Mauro, Ida (2020) Spazio urbano e rappresentazione del potere: Le cerimonie della città di Napoli dopo la rivolta di Masaniello (1648-1672). [non definito]. FedOA - Federico II University Press, Napoli.

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Tipologia del documento: Monografia ([non definito])
Lingua: Italiano
Titolo: Spazio urbano e rappresentazione del potere: Le cerimonie della città di Napoli dopo la rivolta di Masaniello (1648-1672)
Autori:
AutoreEmail
Mauro, Ida[non definito]
Autore/i: [Italiano]: Ida Mauro, Universitat de Barcelona Ida Mauro è docente di Storia Moderna presso il dipartimento di Storia e Archeologia dell’Universitat de Barcelona. Svolge la sua attività di ricerca tra Italia e Spagna, dedicandosi al contributo del Regno di Napoli alla circolazione di pratiche culturali e di governo all’interno della monarchia spagnola. Nel 2010 ha ottenuto il dottorato di ricerca presso l’Universitat Autònoma di Barcellona e dal 2011 ha iniziato un periodo di formazione postdottorale in storia moderna presso l’Universitat de Barcelona. Ha preso parte a diversi gruppi di ricerca regionali, nazionali ed europei, dedicati alle circolazioni culturali tra i regni della monarchia di Spagna. Ha partecipato e coordinato congressi e giornate di studio nazionali ed internazionali.Tra i suoi studi vi sono diversi articoli e saggi brevi dedicati alle cerimonie della corte vicereale di Napoli, alla circolazione di opere d’arte tra Italia e Spagna, alla mobilità dell’élite ecclesiastica tra Regno di Napoli e i regni della Corona d’Aragona, alla pratica dell’invio di ambasciatori e agenti presso la corte del re spagnolo in difesa degli interessi delle città e dei regni della monarchia spagnola ./[English]: Ida Mauro, University of Barcelona Ida Mauro is lecturer of Early Modern History at the department of History and Archeology of the University of Barcelona. She has pursued her studies in both Spain and Italy, focusing on the circulation of works, artists and cultural practices between 16th and 17th centuries througout the territories of the Spanish Monarchy. In 2010 she received the PhD in History of Art from the Universitat Autònoma de Barcelona. She got a post-doc fellowship in Early Modern History from the University of Barcelona in the period 2011-2014, devoting her post-doc research to cultural transfers flourishing in dioceses of patronato real of the Kingdom of Naples. Among her publications are different articles regarding the acquisition of Neapolitan works of art by the viceroys, the festivals of the viceregal court of Naples and the patronage of the Spanish elites in seventeenth century Naples.
Data: 23 Luglio 2020
Numero di pagine: 436
URL ufficiale: http://www.fedoabooks.unina.it/index.php/fedoapres...
Nazione dell'editore: Italia
Luogo di pubblicazione: Napoli
Editore: FedOA - Federico II University Press
Data: 23 Luglio 2020
Titolo della serie: Clio: Saggi di scienze storiche, archeologiche e storico-artistiche
ISBN: 978-88-6887-073-7
Numero di pagine: 436
NBN (National Bibliographic Number): urn:nbn:it:unina-26309
Depositato il: 01 Set 2020 12:08
Ultima modifica: 01 Set 2020 12:08
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/12785
DOI: 10.6093/978-88-6887-073-7

Abstract

[Italiano]: Prendendo come fonte di partenza la cronaca inedita di Andrea Rubino (Notitia di quanto è occorso in Napoli dal 1648 fino a tutto il 1669) e le numerose descrizioni di cerimonie e apparati decorativi in essa contenute, il volume affronta il problema del controllo dello spazio della città di Napoli negli anni successivi alla rivolta di Masaniello. Il testo analizza la “politica cerimoniale” di cinque viceré - dal conte di Oñate a Pedro Antonio de Aragón - affiancata da quella del governo municipale e del capitolo della cattedrale, e sottolinea i momenti di attrito tra i diversi cerimoniali e la realizzazione polifonica dei principali eventi festivi. Lo studio integra l’analisi di diverse fonti: le cronache, gli avvisi (in particolare quelli conservati a Roma e Modena), le polizze di pagamento degli antichi banchi napoletani, i protocolli notarili, le consulte del Consejo de Italia, i viglietti dei viceré, quadri e incisioni dell’epoca e, ovviamente, le relazioni - manoscritte e a stampa - destinate a trasmettere il discorso della festa. Queste ultime, generalmente considerate come fonte di partenza per lo studio di ogni cerimonia, risultano fortemente ridimensionate dal confronto con una documentazione di carattere meno intenzionale. Il “tributo ossequioso” delle feste diventa dunque parte integrante di una contrattatazione dell’esercizio del potere che acquista la sua visibilità all’interno dello spazio urbano, in cui non solo le grandi cerimonie scenografiche ma anche le semplici feste per le inaugurazioni delle opere pubbliche sono indicate come un’importante occasione per la rappresentazione del consenso. ./[English]: Starting from the unpublished chronicle of Andrea Rubino (Notitia di quanto è occorso in Napoli dal 1648 fino a tutto il 1669) and the numerous descriptions of ceremonies and festivals’ decorations that it describes, the present work deals with the issue of controlling Naples’ urban space in the years following the revolt of Masaniello (1647-1648). The book analyzes the "ceremonial policy" of five viceroys - from the Count of Oñate to Pedro Antonio de Aragón - flanked by that of the municipal government and the cathedral chapter, and highlights some instances of friction between the different ceremonials to show the polyphonic source of the main festive events. The study integrates the analysis of different sources: the chronicles, the gazettes (in particular those preserved in Rome and Modena), the payments of Neapolitan public banks, the notary protocols, the consultations of the Consejo de Italia, the viceroys' viglietti, paintings and engravings and, of course, the festival books - handwritten and printed - intended to convey the discourse of festival. The latter, generally considered as main sources for the study of each ceremony, are properly contextualized by comparing and contrasting them with “less biased” forms of documentation. The "obsequious tribute" offered through the festivals becomes a way for negotiating the exercise of power that acquires its visibility within the urban space, in which not only the great scenic festivals but also the simple ceremonies for the inauguration of public works were an important opportunity for representing consensus.

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