Barbarisi, Costantina (2015) Relazione tra qualità del suolo, caratteristiche fogliari e qualità dell'olio in differenti cultivar di Olea europaea L. [Tesi di dottorato]

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Tipologia del documento: Tesi di dottorato
Lingua: Italiano
Titolo: Relazione tra qualità del suolo, caratteristiche fogliari e qualità dell'olio in differenti cultivar di Olea europaea L.
Autori:
AutoreEmail
Barbarisi, Costantinacostantina.barbarisi@unina.it
Data: 30 Marzo 2015
Numero di pagine: 224
Istituzione: Università degli Studi di Napoli Federico II
Dipartimento: Biologia
Scuola di dottorato: Scienze biologiche
Dottorato: Biologia applicata
Ciclo di dottorato: 27
Coordinatore del Corso di dottorato:
nomeemail
Ricca, Ezioericca@unina.it
Tutor:
nomeemail
De Marco, Anna[non definito]
Volpe, Maria Grazia[non definito]
Data: 30 Marzo 2015
Numero di pagine: 224
Parole chiave: Olea europaea L.; Olio; Suolo; Sus scrofa L.
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 05 - Scienze biologiche > BIO/13 - Biologia applicata
Aree tematiche (7° programma Quadro): BIOTECNOLOGIE, PRODOTTI ALIMENTARI E AGRICOLTURA > Scienze della vita, biotecnologia e biochimica per prodotti e processi non-alimentari sostenibili
Depositato il: 07 Apr 2015 08:19
Ultima modifica: 24 Set 2015 13:24
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/10255
DOI: 10.6092/UNINA/FEDOA/10255

Abstract

Il suolo rappresenta il substrato naturale per la crescita e la produttività degli organismi vegetali che da esso traggono i nutrienti indispensabili al loro sviluppo. Non bisogna dimenticare, però, che il suolo è una risorsa limitata e non rinnovabile; pertanto, è di fondamentale importanza preservare tale risorsa valutandone la qualità, lo stato di salute e proponendo sistemi di protezione e riqualificazione. Allo stato attuale, lo sfruttamento agricolo modifica questi rapporti, le pratiche agronomiche ad esempio accelerano le trasformazioni cicliche. Questa maggiore dinamicità fa si che il terreno agrario abbia rispetto al terreno naturale un minor grado di stabilità; ciò a lungo andare comporta una riduzione della biodiversità agricola, che inesorabilmente si ripercuoterà su quella alimentare. I processi del metabolismo del suolo, intesi come trasformazioni di materiali ed energetiche, sono fondamentalmente connessi al turnover microbico sotto l'azione di fattori limitanti sia abiologici che di coazione biologica (Sequi et al., 2003). La moderna agricoltura dovrebbe infatti prefiggersi lo scopo di raggiungere la massima produttività consentita dalle condizioni edafiche, mantenendo elevato non solo il livello della fertilità chimica, ma anche quello della fertilità biologica.Il progetto di ricerca di questi anni di Dottorato si è, proposto di mettere in relazione: le caratteristiche chimiche, fisiche e biologiche del suolo, sotto diverse cultivar di Olea europaea L. per stimare fertilità e qualità degli stessi; le caratteristiche funzionali fogliari, le caratteristiche chimico-fisiche dei frutti e quelle qualitative dei rispettivi oli estratti sperimentalmente. È infatti noto dalla letteratura che a ciascuna cultivar sono generalmente associati tratti fogliari funzionali, e di fruttificazione, che riflettono bene la capacità di adattamento della pianta nel suo luogo di crescita e la sua capacità di risposta agli stimoli ambientali (Loussert, 1978). Le foglie possono essere considerate i "primi recettori" delle risorse abiotiche, per cui, piante con una buona struttura fogliare sono sintomo di qualità dell'olivo, ed espressione di una efficiente capacità della pianta di acquisire e di utilizzare le risorse ambientali (luce, acqua e nutrienti) (Poorter et al., 2006). Le variazioni delle caratteristiche del frutto inoltre, possono dare utili informazioni sulla qualità degli oli prodotti dalle diverse cultivar cosi come la possibilità di effettuare prelievi in siti diversi per la stessa cultivar consente, di evidenziare effetti non più legati alla varietà della pianta, ma al tipo di suolo, alle condizioni climatiche e le risposte a specifici fattori di disturbo della pianta e dei suoi prodotti (Di Vaio et al., 2013). Cercare di comprendere la relazione esistente tra la qualità dei suoli, dell'intera pianta con la qualità degli oli prodotti da diverse varietà genetiche e soprattutto cercare di verificare se questa relazione tra le quattro matrici di studio (suoli, foglie, frutti e oli) fosse legata a problematiche ambientali (luce, temperatura, precipitazioni, localizzazioni geografica) o varietali (cultivar) è stato quindi l'obiettivo di tale ricerca. Le cultivar di Olea europaea L., prese in esame in questo lavoro di tesi di dottorato ricadono in specifiche aree produttive dell'Italia centro-meridionale; in particolare, sono autoctone della Regione Campania (Pisciottana, Ravece, Ortice) e della Regione Umbria (Frantoio e Moraiolo). In questo modo è stato possibile effettuare un confronto inter-regionale. Inoltre, in tutti i casi sono stati scelti siti qualificanti alcuni ambienti e situazioni gestionali specifiche. Le aree di campionamento scelte sono le seguenti: Pisciotta (Sa) per la cultivar Pisciottana; Avellino per la varietà Ravece; Benevento la cultivar Ortice ed infine, Frantoio e Moraiolo provenienti da Perugia. Al fine di andare a valutare come la stessa varietà genetica campionata in due siti diversi consente di evidenziare effetti del suolo, delle condizioni climatiche e di eventuali fattori di disturbo sulle olive e sugli oli, le cultivar Frantoio e Moraiolo sono state campionate a Perugia, in uliveti puri, e ad Assisi in un uliveto misto mentre la varietà Pisciottana è stata campionata nei territori di Pisciotta e Licosa (SA). Inoltre, la possibilità di effettuare prelievi in siti diversi per la stessa cultivar ha permesso anche di valutare, proprio nell'area di Licosa, gli effetti che le cosiddette "arature" del cinghiale (Sus scrofa L.) possono avere sulle proprietà chimico-fisiche del suolo e di conseguenza sulla produttività delle specie vegetali di interesse colturale che albergano sui suoli sottoposti a "grufolaggio".

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