Accetta, Cinzia (2006) La conservazione del moderno nella cultura architettonica contemporanea. [Tesi di dottorato] (Unpublished)

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Item Type: Tesi di dottorato
Resource language: Italiano
Title: La conservazione del moderno nella cultura architettonica contemporanea
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Accetta, Cinzia
UNSPECIFIED
Date: 2006
Date type: Publication
Number of Pages: 195
Institution: Università degli Studi di Napoli Federico II
Department: Storia dell'architettura e restauro
Dottorato: Conservazione dei beni architettonici
Ciclo di dottorato: 17
Coordinatore del Corso di dottorato:
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Casiello, Stella
UNSPECIFIED
Tutor:
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La Regina, Francesco
UNSPECIFIED
Tomaselli, Francesco
UNSPECIFIED
Date: 2006
Number of Pages: 195
Keywords: Conservazione, Moderno, Architettura
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 08 - Ingegneria civile e Architettura > ICAR/19 - Restauro
Date Deposited: 25 Jul 2008
Last Modified: 30 Apr 2014 19:24
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/1048
DOI: 10.6092/UNINA/FEDOA/1048

Collection description

La tesi di dottorato analizza con rigore metodologico e acutezza critica la tematica del restauro del moderno al fine di chiarire il rapporto esistente tra la cultura architettonica contemporanea e l’architettura moderna, in quanto portatrice dei valori della modernità. Le problematiche legate alla conservazione di questa complessa eredità culturale, intendendo non solo le opere del Movimento Moderno ma tutta la produzione architettonica che dagli albori della rivoluzione industriale risale il tempo fino ai nostri giorni, vengono dipanate seguendo una prima schematizzazione che, a grandi linee, individua i seguenti ambiti: il concetto di moderno, il rapporto del moderno con la tradizione e con la critica del restauro, i limiti della burocrazia legislativa e le possibilità offerte dalla tecnologia. L’indagine è stata supportata dall’analisi di casi studio problematici, al fine di accostare gli orientamenti teorici e la prassi operativa. Il confronto dialettico con architetture particolarmente esposte al degrado ed al pericolo di pesanti, irreversibili stravolgimenti, ha suggerito interessanti spunti di riflessione, sottolineando i rapporti tra speculazione teorica e prassi operativa. Lo studio, partendo dall’analisi sistematica della bibliografia esistente sul tema, è stato condotto attraverso la consultazione del materiale inedito conservato presso l’ufficio tecnico del Palazzo Enel-Sges di Giuseppe Samonà a Palermo, che ha permesso di comprendere e documentare le trasformazioni subite dall’edificio nel tempo, e anche mediante la lettura delle documentazioni custodite presso gli archivi degli uffici tecnici dei Comuni di Gibellina e Tusa. La tesi ha approfondito, con ampiezza di vedute, le ricadute nell’ambito del restauro del gesto conservativo come atto culturale, non solo metodologico, dell’intervento sulla modernità che non può ridursi, esclusivamente, alla constatazione della opportunità della conservazione dei segni del tempo sull’opera, o della forzatura nel voler anacronisticamente riportare l’opera ad un periodo ormai trascorso o, peggio, in una manutenzione invasiva e snaturante. Il problema della conservazione si sposta sul piano della comprensione dell’opera moderna, della decifrazione dei valori di cui questa è portavoce, ancora della comprensione del ruolo dell’architettura nella società industriale ed, infine, dei meccanismi di ricezione, fruizione, e trasmissione dell’architettura moderna, all’interno della gamma di valori del mondo contemporaneo. In tal senso la dottoranda, analizzando sistematicamente gli interventi condotti sui manufatti individuati come casi problematici della modernità, ha letto criticamente le trasformazioni subite nel corso degli anni, il recepimento delle opere da parte della collettività, le problematiche tecniche e legislative connesse alla querelle del moderno. Ne risulta una attenta lettura diacronica e sincronica, dove la problematica della sostituzione/conservazione dell’opera espressione della modernità si scontra con la comprensione dei meccanismi che pongono in contrasto modernità e tradizione, creando una vera soluzione di continuità fra due modi divergenti di guardare al ruolo dell’arte, alla tecnica nel fare arte, al modo di recepire e fruire l’arte e quindi l’architettura. La ricerca, individuando la memoria quale entità attiva e fondamentale nel rapporto con il passato, mette in evidenza come le società odierne dell’Occidente, tecnicamente progredite, pensano se stesse come fonti autonome e autosufficienti dei valori di orientamento e di comportamento di cui hanno bisogno. La rapidità evolutiva delle tecniche produttive tende a rendere obsoleta l’esperienza. Appare, quindi, più che mai difficile l’affermazione dei principi della conservazione proprio perché distorta e de-sacralizzata è la memoria. Dipanare l’aggrovigliata matassa dei sotterfugi, delle ambiguità nascoste nella trattazione del tema del restauro delle opere architettoniche frutto della modernità rappresenta, infatti, uno degli obiettivi principali di questa tesi, che non si prefigge il raggiungimento di soluzioni conclusive. Obiettivo dichiarato è, per l'appunto, quello di ordinare in modo scientifico i problemi e gli interrogativi che la trattazione del tema comporta, in modo da scandire un percorso di approfondimento, che alla fine lascia intravedere le molteplici chiavi di lettura di questa complessa questione della cultura del restauro. La tesi costituisce, nel suo complesso, un contributo filologicamente fondato e originale alla definizione di una tematica ancora poco studiata che è ancora adesso argomento centrale del dibattito sugli orientamenti del restauro contemporaneo.

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