Rossi, Gennaro (2022) Active Architecture. Sequenze di movimento e spazi dell'interattività. [Tesi di dottorato]

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Tipologia del documento: Tesi di dottorato
Lingua: Italiano
Titolo: Active Architecture. Sequenze di movimento e spazi dell'interattività
Autori:
Autore
Email
Rossi, Gennaro
gennarorossiarchitetto@gmail.com
Data: 9 Marzo 2022
Numero di pagine: 168
Istituzione: Università degli Studi di Napoli Federico II
Dipartimento: Architettura
Dottorato: Architettura
Ciclo di dottorato: 34
Coordinatore del Corso di dottorato:
nome
email
Mangone, Fabio
fabio.mangone@unina.it
Tutor:
nome
email
Miano, Pasquale
[non definito]
Data: 9 Marzo 2022
Numero di pagine: 168
Parole chiave: attivo, individuale, relazionale
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 08 - Ingegneria civile e Architettura > ICAR/14 - Composizione architettonica e urbana
Depositato il: 16 Mar 2022 12:55
Ultima modifica: 28 Feb 2024 14:06
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/14519

Abstract

Il quadro teorico di riferimento in cui si inserisce la ricerca risulta caratterizzato da un intreccio tra argomentazioni che riguardano il tema del progetto architettonico e urbano - da un punto di vista disciplinare - e posizioni che studiano la relazione tra società, architettura e città con riferimento particolare alle ricerche recenti sulle conseguenze prodotte dalle trasformazioni urbane in termini di benessere della persona e di qualità delle relazioni sociali. In questa ampia cornice argomentativa il concetto di “active architecture” assume un ruolo centrale. L’idea su cui si articola l’intero percorso esplorativo è che l’architettura possa rappresentare un dispositivo attivo in grado di compiere molteplici azioni atte ad influenzare la dimensione umana - nella sua connotazione individuale e relazionale - ed a coinvolgere, nello stesso tempo, le dinamiche che definiscono il funzionamento e la conformazione della città. Peraltro, lo studio delle modalità con cui in passato la nozione di movimento è stata messa in relazione all’architettura ha messo in risalto una certa tendenza nell’interpretare il movimento quale dispositivo progettuale finalizzato alla produzione di un’esperienza individuale di attraversamento spaziale tralasciando la variabile legata alla capacità del movimento di agire sia come strumento di connessione urbana che come catalizzatore di relazioni tra esseri umani. All’interno di un percorso esplorativo multiforme, infatti, la sfera individuale non rappresenta un punto di arrivo. Al contrario, il campo della soggettività costituisce un aspetto transitorio indispensabile alla comprensione dell’intero ragionamento e soprattutto un fattore necessario al raggiungimento di un livello concettuale più complesso. Il passaggio dal concetto di “movimento come esperienza individuale” all’idea di “movimento come catalizzatore di relazioni” è una questione molto intricata e la consistenza del terzo capitolo rende conto del fatto che le tematiche in campo sono molteplici. In particolare, il percorso d’indagine si concentra sull’idea che la nozione di movimento riesca a coinvolgere in maniera interrelata sia la sfera del soggetto-corpo che la dimensione relazionale mescolando i concetti di concatenazione, interazione e sincronismo. La complessità del rapporto che si stabilisce tra gli esseri umani e gli spazi che li circondano conduce al riconoscimento della nozione di “interazione” quale elemento chiave del procedimento argomentativo. Il concetto d’interazione apre, a sua volta, alla possibilità di definire un paradigma alternativo per l’architettura contemporanea secondo cui l’organizzazione spaziale di un edificio può influenzare il comportamento delle persone che lo frequentano. In realtà, l’intersezione tra le due variabili esegetiche della nozione di movimento - individuale e relazionale - genera un amalgama tra sfera soggettiva e sfera relazionale producendo una realtà interattiva in cui le dinamiche percettivo-sensoriali dell’individuo si fondono con le esperienze collettive e con la fitta trama delle relazioni urbane.

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