Delle Donne, Matteo (2022) Agricoltura, alimentazione e paleoambiente della Jazira siriana tra IV e III mill. a.C. Le evidenze da Tell Mozan. Altro. UniorPress, Napoli.

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Tipologia del documento: Monografia (Altro)
Lingua: Italiano
Titolo: Agricoltura, alimentazione e paleoambiente della Jazira siriana tra IV e III mill. a.C. Le evidenze da Tell Mozan
Autori:
AutoreEmail
Delle Donne, Matteo[non definito]
Autore/i: [Italiano]:Ricercatore t.d. in Preistoria e protostoria presso il Dipartimento Asia, Africa e Mediterraneo dell’Università degli Studi di Napoli L’Orientale e membro di ISMEO – Associazione Internazionale di Studi sul Mediterraneo e l’Oriente. Dal 2003 svolge ricerche archeologiche in paesi del Vicino e Medio Oriente, Caucaso, Africa nordorientale e del Mediterraneo, al fine di ricostruire il rapporto tra uomo-ambiente nel passato, tramite l’analisi e lo studio dei resti archeobotanici. I suoi interessi principali si concentrano sulla ricostruzione delle pratiche agricole, delle tecniche di lavorazione e di conservazione dei prodotti vegetali, sulla definizione delle modalità di produzione dei cibi di origine vegetale e sulla ricostruzione delle caratteristiche ambientali del passato. Dal 2019 è co-direttore del Progetto Bio-Archeologico Italo-Iraniano in Sistan e Baluchistan, Iran di ISMEO - Associazione Internazionale di Studi Mediterranei e Orientali. È autore di vari studi pubblicati in periodici e riviste nazionali e internazionali. / [English]: Assistant professor in Prehistory and Protohistory at the Department of Asian, African and Mediterranean Studies of the University of Naples L’Orientale and member of ISMEO – The International Association for Mediterranean and Oriental Studies, Rome. Since 2003 he has been carrying out archaeological research in countries of the Near and Middle East, Caucasus, North-East Africa and Mediterranean Sea region, in order to reconstruct past human-environment interactions through the analysis and study of archaeobotanical remains. His main interests focus on the reconstruction of agricultural practices, processing and storage of plant products, the definition of the methods of production of foods of plant origin, and the reconstruction of paleoenvironmental features. Since 2019 he has been co-director of the Italian-Iranian Bio-Archaeological Project in Sistan and Baluchistan, Iran of ISMEO – the International Association for Mediterranean and Oriental Studies. He is the author of various studies published in national and international periodicals and journals.
Data: 2022
Numero di pagine: 280
Istituzione: Università degli Studi di Napoli "L'Orientale"
URL ufficiale: http://www.fedoabooks.unina.it/index.php/fedoapres...
Nazione dell'editore: Italia
Luogo di pubblicazione: Napoli
Editore: UniorPress
Data: 2022
Titolo della serie: Dissertationes
ISBN: 978-88-6719-166-6
Numero di pagine: 280
Parole chiave: resti archeobotanici, triangolo del Khabur, plant remains, Khabur Triangle, Late Chalcolithic 3, Early Jazirah IV
NBN (National Bibliographic Number): urn:nbn:it:unina-28280
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 10 - Scienze dell'antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche > L-OR/05 - Archeologia e storia dell'arte del vicino oriente antico
Diritti di accesso: Accesso aperto
Depositato il: 23 Mag 2022 10:40
Ultima modifica: 23 Mag 2022 10:40
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/13363
DOI: 10.6093/978-88-6719-166-6

