Caliulo, Rosario (2014) i diritti di "exit" del socio nella società per azioni. [Tesi di dottorato]

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Tipologia del documento: Tesi di dottorato
Lingua: Italiano
Titolo: i diritti di "exit" del socio nella società per azioni
Autori:
AutoreEmail
Caliulo, Rosariorosario.caliulo@unina.it
Data: 31 Marzo 2014
Istituzione: Università degli Studi di Napoli Federico II
Dipartimento: Giurisprudenza
Scuola di dottorato: Scienze giuridico-economiche
Dottorato: Diritto comune patrimoniale
Ciclo di dottorato: 26
Coordinatore del Corso di dottorato:
nomeemail
Quadri, Enrico[non definito]
Tutor:
nomeemail
Amatucci, Carlo[non definito]
Data: 31 Marzo 2014
Parole chiave: recesso s.p.a.
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 12 - Scienze giuridiche > IUS/04 - Diritto commerciale
Depositato il: 08 Apr 2014 08:36
Ultima modifica: 22 Mag 2017 01:00
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/9864

Abstract

La tesi analizza una serie di profili problematici e di immediato risvolto applicativo del recesso nella società per azioni. L’analisi ha riguardato innanzi tutto l’aspetto della legittimazione ad esercitare il diritto di recesso, laddove l’art. 2437 c.c. sembra offrire spunti significativi grazie all’espressione per cui esso può esercitato dai soci “che non hanno concorso” alla delibera assembleare. In questi termini si è cercato di dimostrare come il recesso sia legato alla possibilità di partecipare al procedimento assembleare in guisa da non poter essere riconosciuto ai soci che non vi possono partecipare. Tenendo conto poi dell’espresso riconoscimento della possibilità di prevedere ulteriori ipotesi di recesso si è cercato di individuare in che misura lo statuto sia libero di forgiare ipotesi di recesso ulteriori rispetto a quelle già previste dalla legge. A tal proposito si è tenuta in considerazione anche la legge delega di riforma del diritto societario che considerava il recesso uno strumento di tutela del socio dissenziente. Alla luce della legge delega si è ritenuto che le cause di recesso predisposte dallo statuto in aggiunta a quelle legali debbano concernere comunque fatti imputabili alla società. Ulteriore profilo oggetto di approfondimento è stato quello relativo al momento in cui deve considerarsi interrotto il rapporto associativo tentando di verificare la portata applicativa del divieto di cessione delle azioni sancito dall’art. 2437 bis c.c. in relazione anche alle diverse tesi che sono state esposte in dottrina e giurisprudenza. L’analisi si è poi rivolta al procedimento di liquidazione delle azioni in ordine al quale si è cercato di dimostrare sia come si caratterizzi per un ordine di fasi inderogabile, sia come la fase di collocazione delle azioni presso soggetti estranei alla società non sia una mera facoltà per gli amministratori, come apparentemente sembrerebbe ricavarsi da una lettura superficiale della norma, ma piuttosto un obbligo. Si è inoltre cercato di dimostrare come l’inderogabilità delle complessive fasi che compongono il procedimento di liquidazione della partecipazione del socio recedente costituisca una causa ostativa all’adozione nel nostro ordinamento delle azioni redimibili, ossia quelle azioni che riconoscono al socio la possibilità di dismettere la partecipazione ottenendo il rimborso delle azioni direttamente a spese della società. Rispetto a questo principio un’eccezione non può essere individuata nelle azioni riscattabili. Infatti in questo caso il socio è soggetto al diritto potestativo di acquisto da parte della società, mentre dal sistema pare evincersi una regola per cui solo per volontà della società, e non invece del socio, può essere imposto un immediato rimborso delle azioni a carico del patrimonio sociale.

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