FAQ e glossario minimo

Generali

Per chi deposita in fedOA

Domande su Copyright e diritto d'autore

Per chi cerca in fedOA

Glossario minimo

Fonti


Generali

  • Che cos'è fedOA?
    fedOA (Federico II Open Archive) è l’archivio istituzionale dell’Università di Napoli Federico II, nato allo scopo di raccogliere, conservare e rendere pubblicamente accessibile la produzione scientifica dell’Ateneo. L’archivio ospita i documenti in formato elettronico derivanti dall’attività di ricerca di docenti, ricercatori e dottorandi dell’Ateneo.


  • Che cosa è un archivio istituzionale ad accesso aperto?
    Un archivio (o deposito) istituzionale ad accesso aperto è un archivio di documenti digitali liberamente accessibili in rete che raccoglie la produzione intellettuale e scientifica di un’istituzione (una università, un dipartimento, un centro di ricerca), come ad esempio i preprints o laddove possibile i postprints. Si tratta però di depositi che consentono di archiviare tutta la letteratura grigia prodotta nelle università ed utilizzata ai fini della ricerca e/o della didattica: tesi e dissertazioni, brevetti, working papers, atti di convegni, materiale didattico ecc.
    Gli archivi istituzionali (in inglese Institutional Repositories), insieme agli archivi disciplinari, rappresentano quella che nel movimento Open Access è stata chiamata Green road verso l’accesso aperto.

  • Che cosa è l’Open Access?
    Open Access (Accesso Aperto) significa accesso libero, immediato e senza barriere al sapere scientifico. Si tratta di un movimento nato all’interno del mondo accademico con lo scopo di promuovere la più ampia disseminazione dell’informazione scientifica rendendola liberamente e pubblicamente accessibile. A questo scopo sono state adottate una serie di strategie miranti a restituire alle comunità disciplinari il controllo della comunicazione scientifica, incoraggiando ricercatori e studiosi a rendere gratuitamente accessibili i propri lavori senza le restrizioni e le barriere previste dalle licenze tradizionali. La diffusione in Open Access dei risultati delle ricerche ne garantisce un’immediata e maggiore visibilità, accrescendo il numero delle citazioni dei singoli articoli e consentendo il ricorso a nuove metriche di valutazione.

  • Che vantaggi ci sono a depositare i propri lavori in un archivio istituzionale?
    Depositare i propri lavori in un archivio aperto come fedOA procura molteplici vantaggi:
    • veloce ed ampia diffusione della produzione scientifica (veloce perché non si devono aspettare i normali tempi di pubblicazione, ampia perché il proprio lavoro sarà accessibile gratuitamente a chiunque senza limiti di tempo)
    • un maggiore impatto dei risultati della ricerca sulla comunità accademica nazionale e internazionale grazie alla loro piena rispondenza a standard internazionali (OAI-PMH) che consentono la ricerca delle informazioni in essi contenute attraverso interfacce e motori di ricerca che interrogano contemporaneamente più risorse informative. La piena indicizzazione dei full-text consente inoltre la possibilità di ricerca per parola all’interno dell’intero documento
    • un utilizzo e un accesso più immediato e semplice al prodotto di ricerca
    • ricerca e recupero dell’informazione distribuita anche su più archivi: il software Eprints utilizzato per la realizzazione del nostro archivio supporta il protocollo dell’Open Archive Iniziative (OAI) e quindi consente la cattura dei dati informativi relativi ai documenti ivi depositati ad altri servizi che hanno la possibilità di interrogare contemporaneamente più archivi distribuiti e localizzati in luoghi diversi, in grado di interoperare tra loro sulla base del protocollo OAI-PMH
    • una maggiore visibilità della produzione scientifica del singolo autore e dell’istituzione che ne supporta la ricerca
    • la garanzia della conservazione nel tempo del documento depositato
    • l’attribuzione di una URL permanente al documento che può essere citato in altri documenti o "linkato" da altri siti web

    Una esauriente descrizione dei vantaggi dell'OA per autori, istituzioni e comunità scientifica qui

Per chi deposita in fedOA

  • Chi può depositare?
    Possono chiedere la registrazione per il deposito in fedOA solo i docenti e i ricercatori dell’Ateneo.

