Salzillo, Placida (2021) La Rinuncia alla Proprietà Immobiliare. [Tesi di dottorato]
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Item Type: | Tesi di dottorato |
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Resource language: | Italiano |
Title: | La Rinuncia alla Proprietà Immobiliare |
Creators: | Creators Email Salzillo, Placida placidasalzillo@virgilio.it |
Date: | 14 May 2021 |
Number of Pages: | 155 |
Institution: | Università degli Studi di Napoli Federico II |
Department: | Giurisprudenza |
Dottorato: | Diritto delle persone, delle imprese e dei mercati |
Ciclo di dottorato: | 33 |
Coordinatore del Corso di dottorato: | nome email Miola, Massimo massimo.miola@unina.it |
Tutor: | nome email Botta, Consiglia UNSPECIFIED |
Date: | 14 May 2021 |
Number of Pages: | 155 |
Keywords: | Rinuncia Proprietà |
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: | Area 12 - Scienze giuridiche > IUS/01 - Diritto privato |
Date Deposited: | 19 Jul 2021 10:47 |
Last Modified: | 07 Jun 2023 10:46 |
URI: | http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/13804 |
Collection description
LA RINUNCIA ALLA PROPRIETÀ IMMOBILIARE Abstract Il persistente contesto di crisi economica e la crescente difficoltà di sostenere gli oneri finanziari connessi al diritto dominicale hanno contribuito a sviluppare e a rendere particolarmente attuale nella comunità scientifica il dibattito in ordine al tema della Rinuncia alla Proprietà Immobiliare. Proprio da tale stimolante confronto dottrinario trae spunto il presente lavoro che, articolato in tre capitoli, ha lo scopo precipuo di indagare il tema dell'ammissibilità o meno della rinuncia del diritto di proprietà in considerazione del possibile contrasto con l'art. 42 Cost. e con la funzione sociale della proprietà che verrebbe a configurarsi qualora, a seguito della dismissione dell'immobile, i costi relativi alla manutenzione e le relative diseconomie o esternalità negative, legate anche ad un minore gettito fiscale, vadano a riversarsi sulla collettività e, dunque, sullo Stato. Nel capitolo centrale, infatti, dopo l'esposizione delle diverse argomentazioni a sostegno dell'una e dell'altra tesi, l'indagine si sofferma, oltre che sui profili di responsabilità ex art.2051 e 2053 cod.civ. eventualmente ricadenti sul soggetto pubblico, anche sul meccanismo acquisitivo a favore di quest'ultimo ex art. 827 cod.civ. e sul raffronto di tale norma con l'art.586 cod.civ. in materia di devoluzione dei beni allo Stato in mancanza di successibili, nonchè sulle differenze con l'art.923 cod.civ. che, viceversa, per i beni mobili prevede la possibilità di occupazione a seguito di cd.derelictio. Al contempo, sempre nel suddetto capitolo, si è colta l'occasione di creare un interessante raffronto tra l'istituto privatistico e la configurabilità del medesimo nel campo del diritto amministrativo, in seguito ad importanti pronunce rese sul tema dal Supremo Consesso della giustizia amministrativa nel corso del 2020. La comparazione tra i due settori dell'ordinamento giuridico è apparsa particolarmente stimolante e ha consentito anche di approfondire le ragioni che hanno portato la giurisprudenza amministrativa a negare ingresso, proprio in ambito pubblicistico, all'istituto della rinuncia abdicativa alla proprietà, in seguito alla occupazione illegittima e alla irreversibile trasformazione del fondo. Diversamente, in ambito privatistico, è possibile constatare che la posizione della dottrina prevalente propende per l'ammissibilità della rinuncia alla proprietà e, proprio in questo quadro, si colloca il presente lavoro, sebbene si condivida un'ottica di rinunciabilità controllata secondo cui è necessario pur sempre valutare la meritevolezza in concreto dell'operazione dismissiva posta in essere dal proprietario. Proprio il necessario vaglio di ragionevolezza e proporzionalità della medesima implica una valutazione necessariamente in concreto incentrata sulla causa della stessa e consente di rifuggire da soluzioni aprioristiche relative all'istituto e di adottare un approccio casistico e individuale. Del resto, il giudizio di meritevolezza ex art. 1322 cod. civ. comporta una verifica di coerenza dell'atto di autonomia privata con i valori dell'ordinamento giuridico latamente inteso, e, dunque, non solo alla stregua del sopra citato parametro costituzionale di cui all'art. 42 Cost., ma anche, alla stregua dei nuovi parametri europei di cui all'art. 1 Prot. Add. CEDU e all'art. 17 della Carta dei Diritti fondamentali che, secondo autorevole dottrina, impongono un recupero del "nucleo di libertà" insito nel diritto dominicale di cui è titolare l'individuo. Proprio per tale motivo, la parte conclusiva del lavoro, unitamente all'esame di interessanti spunti di matrice comparatistica, è dedicata, in chiave sovranazionale, ad una riflessione sulla nozione europea del diritto di proprietà che andrebbe a bilanciare l'ottica marcatamente pubblicistica della funzione sociale della proprietà nell'ambito della ponderazione degli interessi coinvolti nella fattispecie concreta. In altri termini, il recupero della dimensione del diritto di proprietà come libertà individuale consentirebbe un più equo e attento bilanciamento degli interessi privati coinvolti in concreto nella fattispecie abdicativa immobiliare in una logica compensativa rispetto alle istanze pubblicistiche sottese alla funzione sociale della proprietà di cui all'art.42 Cost. Fatti salvi i casi di abuso del diritto che, egualmente richiedono una valutazione in concreto delle modalità di esercizio del diritto di rinuncia, si ritiene che quest'ultimo rappresenti la più ampia facoltà o "libertà" accordata al proprietario che non può essere di per sé aprioristicamente negata per contrasto con l'art. 42 Cost. in quanto l'ottica convenzionale europea consente all'operatore del diritto di ampliare il proprio ambito di valutazione dell'istituto in esame proprio attraverso il vaglio di meritevolezza rivolto alla causa in concreto dell'operazione. La valorizzazione della moderna teoria sulla causa in concreto nell'economia del presente lavoro implicano a monte l'adesione alla tesi della rinuncia come atto negoziale causale nonché alla polivalenza funzionale della stessa di cui vengono, altresì, esaminate la natura, la struttura e l'oggetto nel capitolo introduttivo. All'interno dello stesso, peraltro, l'ambito di indagine viene esteso anche ai diritti reali immobiliari, passando in rassegna le singole ipotesi specificamente previste al fine di comprendere se sia possibile affermare l'esistenza nel nostro ordinamento di un principio generale di rinunciabilità degli stessi, il principale dei quali va individuato proprio nel diritto di proprietà. In particolare, viene approfondito l'istituto dell'abbandono liberatorio di cui all'art.1070 cod.civ. che, unitamente agli art. 882 e 1104 cod.civ., rappresentano ipotesi di cd. rinuncia liberatoria, di conseguenza, si esamina il tema della rinuncia alla quota di comproprietà con particolare attenzione all'effetto accrescitivo a favore degli altri comproprietari non rinunzianti, e, infine, quello della rinuncia alla multiproprietà con l'esame delle principali posizioni dottrinarie e giurisprudenziali al riguardo, relative all'operatività del divieto di cui all'art.1118 co.2° cod. civ. così come novellato per effetto della riforma legislativa del 2012.
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