Rao, Anna Maria (2020) Corte e cerimoniale di Carlo di Borbone a Napoli. [non definito]. FedOAPress, Napoli.

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Tipologia del documento: Monografia ([non definito])
Lingua: Italiano
Titolo: Corte e cerimoniale di Carlo di Borbone a Napoli
Autori:
AutoreEmail
Rao, Anna Mariaannamariarao@unina.it
Autore/i: [Italiano]:Anna Maria Rao, Università degli Studi di Napoli Federico II Insegna Storia moderna e Metodologia della ricerca storica nell’Università degli Studi di Napoli Federico II. Già Presidente della Commissione Internazionale di Storia della Rivoluzione francese e della Società italiana di studi sul secolo XVIII, ha pubblicato vari volumi e saggi di storia politica e culturale del Settecento e del periodo rivoluzionario./[English]:Anna Maria Rao, University of Naples Federico II. She teaches Modern History and Methodology of Historical Research at the University of Naples Federico II. She has been President of the International Commission for the History of the French Revolution and of the Italian Society of Studies of the XVIII Century, and has published several volumes and essays on the political and cultural history of the Eighteenth century and of the revolutionary period.
Data: 8 Aprile 2020
Numero di pagine: 178
Istituzione: Università degli Studi di Napoli Federico II
URL ufficiale: http://www.fedoabooks.unina.it/index.php/fedoapres...
Nazione dell'editore: Italia
Luogo di pubblicazione: Napoli
Editore: FedOAPress
Data: 8 Aprile 2020
Titolo della serie: Clio. Saggi di scienze storiche, archeologiche e storico-artistiche
ISBN: 978-88-6887-069-0
Numero di pagine: 178
NBN (National Bibliographic Number): urn:nbn:it:unina-25834
Depositato il: 10 Apr 2020 17:05
Ultima modifica: 10 Apr 2020 17:05
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/12422
DOI: 10.6093/978-88-6887-069-0

Abstract

[Italiano]: Con l’arrivo a Napoli di Carlo di Borbone, nel 1734, cessata la plurisecolare dipendenza delle Sicilie da sovrani esterni e non residenti, prese subito avvio la formazione di una corte che divenne ben presto motivo di ammirazione per diplomatici e viaggiatori stranieri, oltre che uno dei simboli della politica di rafforzamento del nuovo Stato e della sua autonomia.A lungo trascurata dalla storiografia, la corte di Carlo e Maria Amalia viene qui indagata da punti di vista molteplici: le continuità e le discontinuità rispetto ai precedenti modelli vicereali e ad altri modelli europei, l’importanza simbolica di cerimonie e etichette nella costruzione di gerarchie cetuali e statuali, i contesti architettonici e la pluralità delle sedi, da Napoli e Capodimonte a Caserta e Carditello, da Portici a Persano. Nozze, nascite, funerali, rappresentazioni teatrali e scavi archeologici, partite di caccia e cerimonie laiche e religiose furono altrettante occasioni di esibizione della maestà del re e della sua munificenza, momenti celebrativi della unione tra il sovrano e il suo popolo. Anche inchini e baciamani potevano servire a costruire una civiltà delle buone maniere e a forgiare un’immagine di prestigio dello Stato napoletano sulla scena europea. ./[English]:In 1734 Charles of Bourbon’s accession to the Neapolitan throne put an end to the Two Sicilies’ centuries-old dependency on foreign and non-resident monarchs. Thus a royal court took shape, and shortly thereafter became a matter of admiration to diplomats and foreign travelers, as well as a symbol of reinforcement of the State’s authority and autonomy. This volume investigates Charles’ and Maria Amalia’s court, that has long been neglected by historians, from different points of view: continuity and changes with respect to previous viceregal models and other European models, the symbolic importance of ceremonies and etiquette in creating hierarchies, the architectural scenarios and the plurality of locations (Naples, Capodimonte, Caserta, Carditello, Portici, Persano). Weddings, births, funerals, theatrical performances and archaeological excavations, hunting meetings and secular and religious ceremonies: for the king, all these were occasions to exhibit his majesty and munificence, and to celebrate the union between himself and his subjects. Even bows and hand-kissing could serve to build a society of good manners and to forge a prominent image of the Neapolitan State on the European stage.

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