Rossi, Antonella (2019) Valutazione dell'effetto del caffè decaffeinato sulla permeabilità intestinale in un modello murino di NAFLD. [Tesi di dottorato]

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Tipologia del documento: Tesi di dottorato
Lingua: Italiano
Titolo: Valutazione dell'effetto del caffè decaffeinato sulla permeabilità intestinale in un modello murino di NAFLD
Autori:
AutoreEmail
Rossi, Antonellaantonellarossi46@hotmail.it
Data: Giugno 2019
Numero di pagine: 73
Istituzione: Università degli Studi di Napoli Federico II
Dipartimento: Medicina Clinica e Chirurgia
Dottorato: Terapie avanzate biomediche e chirirgiche
Ciclo di dottorato: 31
Coordinatore del Corso di dottorato:
nomeemail
Di Minno, Giovannigiovanni.diminno@unina.it
Tutor:
nomeemail
Caporaso, Nicola[non definito]
Data: Giugno 2019
Numero di pagine: 73
Parole chiave: NAFLD, permeabilità intestinale, microbiota intestinale, polifenoli
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 05 - Scienze biologiche > BIO/11 - Biologia molecolare
Area 06 - Scienze mediche > MED/12 - Gastroenterologia
Depositato il: 13 Giu 2019 13:10
Ultima modifica: 16 Giu 2020 10:03
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/12728

Abstract

Negli ultimi due decenni, vari studi in vitro e in vivo hanno valutato gli effetti epatoprotettivi del caffè e dei suoi componenti. In un precedente lavoro abbiamo dimostrato che il danno epatico, indotto da una dieta ad alto contenuto di grassi (HFD), viene ripristinato dal consumo di caffè attraverso una riduzione della deposizione di grasso nel fegato ed un miglioramento dello stato antiossidante e antinfiammatorio. Col presente studio ci siamo proposti di valutare il possibile coinvolgimento dell’intestino nella NAFLD e l’efficacia del consumo di caffè nel modulare il metabolismo dei lipidi, di influenzare le funzioni di barriera intestinale e la composizione del microbiota. Ai fini dello studio sono stati utilizzati 24 topi C57BL/6J suddivisi in 3 gruppi di trattamento: dieta standard (SD); HFD; HFD con soluzione di caffè decaffeinato (HFD + COFFEE) per 12 settimane. Al termine dello studio è stata effettuata la valutazione dei livelli sierici di colesterolo totale, ALT, trigliceridi e glucosio. Inoltre, su tessuto epatico è stata effettuata l’analisi istologica e mediante RT-PCR è stata effettuata la valutazione dell’espressione genica di PPAR-α, ACOX-1 e LXR-α mentre nel duodeno e nel colon è stata valutata l'espressione genica dei mediatori molecolari del metabolismo degli acidi grassi e della permeabilità intestinale. Sono stati raccolti campioni fecali per l'analisi degli acidi grassi e la composizione del microbiota intestinale. 4 Il trattamento con caffè ha ridotto i livelli sierici di colesterolo, glucosio e ALT e ha migliorato la steatosi macrovescicolare. Rispetto al gruppo HFD, i dati mostrano che la somministrazione di caffè up-regola l'espressione di PPAR-α, ACOX-1 e LXR-α nel fegato (p <0,05 in tutti i casi), up-regola l'espressione di ABCA1 e ABCG1 nel duodeno (p <0,05 in entrambi casi) e FFAR-1 nel duodeno e nel colon (p <0,05 in entrambi i casi). Rispetto ai topi HFD, gli HFD + COFFEE presentano nel cieco una percentuale più elevata di lipidi non digeriti, principalmente sotto forma di trigliceridi. Inoltre, i topi HFD + COFFEE mostrano una maggiore espressione di zonulina-1 nel duodeno e nel colon (p <0,05), claudina e PYY nel duodeno (p <0,05 in tutti i casi) e una maggiore abbondanza di Alcaligenaceae nelle feci (p <0,05). I topi HFD + COFFEE presentano un apporto calorico paragonabile all'HFD ma a partire dall'ottava settimana di intervento l’incremento del peso corporeo si riduce. La supplementazione di caffè nei topi HFD previene la NAFLD e determina una riduzione della deposizione di grasso epatico mediante l’aumento dell’ossidazione dei grassi nel fegato, la riduzione del colesterolo circolante attraverso l’attivazione dell'efflusso di colesterolo intestinale, la regolazione del metabolismo energetico e la riduzione della permeabilità intestinale. I benefici metabolici indotti dal caffè sono stati accompagnati da un trascurabile cambiamento della composizione del microbiota intestinale.

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