Tolla, Rosa (2018) Tra le case di macuti e quelle di madeira & zinco. Esempi di patrimonializzazione in Mozambico. [Tesi di dottorato]
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Item Type: | Tesi di dottorato |
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Resource language: | Italiano |
Title: | Tra le case di macuti e quelle di madeira & zinco. Esempi di patrimonializzazione in Mozambico. |
Creators: | Creators Email Tolla, Rosa r.tolla88@gmail.com |
Date: | 11 December 2018 |
Number of Pages: | 323 |
Institution: | Università degli Studi di Napoli Federico II |
Department: | Studi Umanistici |
Dottorato: | Scienze storiche, archeologiche e storico-artistiche |
Ciclo di dottorato: | 31 |
Coordinatore del Corso di dottorato: | nome email Caglioti, Francesco fcagliot@unina.it |
Tutor: | nome email Petrarca, Valerio UNSPECIFIED |
Date: | 11 December 2018 |
Number of Pages: | 323 |
Keywords: | Patrimonio; Memoria; Turismo; Mozambico; Mafalala; Ilha de Moçambique |
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: | Area 11 - Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche > M-DEA/01 - Discipline demoetnoantropologiche |
Date Deposited: | 06 Jan 2019 10:30 |
Last Modified: | 23 Jun 2020 09:32 |
URI: | http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/12688 |
Collection description
Il presente lavoro di tesi è il risultato di un progetto di ricerca dottorale che ha come tema principale la memoria e il patrimonio mozambicano. Inserendosi nel filone degli studi critico-antropologici del Cultural Heritage, la ricerca ha assunto una postura in cui si è prediletta un’osservazione olistica dei contesti e una partecipazione diretta ai processi di oggettivazione. Grande rilevanza è stata data agli attori sociali, impegnati nella trasformazione e nell’individuazione di elementi ‘memorabili’ del territorio. Con un lavoro di campo di poco più di un anno, realizzato in tre missioni svolte lungo il triennio 2016-2018, la ricerca si è realizzata in Mozambico, ex colonia dell’Impero portoghese, con l’obiettivo di comprendere le modalità di costruzione e uso dei luoghi del patrimonio culturale nazionale, tenendo presente le politiche culturali intraprese dal Governo dal 1975, anno della liberazione, ad oggi. Nel tentativo di incontrare esperienze, il cui obiettivo è quello di sovvertire l’interpretazione polarizzata del mondo di stampo tipicamente coloniale che ancora oggi influenza le dinamiche della quotidianità del popolo mozambicano, la tesi si articola estendendo l’osservazione a due aree, Ilha de Moçambique e Mafalala, bairro suburbano della città di Maputo. Considerate ‘luoghi della memoria’, insieme sono in grado di ricostruire, attraverso le vicende che le videro protagoniste, gran parte della storia del paese. Esiste inoltre un filo rosso che collega l’isola, antica capitale dell’impero, a Maputo, attuale capitale, che trova il suo elemento di intersezione a Mafalala. Quest’ultimo è proprio uno di quei quartieri dell’area suburbana dell’antica Lourenço Marques (oggi Maputo), risultato del piano di sviluppo urbano coloniale che come ad Ilha de Moçambique, divisa in cidade de pedra e cal e cidade de macuti, anche qui produsse due aree, quella urbana detta cidade de cimento e quella suburbana, cidade de caniço, delimitata dalla frontiera individuata dall’antica Via della Circumvallazione, oggi Av. Marien Nguabi. Presentandosi come un’isola all’interno della città di Maputo ed estensione simbolica della cidade de macuti, estromessa come quest’ultima dalla memoria nazionale, Mafalala oggi è al centro di un importante processo di patrimonializzazione, avviatosi con un ambizioso progetto turistico. Un gruppo di giovani mozambicani ha infatti creato un nuovo brand, auspicando ad una seconda decolonizzazione delle mentalità, in cui il patrimonio culturale subalterno acquisisce senso e assume il compito di curvare l’asse centro-periferia a matrice escludente. L’individuo suburbano non è altro che il subalterno gramsciano, il quale, posto ai margini della realtà, articola la sua vita sociale seguendo un modello in cui al bianco si contrappone il nero, al dentro il fuori, al bello il brutto, alla stabilità di una casa in muratura, la precarietà di una di legno e lamiere, e non per ultimo ciò che è da considerarsi patrimonio culturale a tutto il resto, invece possibile di distruzione. In un percorso riflessivo che si snoda a partire dalla percezione di chi vive nelle case di macuti di Ilha de Moçambique, poco presenti nella messa in valore che l’isola ha vissuto con l’iscrizione alla WHL-UNESCO, e che si conclude a Maputo tra le case di madeira & zinco, oggi simbolo del riscatto, la tesi dimostra come sia ancora insita una postura gerarchica dualistica dell’uso degli spazi, che attinge ad una matrice di stampo coloniale, violenta, capace di autorigenerarsi. Mafalala si presenta come il bairro avente tutte le potenzialità di ricartografizzare la città, dando al concetto di frontiera il giusto peso: esso non è fisso e immutabile ma costantemente rimodellato sulla base delle esigenze del presente. Decolonizzare le mentalità significa quindi lottare per poter ridisegnare i confini e intenderli non più come separazione ma come l’opportunità di porsi di fronte l’Altro senza il timore di sentirsi minacciati dalla sua presenza.
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