Carotenuto, Silvana and Jambrešić Kirin, Renata and Prlenda, Sandra (2014) A feminist critique of knowledge production. Altro. UniorPress, Napoli.

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Tipologia del documento: Monografia (Altro)
Lingua: English
Titolo: A feminist critique of knowledge production
Autori:
AutoreEmail
Carotenuto, Silvana[non definito]
Jambrešić Kirin, Renata[non definito]
Prlenda, Sandra[non definito]
Autore/i: [Italiano]: Silvana Carotenuto, Università degli studi di Napoli “L’Orientale” Silvana Carotenuto è professoressa associata presso l’Università di Napoli “L’Orientale”, dove insegna Letteratura Inglese Contemporanea, Pensiero Critico, e Studi Postcoloniali. I suoi campi di ricerca sono la decostruzione, l’écriture feminine, la poesia e l’arte visuale. Le sue pubblicazioni includono la traduzione italiana di Tre passi sulla scala della scrittura di Hélène Cixous (Roma, Bulzoni, 2002), La lingua di Cleopatra. Traduzioni e sopravvivenze decostruttive (Milano, Marietti, 2009), e la cura di “Im-possible Derrida. Works of Invention”, darkmatter (8, 2012). Di recente, ha partecipato all’International Researching BWPWAP (Black When Pluto Was A Planet): “The Reinvention of Research as Participatory Practice” (Leuphana University of Lüneberg, Germania), una conferenza e seminario PhD di preparazione al Festival ‘Transmediale’ (Berlino, Germania, 2013). Al momento conduce la ricerca su “La performance femminile in area mediterranea: un archivio digitale” (Fondi Europei), frutto del suo interesse per la questione dell’esilio, delle donne e delle tecnologie. In corso di stampa è il suo “Go Wonder’: Plasticity, Dis/semination and (the Mirage of) Revolution”, in B. Bhandar and J. Goldberg Hiller (eds.), Plastic Materialities. Legality, Politics and Metamorphosis in the Work of Catherine Malabou (Duke U.P., 2014) e Passages d’innocence: la différence photographique dans l’œuvre de Jacques Derrida”, Études françaises, Les Presses de l’Université de Montréal (2015). [silcarot@gmail.com] Renata Jambrešić Kirin, Istituto di Etnologia e Ricerca sul Folklore a Zagreb Renata Jambrešić Kirin è supervisore presso L’Istituto di Etnologia e Ricerca sul Folklore a Zagreb, nel campo della letteratura orale e della storia femminile. È stata a capo del progetto Gender and Nation: feminist ethnography and postcolonial historiography (2007-2013) e direttrice nazionale della Rete di Azione COST “Remaking eastern border in Europe” (2008-2013). È stata co-direttrice del corso post-laurea Feminisms in a transnational perspective (2007-). Ha pubblicato il libro Dom i svijet: o ženskoj kulturi pamćenja [Home and the world: on women’s cultural memory] (2008) ed è stata co-editrice di sei raccolte di papers, tra cui quattro volumi nella serie Feminisms in a transnational perspective (2008, 2009, 2011, 2013). [renata@ief.hr] Sandra Prlenda, Centre for Women’s Studies a Zagreb Sandra Prlenda ha studiato a Zagreb (Corso di Laurea triennale in Storia e Studi Francesi), a Budapest (Corso di Laurea Specialistica in Storia) e a Parigi ((École pratiques des hautes etudes, studi dottorali in Storia). Dal 2006 lavora al Centre for Women’s Studies a Zagreb, in Croazia, di recente come direttrice della ricerca e delle pubblicazioni. Coordina e gestisce le attività del centro in diversi campi, dai progetti multidimensionali finanziati dall’Unione Europea (eredità delle donne, memoria delle donne, sostegno alle lavoratrici tessili) e il programma di pubblicazione, ai progetti di documentazione e ricerca legati alla storia e alla memoria femministe e delle donne (eredità di Zagorka, femminismi yugoslavi). È stata editrice e co-editrice di sette limi, tra cui quattro raccolte di atti del corso Feminisms in a Transnational Perspective (2008, 2009, 2011, 2013) [Sandra.prlenda@zenstud.hr] ./[English]: Silvana Carotenuto, University of Naples "L'Orientale" Silvana Carotenuto is Associate Professor at the Università di Napoli “L’Orientale”, where she teaches Contemporary English Literature, Critical Thought, and Postcolonial Studies. Her fields of research are Deconstruction, écriture feminine, poetry, and visual art. Her publications include the Italian translation of Three Steps on the Ladder of Writing, by Hélène Cixous (Roma, Bulzoni, 2002), La lingua di Cleopatra. Traduzioni e sopravvivenze decostruttive (Milano, Marietti, 2009), and the editing of “Im-possible Derrida. Works of Invention”, darkmatter (8, 2012). She was recently active in the International Researching BWPWAP (Back When Pluto Was A Planet): “The Reinvention of Research as Participatory Practice” (Leuphana University of Lüneberg, Germany), a conference and a PhD workshop in preparation for ‘Transmediale’ Festival (Berlin, Germany, 2013). She is at the moment leading the research on “Feminine Performance in the Mediterranean Area. A Digital Archive” (European Funding) as a consequence of her interest in the question of exile, women and technologies. Forthcoming is her “Go Wonder’: Plasticity, Dis/semination and (the Mirage of) Revolution”, in B. Bhandar and J. Goldberg Hiller (eds.), Plastic Materialities. Legality, Politics and Metamorphosis in the Work of Catherine Malabou (Duke U.P., 2014) and “Passages d’innocence: la différence photographique dans l’œuvre de Jacques Derrida”, Études françaises, Les Presses de l’Université de Montréal (2015). [silcarot@gmail.com] Renata Jambrešić Kirin, Institute of Ethnology and Folklore Research in Zagreb Renata Jambrešić Kirin is Research Advisor at the Institute of Ethnology and Folklore Research in Zagreb in the field of oral literature and women’s history. She was a head of project Gender and Nation: feminist ethnography and postcolonial historiography (2007-2013) and a national coordinator in the COST Action Network “Remaking eastern border in Europe” (2008-2013). She is the co-director of the postgraduate course Feminisms in a transnational perspective (2007-). She published the book Dom i svijet: o ženskoj kulturi pamćenja [Home and the world: on women’s cultural memory] (2008) and co-edited six collections of papers including four volumes within the series Feminisms in a transnational perspective (2008, 2009, 2011, 2013). [renata@ief.hr] Sandra Prlenda, Centre for Women’s Studies in Zagreb Sandra Prlenda studied in Zagreb (B.A. in History and French Studies), in Budapest (MA in History) and in Paris (École pratiques des hautes etudes, doctoral studies in History). From 2006 she has been working at the Centre for Women’s Studies in Zagreb, Croatia, currently as the research and publishing coordinator. She coordinates and manages the Centre’s activities in several fields, from EU-funded multi-dimensional projects (women’s heritage, women’s memory, support to textile workers) and publishing programme, to documentation and research projects related to women’s and feminist history and memory (Zagorka’s heritage, Yugoslav feminisms). She has edited or co-edited seven books, among them four collections of proceedings from the postgraduate course Feminisms in a Transnational Perspective (2008, 2009, 2011, 2013) [Sandra.prlenda@zenstud.hr]
Data: 24 Gennaio 2014
Numero di pagine: 240
URL ufficiale: http://www.fedoabooks.unina.it/index.php/fedoapres...
Nazione dell'editore: Italia
Luogo di pubblicazione: Napoli
Editore: UniorPress
Data: 24 Gennaio 2014
Titolo della serie: Materia Postcoloniale
ISBN: 978-88-6682-666-8
Numero di pagine: 240
NBN (National Bibliographic Number): urn:nbn:it:unina-26531
Depositato il: 12 Gen 2021 11:18
Ultima modifica: 12 Gen 2021 11:18
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/12855
DOI: 10.6093/978-88-6682-666-8

