Longobardi, Ferdinando (2021) Parole tra frontiere: appunti per una sociolinguistica europea. [non definito]. UniorPress, Napoli.

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Tipologia del documento: Monografia ([non definito])
Lingua: Italiano
Titolo: Parole tra frontiere: appunti per una sociolinguistica europea
Autori:
AutoreEmail
Longobardi, Ferdinando[non definito]
Autore/i: [Italiano]:Ferdinando Longobardi, Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” Ferdinando Longobardi insegna Lessicologia e Lessicografia all’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” ./[English]: Ferdinando Longobardi, University of Naples “L’Orientale” Ferdinando Longobardi currently teaches Lexicology and Lexicography at University of Naples “L’Orientale”.
Data: 2021
Numero di pagine: 112
URL ufficiale: http://www.fedoabooks.unina.it/index.php/fedoapres...
Nazione dell'editore: Italia
Luogo di pubblicazione: Napoli
Editore: UniorPress
Data: 2021
Titolo della serie: Fuori collana
ISBN: 978-88-6719-207-6
Numero di pagine: 112
NBN (National Bibliographic Number): urn:nbn:it:unina-27449
Depositato il: 09 Lug 2021 09:01
Ultima modifica: 09 Lug 2021 09:01
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/12913
DOI: 10.6093/978-88-6719-207-6

Abstract

[Italiano]: Il volume è caratterizzato da tre parti principali. Nella prima parte viene presentato il quadro teorico, caratterizzato dall’approccio multidisciplinare ed interdisciplinare. Vengono esaminate le questioni linguistiche all’interno dei tre processi socio-culturali della storia recente, e cioè il processo della formazione degli stati nazionali, il processo della globalizzazione ed il processo dell’integrazione europea. Nella seconda parte viene messo in evidenza come alla lingua appartiene il ruolo principale nel processo della definizione delle identità dei gruppi etnico-linguistici. Dall’analisi socio-culturale del periodo recente emerge anche il ruolo accentuato della lingua inglese come lingua franca a livello globale. Nella terza parte l’area transfrontaliera viene esaminata nel senso sociolinguistico come un’unica comunità di comunicazione, vista la sua alta frequenza di contatti, mentre di solito all’interno di questo unico spazio comunicativo si possono identificare più spazi simbolici dove la lingua può funzionare come indicatore di diversità. Gli spazi simbolici si riferiscono anche ai contenuti extra-linguistici e sembra importante sottolineare che in questo modo nello spazio transconfinario la lingua non può essere usata come mero strumento di comunicazione, visto che la stessa scelta della lingua rappresenta un atto di dimostrazione dell’appartenenza ad uno spazio simbolico. L’ultima parte offre infine alcuni elementi che si considerano utili per costruire un modello di ricerca e di pianificazione linguistica nelle aree di confine all’interno del contesto europeo, dove viene potenziata la necessità di eliminare ogni influenza negativa dei confini e di favorire l’integrazione. Inoltre viene anche considerato il fatto che le zone di confine possono rappresentare un prezioso ambiente “naturale” dove più facilmente che altrove possono essere raggiunti gli obbiettivi europei del multilinguismo, preservando in questo modo anche la diversità linguistica ./[English]: The work contains three main parts. In the first part the author presents the theoretical framework, characterised by a multidisciplinary and interdisciplinary approach. Special attention is given to the analysis of language related issues in the three recent socio-historical processes, i.e. the processes of nation state formation, globalisation and European integration. In the second parte is shown how language occupied a central role in defining the dentities of the ethno-linguistic groups and how the process of globalisation brought to the fore the primacy of English as the world lingua franca. In the third part the cross-border area is approached as a specific sociolinguistic domain. It appears that although forming one community of communication, due to high level of mutual connections, it is usually composed of more than one symbolic space where language can function as an indicator of diversity. Symbolic components refer to extra-linguistic contents of the society and the author points to the fact that in this context language is regularly used not as a mere communication tool, but also as a distinctive element of the “otherness”, an intentional act of demonstration of symbolic appurtenance. The final chapter also offers some elements that are considered useful for establishing a model of sociolinguistic research and language planning in cross-border areas in the European context. Moreover, these areas are seen as potential privileged settings where to more easily acquire the EU’s goals of multilingualism, preserving in this way language diversity as a precious heritage.

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