Vigo, Lorenzo Maria (2020) Effetti a lungo termine di un programma multidisciplinare di prevenzione cardiovascolare secondaria dopo bypass aortocoronarico. [Tesi di dottorato]

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Tipologia del documento: Tesi di dottorato
Lingua: Italiano
Titolo: Effetti a lungo termine di un programma multidisciplinare di prevenzione cardiovascolare secondaria dopo bypass aortocoronarico
Autori:
AutoreEmail
Vigo, Lorenzo Marialorenzovigo@live.it
Data: 21 Marzo 2020
Numero di pagine: 64
Istituzione: Università degli Studi di Napoli Federico II
Dipartimento: Medicina Clinica e Chirurgia
Dottorato: Terapie avanzate medico-chirurgiche
Ciclo di dottorato: 32
Coordinatore del Corso di dottorato:
nomeemail
Di Minno, Giovannidiminno@unina.it
Tutor:
nomeemail
Di Minno, Giovanni[non definito]
Ritieni, Alberto[non definito]
Data: 21 Marzo 2020
Numero di pagine: 64
Parole chiave: prevenzione;coronaropatia;bypass;fattori di rischio;recidiva coronarica;empowerment
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 06 - Scienze mediche > MED/11 - Malattie dell'apparato cardiovascolare
Depositato il: 22 Mar 2020 10:38
Ultima modifica: 28 Ott 2021 12:31
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/13244

Abstract

Le malattie cardiovascolari(Cardiovascular Diseases - CVD) sono oggi la più comune causa di morte nel mondo così come nel continente europeo. Alla base di ciò abbiamo l'aterosclerosi, patologia arteriosa multifattoriale, ad andamento cronico e in continua evoluzione, caratterizzata dallo sviluppo di placche ateromasiche all’interno dei vasi arteriosi. Osservando i dati pubblicati, si evince chiaramente come la Patologia Ischemica Coronarica (CHD – Coronary Heart Disease) rimanga la principale manifestazione della patologia cardiovascolare, responsabile di oltre il 35% di CVD e oltre il 40% dei decessi cardiovascolari nel continente europeo.La nascita e l’evoluzione del bypass aorto-coronarico (Coronary Artery Bypass Graft surgery o CABG) è stata una delle componenti chiave per ridurre significativamente la morbilità e la mortalità associate alla malattia coronarica.I soggetti sottoposti a rivascolarizzazione coronarica mediante bypass, rimangono pazienti catalogati come ad alto rischio di eventi coronarici. La recidiva coronarica dunque, in questi soggetti, rimane un evento da considerare comune. Quello qui presentato è uno studio osservazionale retrospettivo, finalizzato a valutare l'efficacia di un programma di prevenzione secondaria nel ridurre recidive coronariche dopo il CABG. Il Programma è stato sviluppato presso il Centro Cardiologico Monzino, proposto a pazienti sottoposti a CABG e residenti entro 100 km dall'Ospedale. Il programma è stato condotto da medici specialisti in medicina interna e medici ricercatori, nutrizionisti e infermieri; la partecipazione al programma è volontaria ed intesa a integrare (non a sostituire) il consueto programma di controlli con il chirurgo cardiovascolare e/o il cardiologo di riferimento. Oltre agli interventi mirati sui singoli fattori di rischio cardiovascolari, il programma si caratterizza per un’azione di empowerment dei soggetti arruolati, al fine di indirizzare i pazienti alle scelte migliori per la tutela della propria salute. Il gruppo Controllo è stato individuato tra i soggetti sottoposti a CABG nel medesimo Ospedale ma residenti a più di 100Km, e quindi non invitati al programma di prevenzione. L'outcome primario dello studio è stato individuato nelle recidive "hard", ovvero recidive spontanee e sintomatiche (angina, infarto del miocardio). Le recidive "soft", ovvero l'ischemia miocradica silente e le rivascolarizzazioni elettive su riscontri di imaging, definiscono l'outcome secondario. Il confronto tra il gruppo dei Partecipanti (n 624) e i Controlli (624), appaiati 1:1 per sesso, età al CABG e Anno di CABG, ha mostrato una significativa riduzione del numero di recidive coronariche nel gruppo dei Partecipanti al Programma. I risultati riferibili all’azione preventiva, analizzati a 5 anni di follow-up, mostrano un rischio di recidiva sostanzialmente dimezzato nei partecipanti al programma di prevenzione rispetto al gruppo controllo. I risultati qui illustrati ci permettono di immaginare un deciso cambio nella gestione del paziente in prevenzione secondaria, cosicché percorsi personalizzati di prevenzione a lungo termine possano diventare parte integrante della gestione sanitaria del soggetto, riconosciuta, condivisa e attuata a livello istituzionale.

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