Ruggiero, Raffaele (2018) CITTÀ D’EUROPA E CULTURA URBANISTICA NEL MEZZOGIORNO BORBONICO: Il patrimonio iconografico della raccolta Palatina nella Biblioteca Nazionale di Napoli. UNSPECIFIED. FedOA - Federico II University Press, Napoli.

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Item Type: Monograph (UNSPECIFIED)
Resource language: Italiano
Title: CITTÀ D’EUROPA E CULTURA URBANISTICA NEL MEZZOGIORNO BORBONICO: Il patrimonio iconografico della raccolta Palatina nella Biblioteca Nazionale di Napoli
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Ruggiero, Raffaele
raffaeleruggieror@hotmail.it
Autore/i: Raffaele Ruggiero, Università degli Studi di Napoli Federico II - CIRICE Raffaele Ruggiero è dirigente scolastico, già professore di Storia dell’arte nelle scuole superiori. Tra le sue opere: La chiesa del Real Monastero dei Santi Pietro e Sebastiano (Liceo V. E. Napoli, 2009), Castel Capuano nell’iconografia e nella cartografia storica, in Castel Capuano. La cittadella della Cultura giuridica e della Legalità. Restauro e valorizzazione, a cura di Aldo Aveta (E. De Rosa, 2013), Il disegno della città europea nelle raccolte cartografiche della Biblioteca Nazionale di Napoli, in Imago Urbis, a cura di C. de Seta, N. Ossanna Cavadini (Silvana Edit., 2016), San Giovanni Maggiore. Architettura e arte alle porte della Napoli antica (con A. Buccaro, Federico II University Press, fedOA Press, 2016).
Date: 2018
Number of Pages: 345
Original publication URL: http://www.fedoabooks.unina.it/index.php/fedoapres...
Nazione dell'editore: Italia
Place of Publication: Napoli
Publisher: FedOA - Federico II University Press
Date: 2018
Series Name: UrbsHistoriaeImago: Storia e immagine dei territori, dei centri urbani e delle architetture
ISBN: 978-88-6887-044-7
Number of Pages: 345
NBN (National Bibliographic Number): urn:nbn:it:unina-23868
Date Deposited: 08 Nov 2018 11:46
Last Modified: 08 Nov 2018 11:46
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/11982
DOI: 10.6093/978-88-6887-044-7

Collection description

[English]:After centuries of submission to the foreign rulers, between the eighteenth and the nineteenth century the South of Italy took a leading role in the European political landscape, on one hand absorbing in its culture the huge heritage of values and knowledge of those civilizations, on the other hand appealing to its own scientists, intellectuals and technicians’ fervid minds to achieve relevant international goals in the field of the public and urbanistic works. Kings, such as Charles of Bourbon and Ferdinand II, were the main promoters of this ransom and of the achieved primacies. Rummaging through the iconographic documents passed on their desks, nowadays rearranged in the Neapolitan National library Palatine collection and consulting the volumes of the Royal library, it turns out a great turmoil of ideas and projects, but also the confirmation of the large amount of potentialities unfortunately not completely expressed by the Neapolitan State: it occurred, it should be said, not only as a consequence of the end of the kingdom, but also as a result of the specific political responsibility of that dynasty: Unfortunately Italy’s unification didn’t enhance the heritage of these experiences, nor it rectified the structural inadequacies of the former regime; on the contrary the new State often contributed to increase them, stifling a socio-economic promise of development still today unrealized./ [Italiano]: Dopo secoli di sottomissione alle potenze straniere, tra Sette e Ottocento il Mezzogiorno d’Italia assunse un ruolo di grande prestigio nel panorama europeo, da un lato introiettando nella propria cultura il cospicuo patrimonio di valori e conoscenze di quelle civiltà, dall’altro facendo leva sulle fervide menti dei propri scienziati, intellettuali e tecnici per raggiungere traguardi di assoluto rilievo internazionale nel campo delle opere pubbliche e dell’urbanistica. Sovrani come Carlo di Borbone e Ferdinando II furono i principali promotori di questo riscatto e dei primati conseguiti. Frugando tra i documenti iconografici transitati sulla loro scrivania, oggi riordinati nella raccolta Palatina della Biblioteca Nazionale di Napoli, e interrogando i volumi della Biblioteca Reale, si scopre un ricco fermento di idee e di progettualità, ma anche la conferma del ricco quadro delle potenzialità purtroppo non pienamente espresse dallo Stato napoletano: ciò, va detto, non soltanto a seguito della fine del Regno, ma anche per le precise responsabilità politiche di quella dinastia. Purtroppo con l’Unità d’Italia tale patrimonio di esperienze non fu valorizzato, né corrette le deficienze strutturali del passato regime; anzi, il nuovo Stato contribuì sovente ad amplificarle, soffocando una promessa di sviluppo socio-economico che resta ancor oggi inattuata.

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