Abstract

[Italiano]: Il volume presenta nuove informazioni sul rapporto che la comunità antica insediata nella regione attraversata dall’Alto Khabur, nella Siria nordorientale, instaurò con l’ambiente nel quale era inserita. A tal fine, ci si è avvalsi di un approccio interdisciplinare che ha consentito di tracciare una parte dell’evoluzione del mondo vegetale, mediante lo studio dei resti di semi e frutti provenienti dagli scavi archeologici di Tell Mozan, diretti da Giorgio Buccellati e Marilyn Kelly-Buccellati dell’IIMAS – The International Institute of Mesopotamian Area Studies. I livelli indagati da questa ricerca sono riferibili a due fasi cronologiche distinte, Late Chalcolithic 3 (prima metà del IV mill. a.C.) e Early Jazirah IV (seconda metà del III mill. a.C.). I campioni analizzati hanno restituito un assemblaggio carpologico costituito per la maggior parte da un complesso di cariossidi di cereali, perlopiù frammentarie, scarsissimi resti di spighetta e di spiga, una gran quantità di piante infestanti, soprattutto graminacee e, in misura minore, infestanti leguminose e infestanti relative ad altre famiglie. Le piante coltivate maggiormente attestate nel sito di Tell Mozan sono rappresentate dai cereali quali orzo, dicocco e grani nudi; di gran lunga inferiori sono le attestazioni di legumi, in particolare la lenticchia, e dei frutti, tra i quali un interessante presenza è quella della vite nei livelli del III mill. a.C. Molto numerosa è la documentazione delle piante infestanti, soprattutto graminacee, in molti casi Aegilops e, in misura minore, infestanti leguminose e di altre famiglie. Nei modelli elaborati, mediante studi etnografici, per la ricostruzione delle fasi di lavorazione dei cereali, il complesso vegetale rinvenuto nei livelli di IV mill. a.C. potrebbe essere correlato alla fase della trebbiatura, mentre quello ritrovato nei campioni di III mill. a.C. potrebbe essere collegato a uno degli stadi finali della lavorazione, compreso tra la setacciatura fine dei grani e il loro primo stoccaggio. Il prodotto di questo stoccaggio, rinvenuto nell’area identificata come magazzino reale, poteva essere destinato all’alimentazione animale piuttosto che a quella umana. Una delle prime deduzioni di carattere ecologico che lo studio di questi resti consente di trarre è che la caratteristica comune a gran parte delle infestanti identificate è quella di potersi insediare in habitat aperti, come campi coltivati o margini di campi coltivati. Inoltre, la presenza di piante tipiche di aree incolte umide, come stagni o corsi d’acqua ha permesso di definire aspetti del paesaggio naturale. La ricerca, quindi, integrando le informazioni provenienti da fonti archeologiche e archeobotaniche, ha consentito di ricostruire il quadro del paesaggio ecologico e culturale di una parte della Jazira siriana sul finire della protostoria. La definizione dell’archivio biologico del sito di Tell Mozan potrà, inoltre, fornire un apporto fondamentale per la realizzazione di una riserva di biodiversità, nella quale custodire la storia del rapporto della comunità che popolava la Jazira siriana del passato con l’ambiente. / [English]: The volume presents new information about the peculiar relationship between the ancient communities settled the Upper Khabur region, in northern Syria and their own environment. In order to achieve this goal, an interdisciplinary approach has been adopted, which has shed light on the evolution of the plant world, through the study of the archaeological plant remains from the excavation carried out at the site of Tell Mozan, under the auspice of IIMAS – The International Institute of Mesopotamian Area Studies by Giorgio Buccellati and Marilyn Kelly-Buccellati. The samples here investigated belong to two different chronological periods, Late Chalcolithic 3 (the first half of the 4th millennium BC) and Early Jazira IV (the second half of the 3rd millennium BC). The carpological record is mainly made up of mostly fragmentary cereal grains, few spike and spikelet remains, a large number of weeds, especially of graminaceous family, and, in a smaller amount, of leguminous family and of other families. Crops are characterized by whole and fragmentary grains and by few spike remains of barley, einkorn, emmer, and free threshing wheat. The pulse remains, mainly lentil, and fruit remains are far fewer and among the latter grapevine remains from 3rd millennium BC levels are remarkable. Weeds were found in all samples in high percentages; among the most representative families, the graminaceous family (Poaceae) is to be noticed, in particular Aegilops. Leguminous weeds (Fabaceae) and other weed families have been found in lower percentages. According to ethnographic studies of various cereal-processing stages, plant complex from 4th millennium BC levels may be related to threshing waste, while that from 3rd millennium BC levels may be linked to a final phase of processing, between the fine sieving of grains and their first storage. This product, retrieved from the area identified as the royal storehouse, seems to be also connected to the phase of food preparation for animal feed rather than for human consumption. As far as the ecological perspective is concerned, the study of these remains leads to the conclusion that most of the weeds found here can grow in open habitats such as cultivated fields or margins of cultivated fields and, to a lesser extent, in uncultivated areas, among which wet areas, such as ponds or watercourses are to be found. Thus, the ecological and cultural landscape of a part of the past Syrian Jazira during the late prehistory has been reconstructed, by integrating the information coming from the archaeological contexts and archaeobotanical remains. The definition of the biological archive of the site can also provide an important contribution to the realization of a biodiversity reserve in which to preserve the history of the man-environment relationship in this area.

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