Ferrara, Gianmarco (2021) Sierocaratterizzazione di 4 antigeni ricombinanti per la diagnosi di febbre Q nei ruminanti. [Tesi di dottorato]
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Item Type: | Tesi di dottorato |
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Resource language: | Italiano |
Title: | Sierocaratterizzazione di 4 antigeni ricombinanti per la diagnosi di febbre Q nei ruminanti |
Creators: | Creators Email Ferrara, Gianmarco gianmarco.ferrara@unina.it |
Date: | 8 July 2021 |
Number of Pages: | 168 |
Institution: | Università degli Studi di Napoli Federico II |
Department: | Medicina Veterinaria e Produzioni Animali |
Dottorato: | Scienze veterinarie |
Ciclo di dottorato: | 33 |
Coordinatore del Corso di dottorato: | nome email Cringoli, Giuseppe cringoli@unina.it |
Tutor: | nome email Montagnaro, Serena UNSPECIFIED Rosati, Sergio UNSPECIFIED |
Date: | 8 July 2021 |
Number of Pages: | 168 |
Keywords: | Febbre Q, antigeni ricombinanti, sieroprevalenza, fattori di rischio. |
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: | Area 07 - Scienze agrarie e veterinarie > VET/05 - Malattie infettive degli animali domestici |
Date Deposited: | 09 Jul 2021 09:34 |
Last Modified: | 07 Jun 2023 10:40 |
URI: | http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/13726 |
Collection description
Coxiella burnetii è l'agente causale della febbre Q, una zoonosi ampiamente diffusa a livello mondiale caratterizzata da considerevole impatto sull'economia zootecnica e sulla saluta pubblica. I ruminanti domestici sono i principali serbatoi e la principale fonte di infezione per l'uomo. Tale patogeno è considerato un agente di bioterrorismo dal Center for Disease Control (CDC) a causa della bassissima dose infettiva, della resistenza nell'ambiente esterno e della capacità di poter essere veicolato dal vento e altri agenti atmosferici. Attualmente, la diagnosi sierologica nei ruminanti utilizza complesse combinazioni di antigeni di fase I e II e può condurre a risultanti discordanti o difficili interpretazioni, non essendo in grado di distinguere le infezioni acute da quelle croniche e gli animali vaccinati. In tal senso, la tecnologia ricombinante può rappresentare un valido approccio al fine di risolvere parte di tali problematiche, in quanto proteine immunodominanti e legate alla fase di infezione possono essere prodotte in grandi quantità, con costi ridotti e senza l'utilizzo di laboratori BSL3. In questo studio 4 proteine di Coxiella sono state espresse in E.coli, purificate e caratterizzate in Western blot ed ELISA. I dati ottenuti suggeriscono che Ybgf, una proteina periplasmatica, è un promettente marker di infezione con potenziale applicazione in protocolli DIVA. Inoltre, un totale di 412 campioni di siero è stato prelevato da allevamenti di bovine da latte in regione Campania, allo scopo di rilevare specifiche IgG anti-Coxiella attraverso un kit ELISA commerciale (Q fever Coxiella burnetii antibody test kit, IDEXX). Un totale di 59 campioni si sono rivelati positivi contribuendo al raggiungimento di una prevalenza del 14.3% (IC 95 10.6 – 17.7). I risultati ottenuti indicano l'estensiva circolazione e una situazione epidemiologica simile a quella di altre Regioni italiane. Sottoponendo a un questionario gli allevatori delle aziende oggetto di campionamento è stato possibile investigare sui principali fattori di rischio (concernenti principalmente la gestione aziendale) tramite l'applicazione di un modello logistico binario. L'analisi statistica è stata effettuata con MedCalc e la regressione logistica con JMP version 14.1.0., considerando significativi valori di P < 0.05. La sieroprevalenza di C. burnetii non differisce al variare dell'età, delle dimensioni dell'allevamento e in base alla presenza di felidi, all'utilizzo periodico di antiparassitari e alla gestione di reflui zootecnici.Numerosi fattori risultano, invece, correlati positivamente con elevate sieropositivà: tipo di allevamento, presenza di altri ruminanti in azienda, frequente introduzione di nuovi capi, anamnesi di disordini riproduttivi. E'stata, inoltre, riscontrata una prevalenza significativamente più alta nella provincia di Caserta (18.75% IC 95 11.55 – 25.95) rispetto quella ottenuta in provincia di Benevento (8% IC 95 2.7 – 13.3). I dati ottenuti risultano concordanti con quanto descritto in letteratura da studi che evidenziano l'influenza di alcuni fattori di rischio sulla distribuzione dell'infezione.
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