Castellano, Maria Laura (2016) Studi di storia botanica. Fonti e metodi investigativi per il XVIII e il XIX secolo. [Tesi di dottorato]

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Tipologia del documento: Tesi di dottorato
Lingua: Italiano
Titolo: Studi di storia botanica. Fonti e metodi investigativi per il XVIII e il XIX secolo
Autori:
AutoreEmail
Castellano, Maria Lauraml.castellano@libero.it
Data: 31 Marzo 2016
Numero di pagine: 168
Istituzione: Università degli Studi di Napoli Federico II
Dipartimento: Agraria
Scuola di dottorato: Scienze agrarie e agro-alimentari
Dottorato: Valorizzazione e gestione delle risorse agro-forestali
Ciclo di dottorato: 27
Coordinatore del Corso di dottorato:
nomeemail
D'Urso, Guidodurso@unina.it
Tutor:
nomeemail
Mazzoleni, Stefano[non definito]
Data: 31 Marzo 2016
Numero di pagine: 168
Parole chiave: Cirillo, Nicodemi, Dehnhardt
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 07 - Scienze agrarie e veterinarie > AGR/03 - Arboricoltura generale e coltivazioni arbore
Depositato il: 14 Apr 2016 11:44
Ultima modifica: 30 Ott 2019 02:00
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/10898

Abstract

Abstract 1 - The herbarium of the 19th-century Neapolitan botanists Vincenzo and Francesco Briganti was acquired by Orazio Comes in 1892 for the Royal Higher School of Agriculture in Naples. Based on a study of the handwriting on their labels, Comes concluded that some of the dried specimens were the sole remains of the herbarium of Domenico Cirillo, the distinguished 18th-century Neapolitan botanist, entomologist and physician. The current arrangement of the specimens not uniform and it is clear that they underwent extensive handling and rearrangement. Some of the exsiccata are preserved in two packets, fixed on sheets bearing a printed label that reads “Herbarium D. Cyrilli”. In an additional label Gaetano Nicodemi’s handwriting and not Cirillo’s as stated by Comes was identified. Other specimens, many of them mounted in a different manner from those in the first group, are arranged in another three packets. Certain characteristics of the herbarium may be explained by the vicissitudes of its history, including a hasty salvage operation. A study of the collection was conducted, including an analysis of the handwritten labels and notes, leading to conclusions that shed light on the significance of the Cirillo collection within the historical and scientific context of 18th-century Naples. 2 - Gaetano Nicodemi fu allievo e collaboratore dello scienziato e medico napoletano Domenico Cirillo. Aderì all'azione politica del maestro durante la Repubblica Partenopea del 1799. Con la restaurazione borbonica fu esiliato in Francia e si portò a Lione dove divenne direttore del Jardin des Plantes, fondato dal medico e botanico Emanuel Gilibert. Erborizzò nel lionese, arricchì il giardino, contribuì alla pubblicazione di un catalogo delle piante e curò la revisione dell’erbario seicentesco di Paolo Boccone. Morì nella primavera del 1804, secondo gli storici francesi per suicidio e annegamento. Oggi nuove testimonianze documentali hanno permesso di ricostruire la storia di Nicodemi. La sua “mano” è stata riconosciuta nell’Erbario Cirillo conservato nel Museo botanico Comes del Dipartimento di Agraria dell’Università di Napoli Federico II. La scoperta della paternità della grafia è stata svelata grazie al confronto con la scrittura autografa di Nicodemi presente nell’Erbario Boccone. La nuova identificazione conferma la convinzione che fosse lui a ordinare le famose collezioni di piante del maestro e avvalora la sua grande cultura botanica. Inoltre un documento inedito ha aperto inattese ipotesi sulla sua fine. Una lettera anonima denuncia il suo assassinio per volontà di Gilibert e parla del ritrovamento del corpo nelle acque della Saona. L'accusa è però smentita dalle autorità ufficiali francesi. La lettera tuttavia confermerebbe la tesi dell’omicidio, sostenuta dagli storici napoletani dell'Ottocento. 3 - Lo studio segue il percorso formativo del giardiniere tedesco Friedrich Dehnhardt (1787-1870) dal suo apprendistato a Gottinga fino all'impiego definitivo all'Orto Botanico di Napoli. Dall'analisi puntuale della composizione dei giardini in cui Dehnhardt ha prestato servizio come aiutante giardiniere, il grande parco Wilhelmshöhe di Kassel e il giardino imperiale di Schönbrunn a Vienna, il giardino di Desio (Milano) e la Villa Reale a Monza, è emersa la sua notevole capacità di adattamento ai cambiamenti lavorativi e ambientali incontrati procedendo via via verso Sud. A Napoli il direttore Michele Tenore lo volle come collaboratore nel suo programma di raccolta di piante per la formazione dell'Orto Botanico. In lui apprezzava soprattutto l'abilità, appresa nei giardini tedeschi, nella cura di piante esotiche in funzione del tipo di giardino e il loro adattamento alle diverse condizioni climatiche. Dai documenti d'archivio si è potuto rilevare quanto, all’arrivo a Napoli, la sua cultura botanica fosse stimolata da un ambiente favorevole all'acclimatazione delle piante e gli sia servita per realizzare in questa città il giardino romantico. Inoltre, è stata studiata la sua attività nella costituzione sia dell'Orto che dei parchi reali napoletani o dei giardini privati come, ad esempio, quello del conte di Camaldoli, in cui volle sperimentare l'acclimatazione di piante esotiche in pien'aria. Esperienze, queste ultime, che hanno contribuito a far maturare il suo ruolo professionale di "giardiniere artista" e di ideatore e progettista dell’intero complesso come dell’impianto vegetale.

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