Passaro, Salvatore (2006) Integrazione di dati magnetici e morfobatimetrici in aree marine vulcaniche e non vulcaniche. [Tesi di dottorato] (Unpublished)
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Item Type: | Tesi di dottorato |
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Resource language: | Italiano |
Title: | Integrazione di dati magnetici e morfobatimetrici in aree marine vulcaniche e non vulcaniche |
Creators: | Creators Email Passaro, Salvatore UNSPECIFIED |
Date: | 2006 |
Date type: | Publication |
Number of Pages: | 138 |
Institution: | Università degli Studi di Napoli Federico II |
Department: | Scienze della Terra |
Dottorato: | Scienze e ingegneria del mare |
Ciclo di dottorato: | 17 |
Coordinatore del Corso di dottorato: | nome email D'Argenio, Bruno UNSPECIFIED |
Tutor: | nome email De Alteriis, Giovanni UNSPECIFIED Ferreri, Vittoria UNSPECIFIED |
Date: | 2006 |
Number of Pages: | 138 |
Keywords: | Ischia, Banco di Gorringe |
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: | Area 04 - Scienze della terra > GEO/02 - Geologia stratigrafica e sedimentologica Area 04 - Scienze della terra > GEO/12 - Oceanografia e fisica dell'atmosfera Area 08 - Ingegneria civile e Architettura > ICAR/02 - Costruzioni idrauliche e marittime e idrologia Area 01 - Scienze matematiche e informatiche > MAT/08 - Analisi numerica |
Date Deposited: | 30 Jul 2008 |
Last Modified: | 30 Apr 2014 19:24 |
URI: | http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/972 |
DOI: | 10.6092/UNINA/FEDOA/972 |
Collection description
L’integrazione delle metodologie magnetica e morfo-batimetrica (“Multibeam swath bathymetry”) produce un significativo miglioramento nell’individuazione potenziale di facies vulcaniche sommerse. La batimetria multifascio è considerata come il metodo più efficace di esplorazione dei fondali, ma non sempre gli elementi forniti dall’analisi morfologica di una zona possono sciogliere tutti i dubbi sulla natura vulcanica di eventuali alti strutturali. D’altro canto, l’importanza nello studio delle anomalie magnetiche residue di una determinata zona e le geometrie delle sorgenti ad esse correlate vengono estremamente rafforzate dal confronto con elementi morfologici acquisiti con altri tipi di indagini (ad es., indagini basate sull’acustica come sismica a riflessione multicanale per riflessioni molto profonde, sismica monocanale “sparker” , “chirp” o “subbottom” per facies sub-affioranti, multibeam o “side scan sonar” per facies affioranti sommerse). Lo scopo di questa tesi di dottorato risiede nel tentativo di confrontare acquisizioni effettuate con tecniche d'indagine geofisica diverse (metodi magnetico e multibeam) e di valutare eventuali elementi di discussione creati dalla fusione dei contenuti informativi delle due metodologie di indagine. A tal fine sono stati confrontati tre datasets (sia magnetici che batimetrici) relativi a tre situazioni geologiche diverse, ovvero: 1.Isole Flegree, con particolare attenzione ad Ischia 2.Gettysburg seamount (Banco di Gorringe, Horseshoe basin, Oceano Atlantico Orientale) 3.Ormonde (Banco di Gorringe, Horseshoe basin, Oceano Atlantico Orientale). In sintesi i risultati della tesi riguardano: •la costruzione di un modello digitale del terreno estremamente dettagliato sul banco di Gorringe e le implicazioni geologiche (in termini di oscillazioni glacio-eustatiche, natura dei seamounts, giacitura delle rocce intrusive e di quelle vulcaniche); •la descrizione e l’analisi del campo di anomalie generato da rocce del mantello terrestre (sul seamount Gettysburg); tale descrizione è innovativa data la peculiarità del sito; da segnalare, dopo boundary analysis il riconoscimento di patterns magnetici N-S e N10°W che confermano la fabric strutturale e quella magmatica; •la costruzione di un DTM attorno all’isola d’Ischia ed il potenziale di informazioni derivato (strutturali, morfologiche e vulcanologiche); •il confronto tra campo di anomalie osservato, elaborazioni successive (riduzioni al polo, continuazione delle anomalie a quote maggiori, boundary analysis) ed il DTM nell’offshore di Ischia evidenzia correlazioni più o meno forti tra sorgenti magnetiche ed il basamento vulcanico sommerso; inoltre evidenzia il forte controllo della tettonica regionale esercitato sul complesso vulcanico ischitano; in particolare due direttrici strutturali anti-appenniniche (E-W e ENE-WSW) sembrano aver guidato la risalita dei magmi;
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