Tedesco, Marianna (2016) DALLE VIRTù MILITARI ALLE VIRTù CIVILI: LA FORMAZIONE DEL SOLDATO IN EUROPA TRA SETTE E OTTOCENTO. [Tesi di dottorato]
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Item Type: | Tesi di dottorato |
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Resource language: | Italiano |
Title: | DALLE VIRTù MILITARI ALLE VIRTù CIVILI: LA FORMAZIONE DEL SOLDATO IN EUROPA TRA SETTE E OTTOCENTO |
Creators: | Creators Email Tedesco, Marianna tedescomarianna@libero.it |
Date: | 30 March 2016 |
Number of Pages: | 294 |
Institution: | Università degli Studi di Napoli Federico II |
Department: | Scienze Politiche |
Scuola di dottorato: | Scienze politiche |
Dottorato: | Scienza politica e istituzioni in Europa |
Ciclo di dottorato: | 28 |
Coordinatore del Corso di dottorato: | nome email Musella, Marco UNSPECIFIED |
Tutor: | nome email Matarazzo, Pasquale UNSPECIFIED |
Date: | 30 March 2016 |
Number of Pages: | 294 |
Keywords: | VIRTù CIVILI; ESERCITO; FORMAZIONE MILITARE |
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: | Area 11 - Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche > M-STO/02 - Storia moderna |
Date Deposited: | 14 Apr 2016 12:46 |
Last Modified: | 31 Oct 2016 13:43 |
URI: | http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/10875 |
Collection description
Nel corso del Settecento i principali luoghi di promozione del nuovo sistema di virtù morali e politiche, ideato dalla cultura dei Lumi, furono le scuole ed in particolare le accademie militari che divennero delle vere e proprie palestre di educazione sia militare che civile. Anche nel secolo successivo le istituzioni militari avrebbero conservato se non accresciuto il loro ruolo primario nella formazione della cittadinanza. Le scuole militari, oltre ad essere istituti di addestramento alla guerra, si presentavano come degli autentici laboratori politici in cui sperimentare nuovi modelli di comportamento e disciplinamento sociale. La rigenerazione morale dell’uomo, questione tanto cara ai rivoluzionari e ai repubblicani, doveva avvenire attraverso la ricostituzione di una coscienza civile perduta e mortificata dalle vicissitudini dell’antico regime. Nel processo di emancipazione politica e sociale auspicato dagli ambienti democratici del XIX secolo, le milizie, specchio di società in continua evoluzione, ancora una volta avrebbero assunto un ruolo determinante. L’analisi dell’organizzazione degli eserciti europei, i loro regolamenti ed in particolare il tipo di formazione culturale e militare scelto per i soldati, sono stati i principali strumenti di indagine di questo lavoro sul sistema di virtù sette-ottocentesco poiché essi rispecchiano a pieno i valori politici del tempo. La storiografia ha, infatti, più volte evidenziato che la storia degli eserciti, portata fuori dall’ambito ristretto della storia militare, può veramente permettere di individuare nelle milizie lo specchio della società perché ne rivela non solo l’organizzazione statale, l’indirizzo politico ed il modello di sviluppo economico, ma anche il livello di crescita intellettuale e morale. Ripercorrendo le fasi salienti della storia militare della tarda età moderna è possibile, infatti, individuare momenti di svolta nell’elaborazione delle diverse tipologie di esercito corrispondenti proprio a periodi di forti trasformazioni culturali, politiche ed economiche della società civile. Non a caso si è deciso di considerare una periodizzazione lunga, focalizzando l’attenzione sul periodo storico che va dai decenni finali del Settecento fino alla prima metà dell’Ottocento. Prendendo avvio dalla seconda metà del Settecento, attraverso la Rivoluzione francese – confermatasi vero spartiacque tra momenti storici diversi – e l’età napoleonica, si giunge agli anni della Restaurazione e alla cesura del 1848, per indagare un intervallo temporale ampio e gravido di avvenimenti significativi, nel quale si registrano profonde trasformazioni anche nell’etica militare, i cui valori portanti tendono ad assumere una connotazione sempre più civile. Il presente lavoro ha inteso concentrarsi sulle vicende di alcuni stati europei, limitatamente alle esperienze francese e prussiana, impostesi a partire dal Settecento, e ai casi più significativi dell’area italiana, in particolare il Piemonte sabaudo e il Regno di Napoli. In un’ottica comparata, per tali contesti si è cercato di far emergere le ragioni culturali, ideologiche, politiche ed economiche che contribuirono a valorizzare una tipologia di milizia anziché un’altra. Si è, pertanto, proceduto a definire le principali caratteristiche dei modelli militari selezionati, a partire da quella che Franco Venturi ha definito la prima crisi dell’antico regime.
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