Abbamonte, Francesco (2020) Evoluzioni geo-temporali di ricostruzione con intenzioni di sviluppo. Lo studio di tre casi. [Tesi di dottorato]

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Tipologia del documento: Tesi di dottorato
Lingua: Italiano
Titolo: Evoluzioni geo-temporali di ricostruzione con intenzioni di sviluppo. Lo studio di tre casi
Autori:
AutoreEmail
Abbamonte, Francescofrancesco.abbamonte@unina.it
Data: 13 Marzo 2020
Numero di pagine: 226
Istituzione: Università degli Studi di Napoli Federico II
Dipartimento: Architettura
Dottorato: Architettura
Ciclo di dottorato: 32
Coordinatore del Corso di dottorato:
nomeemail
Mangone, Fabiofabio.mangone@unina.it
Tutor:
nomeemail
Moccia, Francesco Domenico[non definito]
Data: 13 Marzo 2020
Numero di pagine: 226
Parole chiave: ricostruzione sviluppo marginalità
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 08 - Ingegneria civile e Architettura > ICAR/21 - Urbanistica
Depositato il: 19 Mar 2020 10:31
Ultima modifica: 05 Nov 2021 11:40
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/13212

Abstract

L’acceso dibattito sul tema della marginalità, sulla dimensione territoriale delle disuguaglianze e la centralità dello Stato e delle persone ha prodotto negli ultimi anni interessanti spunti che in Italia si sono tradotti nella Strategia Nazionale delle Aree Interne (SNAI). Quella della SNAI ovviamente è una strada, ma lo spazio di manovra resta molto ampio, soprattutto dopo gli ultimi accadimenti che hanno interessato una parte territoriale importante delle aree marginalizzate dell’appenino, impongono un più generale salto di qualità dell’intervento pubblico. Infatti, ciò si fa ancora più evidente se consideriamo che, tre degli ultimi quattro eventi sismici verificatisi in Italia, hanno evidenziato maggiormente il disagio economico e sociale delle aree interne dell’appennino centrale. In questa occasione si è chiaramente palesato con forza che bisogna superare la logica vetusta dei bandi di progetto per passare alla costruzione condivisa di strategie d’area vasta, che disegnino servizi a misura dei contesti, diano capacità alle persone, rimuovano gli ostacoli alla creatività e all’imprenditorialità, costruiscano un rapporto equilibrato e produttivo con le città (Barca,2019). Alla luce di queste considerazioni, questo lavoro di ricerca mira a passare in rassegna lo studio di diversi processi di ricostruzione per valutarne gli effetti urbanistici ed economico sociali emersi nel lungo periodo, considerando sia i meccanismi positivi che negativi. Ogni volta che succede una catastrofe, la disponibilità di ingenti risorse e il desiderio di ripristinare velocemente la normalità, fanno di questi eventi un importante banco di prova per valutare l’efficacia nei risultati delle politiche messe in campo. Questo lavoro di ricerca cerca di dare un prezioso contribuito alla comprensione dell’evoluzione del pensiero economico in relazione alle politiche di sviluppo adottate nel tempo, cercando di esaminare lo stretto rapporto tra teoria e pratica, tra obiettivi prefissati e risultati raggiunti. Ne risulta un’interessante riflessione, sulle varie forme e modalità che nei diversi casi emergono per affrontare, non solo la mera riparazione dei danni causati dall’evento calamitoso al patrimonio edilizio esistente, ma bensì anche per risolvere i drammatici problemi dei territori fisiologicamente depressi e degradati. I casi studio scelti sono: il terremoto Irpino del 1981, il terremoto del Wenchuan in Cina del 2008 ed il terremoto del Centro-Italia del 2016-20017. Questi casi rappresentano degli osservatori privilegiati per l’attenzione posta ai temi dello spopolamento e dell’abbandono delle aree rurali svantaggiate. Il lavoro di ricerca si conclude evidenziando gli effetti prodotti dalle differenti scelte adottate, attestando che le politiche intraprese nei rispettivi processi di ricostruzione non riescono ad invertire le tendenze in atto ma piuttosto mitigano o favoriscono le dinamiche dominanti. Ciò impone di abbandonare, quindi, procedure standard a favore di pratiche “adattive”, che sappiano dialogare con la contrazione di questi territori e siano capaci di essere sostenibili in termini operativi e finanziari.

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