Bosone, Martina (2018) RECUPERO E GESTIONE DEI BENI COMUNI: PROCESSI DI RIUSO DEI SISTEMI INSEDIATIVI. [Tesi di dottorato]

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Tipologia del documento: Tesi di dottorato
Lingua: Italiano
Titolo: RECUPERO E GESTIONE DEI BENI COMUNI: PROCESSI DI RIUSO DEI SISTEMI INSEDIATIVI
Autori:
AutoreEmail
Bosone, Martinamartina.bosone@unina.it
Data: 11 Dicembre 2018
Numero di pagine: 188
Istituzione: Università degli Studi di Napoli Federico II
Dipartimento: Architettura
Dottorato: Tecnologia dell'architettura e rilievo e rappresentazione dell'architettura e dell'ambiente
Ciclo di dottorato: 31
Coordinatore del Corso di dottorato:
nomeemail
Russo, Michelangelorussomic@unina.it
Tutor:
nomeemail
Pinto, Maria Rita[non definito]
Fusco Girard, Luigi[non definito]
Data: 11 Dicembre 2018
Numero di pagine: 188
Parole chiave: Beni comuni, riuso adattivo, economia circolare
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 08 - Ingegneria civile e Architettura > ICAR/12 - Tecnologia dell'architettura
Depositato il: 02 Gen 2019 15:57
Ultima modifica: 17 Giu 2020 07:40
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/12692

Abstract

Oggetto della ricerca sono i sistemi insediativi vulnerabili in stato di obsolescenza avanzata e di abbandono. Recenti esperienze di recupero dello spazio fisico e, in particolare, dei luoghi considerati come “scarti/sprechi della città”, hanno riportato alla luce il ruolo attivo delle comunità. Il riuso di questi luoghi è legata al loro riconoscimento come “beni comuni”, intendendo con questo concetto non solo una nuova modalità di gestione ma anche tutto il portato di valori identitari in cui una comunità si riconosce e che le consentono di definirsi tale. Il carattere emergente di queste pratiche ha forti implicazioni di natura sociale e culturale che si traducono in azioni fisiche sull’ambiente costruito: azioni di “cura” basate sulla collaborazione e sulla condivisione, attraverso cui le comunità, in forma autorganizzata, progettano, attrezzano, gestiscono parti diverse del contesto urbano re-immettendole nel “ciclo di vita” della città. Il riconoscimento di tali beni urbani come «beni comuni» richiede un approccio ibrido capace di fortificare il processo di empowerment sociale e renderlo duraturo attraverso le azioni sull’ambiente costruito. Nei sistemi insediativi con vocazione produttiva le azioni sull’ambiente costruito devono confrontarsi con i valori della cultura materiale ancora fortemente presenti. Considerato il valore storico-culturale di tali tessuti, la ricerca ha l’obiettivo di definire il processo progettuale finalizzato al recupero ed al superamento della concezione di scarto, promuovendo un’azione mirata alla conservazione e alla valorizzazione di tali testimonianze. Il principio posto alla base dell’approccio è quello della circular economy, secondo cui gli scarti di un processo diventano materia prima per un altro innescando circoli virtuosi. In tale ottica gli spazi degradati e abbandonati non sono più da considerare come scarti urbani ma come occasione di sperimentazione e potenzialità per lo sviluppo dei sistemi insediativi. La sperimentazione è condotta sul caso studio di Ercolano, comune vesuviano esempio di Paesaggio Produttivo Urbano, caratterizzato da un patrimonio culturale di notevole importanza per la presenza degli scavi archeologici, ma al contempo soggetto alle pressioni di un’economia fortemente in crisi e di un crescente degrado fisico e sociale. La metodologia consiste nella caratterizzazione del sistema insediativo attraverso la scomposizione nelle sue dimensioni e nell’ analisi dei livelli prestazionali offerti. Il contributo fa particolare riferimento all’individuazione degli sprechi/scarti di quattro sub-sistemi (fisico, sociale, economico/produttivo, culturale) da ripensare come input per la creazione di un “paesaggio circolare”. L’analisi delle necessità delle comunità, la conoscenza della dinamiche del cambiamento, il riconoscimento di valori locali ed universali del paesaggio, l’identificazione delle risorse per mantenere e recuperare l’ambiente costruito, il confronto con esperienze di sviluppo simili sono gli elementi che sostanziano una metodologia “ibrida” per il progetto di riuso del Paesaggio Produttivo Urbano. Il risultato della sperimentazione è l’elaborazione di una strategia di recupero per la città di Ercolano sulla base del principio dell’economia circolare. In quest’ottica sistemica e rigenerativa è possibile ripensare agli sprechi/scarti presenti sul territorio (a livello fisico, economico/produttivo, sociale, culturale) come input per la creazione di nuovi circoli virtuosi. Tale approccio non solo consente di ridurre gli sprechi/scarti ma permette anche di rigenerare il potenziale di risorse che, messe a sistema, possono produrre nuove esternalità positive. In questa prospettiva la creazione di nuove sinergie per il recupero del sistema fisico diventa dunque un’occasione per ricomporre la capacità di preservare specifiche identità costruendo nuovi valori, mettendo in relazione la qualità dell’ambiente costruito con la produttività e l’innovatività delle comunità locali.

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