Caterino, Chiara (2022) Standardizzazione del protocollo di produzione, valutazione macroscopica, istologica e quantificazione dei fattori di crescita delle membrane di fibrina ricche di leucociti e piastrine canine: studio prospettico per l’applicazione clinica. [Tesi di dottorato]

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Tipologia del documento: Tesi di dottorato
Lingua: Italiano
Titolo: Standardizzazione del protocollo di produzione, valutazione macroscopica, istologica e quantificazione dei fattori di crescita delle membrane di fibrina ricche di leucociti e piastrine canine: studio prospettico per l’applicazione clinica
Autori:
AutoreEmail
Caterino, Chiarachiara.caterino@unina.it
Data: 10 Marzo 2022
Numero di pagine: 73
Istituzione: Università degli Studi di Napoli Federico II
Dipartimento: Medicina Veterinaria e Produzioni Animali
Dottorato: Scienze veterinarie
Ciclo di dottorato: 34
Coordinatore del Corso di dottorato:
nomeemail
Cringoli, Giuseppecringoli@unina.it
Tutor:
nomeemail
Fatone, Gerardo[non definito]
Data: 10 Marzo 2022
Numero di pagine: 73
Parole chiave: Concentrati piastrinici, cane, bio scaffold, fattori di crescita, ELISA, medicina rigenerativa
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 07 - Scienze agrarie e veterinarie > VET/09 - Clinica chirurgica veterinaria
Depositato il: 22 Mar 2022 09:03
Ultima modifica: 28 Feb 2024 10:59
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/14429

Abstract

La medicina rigenerativa e l’ingegneria tissutale hanno ottenuto raggiunto un interesse crescente negli ultimi decenni sia in medicina umana che in quella veterinaria. I concentrati piastrinici sono derivati ematici ottenuti da sangue autologo e sono ampiamente utilizzati in chirurgia maxillofacciale, medicina sportiva e ortopedia. La fibrina ricca di piastrine e leucociti (L-PRF) è considerata la seconda generazione di concentrato piastrinico; è utilizzata come un sigillante autologo a base di piastrine e un agente emostatico nella guarigione delle ferite chirurgiche. Il coagulo L-PRF e la membrana L-PRF sono caratterizzate da una struttura viscoelastica, costituita da uno scaffold di fibrina che costituisce una rete tridimensionale all’interno della quale sono distribuite i leucociti, le piastrine e le cellule staminali. Tale scaffold biologico è in grado di rilasciare fattori di crescita (come ad esempio TGF-β1, PDGF-AB, VEGF) e protiene della matrice (fibronectina, vitronectina e trombospondina-1) dopo l’applicazione durante il processo di guarigione. Fino ad oggi non è ancora stato descritto e standardizzato né in medicina umana né in quella veterinaria un protocollo per la produzione di L-PRF. Pertanto, questo studio prospettico ha l’obiettivo di applicare il protocollo di Choukroun modificato da Crisci nella specie canina, valutare macroscopicamente (dimensioni e peso) ed istologicamente le membrane ottenute mediante l’utilizzo della “wound box” per standardizzare un protocollo di produzione nel cane e di valutare, poi l’applicabilità delle membrane tramite la valutazione quali-quantitativa del rilascio di fattori di crescita dalle membrane tramite test ELISA in un intervallo temporale di 7 giorni Sono stati arruolati 128 cani, in buone condizioni generali di salute, che non avessero assunto antinfiammatori nei 15 giorni precedenti all’arruolamento e/o nessun altro farmaco o patologia che potesse interferire con il normale processo coagulativo. Abbiamo ottenuto 172 membrane L-PRF: una metà di queste è state destinate all’analisi macroscopica e poi istologica, l’altra meta è stata utilizzata per i test ELISA. Abbiamo ottenuto membrane con lunghezza media (±DS) di 1,97cm (±0,89), larghezza media di 0,95 cm (±0,36) ed infine peso medio di 0,46 g (±0,20). L’esame istologico ha confermato una istoarchitettura caratterizzata da 5 strati ben distinti fra loro, distinguibili per la densità e la distribuzione al loro interno delle cellule ematiche. L’analisi tramite test ELISA ha mostrato un primo picco di rilascio di fattori di crescita nelle prime 6h dopo la produzione della membrana, una riduzione del rilascio nell’intervallo compreso tra le successive 24 e 72h, seguito però da un secondo picco di rilascio a 168h dalla produzione. I risultati ottenuti confermano, pertanto, l’efficacia e l’applicabilità di questo protocollo nella specie canina.

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