  • Come ci si registra?
    Docenti e ricercatori possono chiedere la registrazione per il deposito in fedOA inviando dal proprio indirizzo di posta elettronica istituzionale una mail a Anna Tafuto con i propri dati: nome, cognome, ruolo e struttura di appartenenza

  • Quali tipi di documenti possono essere depositati?
    è possibile depositare le seguenti tipologie di documenti:
    • Articoli di riviste
    • Preprint e post print
    • Working paper
    • Libri (monografie)
    • Contributi in Libro
    • Contributi a convegno
    • Atti di convegno
    • Rapporti tecnici
    • Rapporti di progetto
    • Tesi di dottorato
    • Altro


  • Come si effettua un deposito?
    Gli utenti registrati in fedOA possono auto-archiviare i propri documenti. L’auto-archiviazione avviene tramite una semplice interfaccia, grazie alla quale l’autore descrive il documento con gli opportuni metadati bibliografici (data, titolo, nome dell’autore, abstract, lingua del documento, parole chiave, ecc.) e allega il full-text. Il documento auto-archiviato non passa subito nell’archivio vero e proprio, bensì in un’Area di lavoro (buffer) temporanea. Prima di essere effettivamente reso disponibile in fedOA, il documento auto-archiviato deve infatti seguire un semplice iter di verifica da parte dei gestori dell’Archivio alla fine del quale viene reso visibile in fedOA. Questo controllo riguarda esclusivamente le caratteristiche tecniche del deposito e non i contenuti scientifici: lo staff del CAB verificherà in particolare la corrispondenza tra il contenuto del file auto archiviato ed i relativi metadati.

  • In quale lingua si può depositare?
    è possibile depositare documenti scritti in qualsiasi lingua.
    Tuttavia, per ottenere una maggiore disseminazione del proprio lavoro e dunque un più semplice reperimento delle relative informazioni, si consiglia di inserire almeno un abstract o le parole chiave in inglese.

  • In che tipo di formato posso depositare i miei file?
    In un archivio Eprints è possibile depositare un documento in qualsiasi tipo di formato.
    Tuttavia è preferibile archiviare documenti in PDF per garantire una maggiore accessibilità e sicurezza.

  • Ci sono dei costi da sostenere per depositare i documenti nell’archivio aperto?
    Deposito e conservazione in fedOA sono gratuiti.

Domande su Copyright e diritto d’autore

Per tutta questa sezione si rimanda in particolare alla pagina I diritti degli autori sul Wiki dell'OA in Italia e sulla pagina dell'Università di Padova sul Diritto d’autore curata da Antonella De Robbio.

  • Le opere depositate in un archivio aperto sono protette dal diritto d’autore?
    La Legge 22 aprile 1941 n. 633 e successive modifiche, tutela il diritto d’autore anche per i documenti depositati in un Archivio aperto. Pertanto anche nel caso di deposito su fedOA un autore mantiene tutti i diritti morali ed economici (vedi domanda successiva)

  • Quali diritti possiede l’autore?
    Un autore dovrebbe essere a conoscenza sia della normativa vigente su diritto d’autore e copyright (vedi Legge 633/1941 e succ. mod. fino a D.Lgs. 16/06/2006, n. 118; e vedi anche la pagina curata da Antonella De Robbio), sia delle politiche editoriali dei singoli editori, in modo da poter decidere quali diritti cedere all’editore a quali mantenere per sé.
    Nel caso di deposito su fedOA un autore mantiene tutti i diritti morali ed economici; in particolare:
    • i diritti morali (paternità, integrità, ritiro dell’opera dal commercio) restano sempre in capo all’autore e non sono trasmissibili
    • i diritti di utilizzazione economica o patrimoniali (distribuzione, comunicazione, riproduzione, traduzione ecc.), che possono essere ceduti in parte o in esclusiva

    I diritti morali dell'autore, compreso il diritto alla paternità dell'opera, vengono considerati dalla legge italiana come diritti della persona, salvaguardati a tutela della personalità dell'autore e dell'attività in cui si materializza la sua creatività. E ciò indipendentemente dal fatto che l'opera sia pubblicata o meno, a stampa o in rete.

  • Posso depositare i miei articoli in un archivio aperto dopo averli pubblicati altrove?
    In un archivio aperto è possibile depositare anche materiale edito.
    In questo caso, l’autore deve accertarsi se ha già ceduto i diritti per l’opera che vuole depositare in archivio e se gli accordi stabiliti sui diritti con l’editore permettono di inserire il suo documento nell’archivio. A tal proposito, esiste una banca dati (SHERPA-Romeo - Publisher copyright policiesself-archiving) che contiene le politiche editoriali relative al deposito negli archivi aperti.
    È invece sempre possibile depositare versioni che siano diverse da quella precedentemente pubblicata presso un editore; in questo caso non c’è nemmeno bisogno di prendere accordi con l’editore (anche se è opportuno prendere contatti con il proprio editore al fine di poter rinegoziare l’accordo).

