Scappaticcio, Maria Chiara (2016) Lelio, Ercole, Anfione e Zeto ‘in scena’: il P.Tebt. II 686 (inv. 3010) ed un nuovo tassello della letteratura latina. [Pubblicazione in rivista scientifica]
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Tipologia del documento: | Pubblicazione in rivista scientifica |
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Lingua: | Italiano |
Titolo: | Lelio, Ercole, Anfione e Zeto ‘in scena’: il P.Tebt. II 686 (inv. 3010) ed un nuovo tassello della letteratura latina |
Autori: | Autore Email Scappaticcio, Maria Chiara mariachiara.scappaticcio@unina.it |
Autore/i: | Maria Chiara Scappaticcio |
Data: | Novembre 2016 |
Numero di pagine: | 18 |
Istituzione: | Università degli Studi di Napoli Federico II |
Dipartimento: | Dipartimento di Studi Umanistici |
Titolo del periodico: | Bollettino di Studi Latini |
Nazione dell'editore: | Italia |
Luogo di pubblicazione: | Napoli |
Editore: | Paolo Loffredo - Iniziative Editoriali S.R.L. |
Data: | Novembre 2016 |
ISSN: | 0006-6583 |
Volume: | XLVI |
Numero: | fascicolo II |
Intervallo di pagine: | pp. 552-569 |
Numero di pagine: | 18 |
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: | Area 10 - Scienze dell'antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche > L-FIL-LET/04 - Lingua e letteratura latina |
Diritti di accesso: | Accesso aperto |
Depositato il: | 07 Giu 2017 18:17 |
Ultima modifica: | 07 Feb 2018 09:48 |
URI: | http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/11191 |
DOI: | 10.6093/UNINA/FEDOA/11191 |
Abstract
Che il testo prosastico latino del P.Tebt. II 686 (inv. 3010), proveniente da Tebtynis (in Arsinoite) e datato tra II e III secolo, contenesse i nomi di Hercules ed Eurystheus è cosa nota fin dalla trascrizione che Robert Marichal ne diede nelle Chartae Latinae Antiquiores. Erano gli anni ’70 del Novecento e da allora, benché oggetto delle indagini di paleografi e papirologi, il testo non è stato mai pubblicato e si è consolidata la consuetudine di riferirvisi come ad un de laboribus Herculis. L’articolo propone una rilettura del papiro dalla quale il campionario onomastico esce indubbiamente ampliato: a quelli di Ercole ed Euristeo si affiancano i nomi di Amphion et Zethus — i due fratelli del mito, figli di Antiope, che animano trame di tragedie e nutrono, con la loro esemplarità, il dibattito filosofico-politico — e quello di C. Laelius, personaggio troppo ciceroniano perché questo testo non stimoli ulteriori interrogativi sull’essenza letteraria stessa del testo. Coming from Tebtynis in Arsinoites and written between II and III AD, the P.Tebt. II 686 (inv. 3010) is known to contain a Latin prose with the names of Hercules and Eurystheus. Robert Marichal gave a transcription of this papyrus in the Chartae Latinae Antiquiores, in the 1970s; although it has been studied by papyrologists and palaeographers, since then the text was never published and it has always been known as a de laboribus Herculis. This paper offers new readings of the P.Tebt. II 686’s Latin prose. For instance, the number of proper names is undoubtedly increased: the names of Hercules and Eurystheus are flanked by those of Amphion and Zethus — the mythological twin-brothers, sons of Antiope, known also from tragedies and among the examples of the philosophical and political debate — and that of C. Laelius, the latter a too much ciceronian character not to stimulate further questions about the literary essence of this papyrological Latin text.
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