasfusa nel d.lgs. 6 settembre 2005, n. 206, c.d. Codice del consumo. Gli elementi più significativi di tale disciplina sono stati puntualmente analizzati nell’elaborato di tesi; nello specifico, è stato dato particolare risalto alle disposizioni sancite negli artt. 136 ss. cod. cons., in cui trova dimora l’articolata disciplina dettata in materia di associazioni consumeristiche «rappresentative a livello nazionale». Sono pertanto stati oggetto di analisi i requisiti sanciti dalla legge – e, segnatamente, dall’art. 137 cod. cons. – ai fini dell’iscrizione delle associazioni nell’elenco tenuto presso il Ministero dello sviluppo economico, e le prerogative connesse a detta iscrizione. Inoltre, è stata oggetto d’analisi la disciplina del Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti (Cncu), organismo consultivo nazionale istituito presso il Ministero dello sviluppo economico che riunisce i membri delle associazioni consumeristiche rappresentative a livello nazionale. Il focus del lavoro si sposta poi sullo studio delle modalità di tutela dei consumatori «in forma associativa» previste dall’ordinamento. Ai fini di questa analisi, è innanzitutto approfondito lo studio della copiosa elaborazione dottrinale e giurisprudenziale, sviluppatasi nella seconda metà del secolo scorso, sia in tema di interessi superindividuali, sia – più specificamente – in tema di protezione del contraente debole. Inoltre, sono presi in esame i più rilevanti interventi normativi – sia comunitari, sia nazionali – per mezzo dei quali sono state introdotte forme di tutela collettiva dei consumatori e degli utenti. Nell’ambito di detta analisi, è rivolta specifica attenzione al ruolo attribuito alle associazioni consumeristiche in qualità di enti esponenziali degli interessi superindividuali dei consumatori e degli utenti nonché ai criteri di valutazione dell’«intensità rappresentativa» delle stesse, ai fini del riconoscimento della legittimazione ad agire. All’esito del quadro normativo così tracciato, l’indagine si concentra sull’adeguatezza degli indici di rappresentatività presi in considerazione dalla legge ai fini dell’individuazione delle associazioni dei consumatori e degli utenti “riconosciute” a livello nazionale, nonché sull’efficacia del sistema dei controlli, tenendo conto della delicatezza delle funzioni attribuite a detti enti e del fondamentale diritto alla promozione e allo sviluppo dell’associazionismo libero, volontario e democratico tra consumatori e utenti. Particolare attenzione è dedicata al tema della (talvolta deficitaria) democraticità interna delle associazioni consumeristiche rappresentative a livello nazionale, la cui analisi non può naturalmente prescindere dallo studio approfondito delle elaborazioni della più autorevole dottrina civilistica e dei consolidati orientamenti sviluppatisi in giurisprudenza sull’argomento.

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