  • Depositare un lavoro ad accesso aperto ne facilita il plagio?
    Questo è solo un luogo comune. Al contrario, con il deposito in un archivio aperto si ottiene la certificazione della paternità intellettuale con una data certa.

Per chi cerca in fedOA

Glossario minimo

Autoarchiviare
Depositare un documento in un archivio pubblicamente accessibile sul Web e preferibilmente compatibile con gli standard internazionali per l’Open Access. L’operazione di deposito implica l’introduzione nell’archivio di alcuni dati bibliografici e il caricamento del testo pieno.

Copyright
È l’insieme delle normative che regolano la proprietà intellettuale nel mondo differenti da Paese a Paese. In Italia, in mancanza tuttora di un Testo Unico, la legge che regola il diritto d'autore è sempre la stessa (L. 633/1941) modificata numerose volte a seguito di interventi legislativi interni, del recepimento delle direttive europee e dell’adesione a quanto stabilito a livello internazionale da trattati, accordi e convenzioni.

Embargo
Periodo di tempo in cui il documento autoarchiviato viene secretato e quindi risulta accessibile al pubblico solo per la parte dei metadati.

Interoperabilità
È la capacità di un sistema di cooperare e di scambiare informazioni con altri sistemi in maniera affidabile ed efficace. Interoperabile significa quindi essere in grado di condividere informazioni e servizi con altre entità presenti sul web. Si basa, fra gli altri, su due aspetti fondamentali:
  • la scelta del protocollo di scambio per il metadata harvesting (raccolta dei metadati) che permetta la disseminazione dei metadati
  • la scelta di un formato comune (set di metadati) delle informazioni utilizzate sia per descrivere gli oggetti digitali presenti nell’archivio che per la loro localizzazione.
Nel contesto degli Open Archives, gli standard utilizzati sono l’OAI-PMH (Open Archives Iniziative - Protocol for Metadata Harvesting) e il set descrittivo Dublin Core (ISO 15836:2003). "Se gli archivi sono compatibili con il protocollo della Open Archives Initiative (OAI), allora sono "interoperabili". Vale a dire che motori di ricerca e altri servizi web interagiscono con tutti gli archivi OAI, separati e compatibili, come se formassero un unico grande archivio virtuale. Gli utenti non hanno bisogno di sapere in quale pagina web troveranno un documento, o che un testo è stato depositato in un determinato archivio.."(P.Suber 2005)

OAI (Open Archives Initiative)
L’Open Archives Iniziative nasce come idea di rendere facilmente fruibili gli archivi che contengono documenti prodotti in ambito accademico e mira a promuoverne la produzione in ambito scientifico/universitario. L’intento è di promuovere strumenti semplici per consentire di ricercare e creare servizi che, a costi non troppo elevati, rendano utilizzabili tutti i contenuti dell’attività di ricerca degli atenei.
Il modello funzionale ha due componenti:
- data provider: gestiscono uno o più archivi (repositories) di collezioni di oggetti digitali e sono responsabili del loro mantenimento e della generazione dei metadati che li caratterizzano. Supportano il protocollo OAI per consentire l'accesso ai metadati sul contenuto. Il data provider, al tempo stesso, mette a disposizione i metadati e ne cura la qualità e la completezza;
- service provider: gestiscono i servizi a valore aggiunto per l’aggregazione e l’indicizzazione dei metadati (ricerca, scoperta, localizzazione degli oggetti digitali) e interrogano gli archivi dei data provider usando le richieste del protocollo OAI per catturarne i metadati. Inoltre forniscono interfacce utente che si avvalgono della tipologia dei portali e dei Middle Ware (OAI-PMH, OpenUrl, Z39.50, ISO ILL, NCIP). (Wikipedia)

OAI PMH (Open access archive iniziative protocol for metadata harvesting)
E' un protocollo comune di trasmissione di metadati (es. titolo, autore, o altri particolari bibliografici). Esso garantisce la reperibilità delle informazioni contenute negli archivi che possono essere rintracciate usando motori di ricerca specialistici (es. Pleiadi) o generalisti come Google o Google Scholar.

Peer review (revisione dei pari)
Processo attraverso il quale esperti valutano e certificano la qualità del materiale proposto per la pubblicazione.

Pre-print
La versione di un articolo inviata alla rivista ma non ancora sottoposta al processo di peer review.

Post-print
La versione dell’articolo che ha già subito il processo di peer review ed è stata accettata per la pubblicazione. Il post-print può essere la versione riveduta dall’autore dopo la peer review o la versione finale predisposta dall’editore per essere stampata.

Fonti utilizzate

Le FAQ sono state elaborate confrontando ed utilizzando i testi delle seguenti fonti: