Micieli, Fabiana (2017) Dal naso al cervello: effetti clinici della dexmedetomidina per via intranasale nel cane. [Tesi di dottorato]

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Item Type: Tesi di dottorato
Resource language: Italiano
Title: Dal naso al cervello: effetti clinici della dexmedetomidina per via intranasale nel cane.
Creators:
CreatorsEmail
Micieli, Fabianafabiana.micieli@unina.it
Date: 9 April 2017
Number of Pages: 108
Institution: Università degli Studi di Napoli Federico II
Department: Medicina Veterinaria e Produzioni Animali
Dottorato: Scienze veterinarie
Ciclo di dottorato: 29
Coordinatore del Corso di dottorato:
nomeemail
Cringoli, Giuseppecringoli@unina.it
Tutor:
nomeemail
Vesce, GiovanniUNSPECIFIED
Date: 9 April 2017
Number of Pages: 108
Keywords: Intranasale; dexmedetomidina; cane; anestesia
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 07 - Scienze agrarie e veterinarie > VET/09 - Clinica chirurgica veterinaria
Date Deposited: 03 May 2017 08:24
Last Modified: 07 Mar 2018 13:05
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/11666

Collection description

Introduzione: La somministrazione intranasale di farmaci per indurre effetti sistemici è una realtà clinica legittimata dalle insolite proprietà di assorbimento della mucosa nasale. Tra molte altre sostanze, la somministrazione intranasale di molecole neurotrope, quali quelle anestetiche, si avvantaggia della via naso-cervello, nota alla medicina antica, ma solo da poco riscoperta in campo clinico. Dopo aver descritto la via intranasale e caratterizzato la dexmedetomina, già impiegata nell’uomo per via IN, vengono riportate gli studi di anestesia intranasale in vari ordini di animali presenti in letteratura. Obiettivo: Il presente studio si pone l’obiettivo di valutare l’efficacia clinica e gli effetti sulla funzionalità degli apparati cardiocircolatorio e respiratorio prodotti dalla dexmedetomidina (DEX) nel cane, dopo somministrazione per via intranasale (IN), confrontandoli con quelli conseguenti la più comune via di somministrazione intramuscolare (IM). Materiali e metodi: Sono stati inclusi nello studio venti cani, tutti appartenenti alle classi di rischio anestesiologico ASA I o II, divisi, secondo randomizzazione, in due gruppi per la somministrazione IN o IM di DEX. In entrambi i gruppi veniva somministrata DEX (Dexdomitor 0.05%, Pfizer Italia srl, Italy) alla dose di 0.02 mg/kg. Nei soggetti del gruppo IM la DEX veniva somministrata nel ventre del muscolo retto femorale, mentre nel gruppo IN, la stessa dose di DEX veniva somministrata per via intranasale, con l’ausilio di un atomizzatore MAD (Mucosal Atomization Device, MAD 300, Wolfe Tory Medical Inc., Salt Lake City, USA), in grado di ottimizzare la distribuzione e l’assorbimento del farmaco all’interno delle cavità nasali. Tutti i soggetti, dal momento della somministrazione e per i 45 min. successivi, venivano monitorati costantemente i parametri vitali e il grado di sedazione annotandoli in cartella ogni 5 min. Per valutare la variabilità all’interno di gruppi e tra i due gruppi, sono stati utilizzati: un’analisi della varianza a due vie (2-way ANOVA) per i dati parametrici, mentre per i dati non parametrici è stato impiegato il test Scheier Ray Hare. L’analisi post hoc è stata eseguita con il test di Sidak, il test di Mann-Whitney U-test o il test di Tukey, in relazione al tipo di distribuzione. Per tutti i test la significatività è stata posta a p < 0.05. Risultati: La sedazione è risultata efficace in tutti i soggetti di entrambi i gruppi, mentre non è stata riscontrata alcuna differenza statisticamente significativa tra i due gruppi nella latenza d’azione del farmaco (IN 6.3 ± 3.3 minuti vs IM di 9.4 ± 4.6 minuti). Il grado di sedazione (SS) è risultato significativamente più alto nel gruppo IN rispetto al gruppo IM (p < 0.001) a tutti i tempi a partire da 10 minuti dopo la somministrazione di DEX. Per quanto concerne i parametri vitali, la frequenza cardiaca è risultata significativamente più alta nel gruppo IN rispetto al gruppo IM (p < 0.001); in particolare, in corrispondenza del picco di sedazione, la frequenza cardiaca è risultata diminuita del 18% rispetto ai valori basali nel gruppo IN, mentre nel gruppo IM la diminuzione della frequenza cardiaca ha raggiunto una riduzione in percentuale del 56%. Infine, non sono state riscontrate differenze statisticamente significative tra i due gruppi nell’andamento della frequenza respiratoria (p = 0.067) e saturazione dell’ossigeno nel sangue (p = 0.127). Conclusioni: Nonostante abbia prodotto una sedazione più profonda, la somministrazione IN ha determinato una minore incidenza della bradicardia. Il passaggio diretto dal naso al cervello, dimostrato da diversi studi nell’uomo e negli animali, può aver favorito una maggiore concentrazione del farmaco nel SNC ed una sua minore distribuzione sistemica, determinando così una parziale riduzione degli effetti periferici della DEX. La somministrazione IN di DEX potrebbe costituire un’alternativa meno invasiva e di pari efficacia alla via di somministrazione intramuscolare.

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