D'Arena, Giovanni (2017) RILEVANZA CLINICO-BIOLOGICA DELLE REAZIONI AVVERSE INFUSIONALI AI FARMACI: IL CASO DELL’ANTICORPO MONOCLONALE RITUXIMAB. [Tesi di dottorato]

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Tipologia del documento: Tesi di dottorato
Lingua: Italiano
Titolo: RILEVANZA CLINICO-BIOLOGICA DELLE REAZIONI AVVERSE INFUSIONALI AI FARMACI: IL CASO DELL’ANTICORPO MONOCLONALE RITUXIMAB
Autori:
AutoreEmail
D'Arena, Giovannigiovannidarena@libero.it
Data: 2 Aprile 2017
Numero di pagine: 66
Istituzione: Università degli Studi di Napoli Federico II
Dipartimento: Medicina Clinica e Chirurgia
Scuola di dottorato: Medicina clinica e sperimentale
Dottorato: Terapie avanzate medico-chirurgiche
Ciclo di dottorato: 29
Coordinatore del Corso di dottorato:
nomeemail
Di Minno, Giovannidiminno@unina.it
Tutor:
nomeemail
Di Minno, Giovanni[non definito]
Data: 2 Aprile 2017
Numero di pagine: 66
Parole chiave: rituximab, reazioni avverse infusionali, linfoma, leucemia linfatica cronica, malattie autoimmuni, artrite reumatoide, farmacovigilanza
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 06 - Scienze mediche > MED/16 - Reumatologia
Depositato il: 27 Apr 2017 09:25
Ultima modifica: 14 Mar 2018 11:57
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/11488
DOI: 10.6093/UNINA/FEDOA/11488

Abstract

L'anticorpo monoclonale Rituximab, che identifica l'antigene target CD20, è oramai parte integrante del trattamento delle neoplasie ematologiche che esprimono il CD20 di superficie e, più di recente, si è dimostrato efficace anche nel trattamento delle patologie autoimmuni. Tuttavia, si possono verificare delle reazioni avverse alla infusione dell'anticorpo che, in alcuni casi, ne causano la definitiva sospensione della somministrazione privando il paziente, in tal modo, della opportunità di ricevere una molecola di straordinaria efficacia. In questo studio multicentrico sono stati valutati retrospettivamente 374 pazienti trattati con Rituximab somministrato per via endovenosa e il 23.5% di essi ha manifestato delle reazioni avverse infusionali. Nel complesso le reazioni avverse sono state osservate più frequentemente nei pazienti affetti da linfoma non-Hodgkin e leucemia linfatica cronica (25-35.9%), che nelle patologie autoimmuni (9.4-17.5%) (p < 0.0001). Una tossicità di grado 3-4 si è manifestata in 8 pazienti (2.1%), e in 4 di essi (1% di tutta la casistica) è stato necessario interrompere definitivamente la somministrazione dell'anticorpo. Sono stati identificati 3 gruppi di pazienti con differente rischio di sviluppare una reazione avversa alla infusione dell'anticorpo, utilizzando una heat-map predittiva, ottenuta dalla combinazione di 4 parametri (splenomegalia, storia di allergia, livelli di emoglobina circolante e sesso del paziente) selezionati attraverso una analisi multivariata. Il nostro modello, presentato in questo studio, potrebbe essere utile nell'identificare pazienti a più alto rischio di sviluppare una reazione avversa infusionale al rituximab e che, quindi, potrebbero giovarsi di terapie di prevenzione più appropriate, e pazienti a più basso rischio ai quali potrebbe essere risparmiata una terapia di "premedicazione" o potrebbe esserne somministrata una forma meno intensiva.

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