Abstract

[Italiano]: Il volume è il risultato della stretta collaborazione tra l’Università di Napoli “L’Orientale” e le studiose che hanno organizzato e partecipato al corso post-laurea Feminisms in a Transnational Perspective a Dubrovnik, Croazia. Il libro presenta 15 saggi che concepiscono una critica femminista alla produzione della conoscenza, che contribuisce, oggi, volontariamente o involontariamente, a nuove forme di discriminazione, controllo delle gerarchie ed esclusione. Opponendosi allo scetticismo verso la fattibilità degli studi umanistici e sociali nell’era della ‘banking education’, della commerciabilità e della cosiddetta razionalizzazione tecnologica, questi saggi investigano le pratiche educative dell’istruzione e dell’attivismo non istituzionali. Essi attuano ‘dirottamenti’ metodologici di intervento femminista nei Black studies, Childhood Studies, Heritage studies, Visual studies, e negli studi sulla letteratura, avventurandosi in diverse possibilità di ricerca, quali la messa in discussione di archivi e storie eurocentrici. Alcune autrici riaffrontano il pensiero di Wittig sulla letteratura come un cavallo di troia tra le mura dell’accademia, la macchina da guerra la cui “ideazione e obiettivo è polverizzare le vecchie forme e convenzioni formali”. Altre ricorrono al transnazionalismo minore, alla decostruzione, al femminismo nomadico deleuziano, alla teoria queer, alla storia orale delle donne e alla teoria del sublime femminista. Ciò che connette queste scritture impegnate è la fiducia nell’etica dell’arte e nella conoscenza decolonizzata come potente strumento contro il capitalismo cognitivo e la crescente precarizzazione delle vite umane e delle condizioni lavorative, che va di pari passo con il processo di annientamento degli studi umanistici in Europa. ./[English]: This volume is the result of the close collaboration between the University of Naples “L‘Orientale” and the scholars organizing and participating to the postgraduate course Feminisms in a Transnational Perspective in Dubrovnik, Croatia. It features 15 essays that envision a feminist critique of the production of knowledge that contributes today, intentionally or not, to new forms of discrimination, hierarchy control, and exclusion. Opposing the skepticism towards the viability of Humanities and Social Sciences in the era of ‘banking education’, marketability, and the so-called technological rationalization, these essays inquiry into teaching practices of non- institutional education and activism. They practice methodological ‘diversions’ of feminist intervention into Black studies, Childhood studies, Heritage studies, Visual studies, and studies of Literature. They venture into different research possibilities such as queering Eurocentric archives and histories. Some authors readdress Monique Wittig’s thought on literature as theTrojan horse amidst academy’s walls, the war-machine whose ‘design and goal is to pulverize the old forms and formal conventions’. Others rely on the theoretical assumptions of minor transnationalism, deconstruction, Deleuzian nomadic feminism, queer theory, women’s oral history, and the theory of feminist sublime. What connects these engaged writings is the confidence in the ethics of art and decolonized knowledge as a powerful tool against cognitive capitalism and the increasing precarisation of human lives and working conditions that go hand in hand with the process of annihilating Humanities across Europe.

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