Specchio, Valerio (2023) In ostaggio del virtuale : sulle tracce di Baudrillard. Other. FedOA Press - Federico II University, Napoli.

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Item Type: Monograph (Other)
Resource language: Italiano
Title: In ostaggio del virtuale : sulle tracce di Baudrillard
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Specchio, Valerio
specchiovalerio@gmail.com
Autore/i: [Italiano]: Valerio Specchio svolge attività di ricerca presso le cattedre di Filosofia Morale e Filosofia della Storia del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” e fa parte della redazione della rivista “Scienza & Filosofia”. / [English]: Valerio Specchio conducts research activities at the chairs of Moral Philosophy and Philosophy of History for Humanities Department of University of Naples “Federico II” and is part of the editorial team for the journal “Scienza & Filosofia”
Date: 14 April 2023
Number of Pages: 118
Institution: Università degli Studi di Napoli Federico II
Nazione dell'editore: Italia
Place of Publication: Napoli
Publisher: FedOA Press - Federico II University
Date: 14 April 2023
Series Name: Fuori Collana
ISBN: 978-88-6887-168-0
Number of Pages: 118
Keywords: Simulazione, codice digitale, schermo, potlatch, iperrealtà,simulation, digital code, screen, potlatch, hyper-reality
NBN (National Bibliographic Number): urn:nbn:it:unina-29080
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 11 - Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche > M-FIL/03 - Filosofia morale
Access rights: Open access
Date Deposited: 14 Apr 2023 06:14
Last Modified: 14 Apr 2023 06:14
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/14729
DOI: 10.6093/978-88-6887-168-0

Collection description

[Italiano]: In un’epoca in cui la principale forma di riconoscimento sembrerebbe demandata allo schermo, le riflessioni di Jean Baudrillard offrono strumenti interpretativi quanto mai utili per tentare di comprendere la neo-esistenza dell’individuo schermato. Secondo il filosofo francese, la simulazione, in quanto ritrascrizione degli enti in un flusso di dati, sarebbe assimilabile ad una sorta di potlatch informatico, un cortocircuito rituale, alimentato dal consumo di bits quale ultima garanzia di persistenza. Tale pratica avvolgerebbe l’intera società in una sospensione claustrofobica, levigandone ogni possibilità di contatto, facendo riemergere l’user come canale di trasmissione di un significante privo di significato: il codice digitale. Ecco allora che la superficie dello schermo, esponendo una sorta di indigestione ontologica tra l’individuo e la sua proiezione digitale, rinverrebbe la propria matrice nell’intersezione tra il versante metafisico e il versante politico attraverso la figura dell’ostaggio. Lo schermo-società, da lustro richiamo alla distensione e all’intrattenimento, si capovolgerebbe in salvifica forma di scomparsa, riconfigurando un mondo in cui le antiquate ombre della realtà si sarebbero acuite in fantasmi divenuti più reali del reale, iperreali. Ed è a partire da questa fenditura, da questa commistione tra virtuale e reale, che verrebbe a porsi l’urgenza di un pensiero che, come voleva Baudrillard, possa farsi messaggero della resistenza di una singolarità inafferrabile. / [English]: During an era in which the main form of recognition would seem to be entrusted to the screen, Jean Baudrillard’s reflections offer extremely useful interpretative tools to understand the neo-existence of the screened individual. According to the French philosopher, the simulation, as a codification of entities in a data flow, can be interpreted as a informatic potlatch, a ritual shortcircuit, fueled by the consumption of bits as the ultimate guarantee of persistence. This practice would envelop the entire society in a claustrophobic suspension, smoothing out any possibility of contact, bringing out the user as a transmission channel of an empty signifier: the digital code. The surface of the screen, exposing a sort of ontological indigestion between the individual and his digital projection, would find its own matrix in the intersection between the metaphysical problem and the political question through the figure of the hostage. The screen-society, from the shining call to entertainment, would turn upside down in a saving form of disappearance, reconfiguring a world in which the antiquated shadows of reality would have sharpened into ghosts that had become more real than reality, hyperreal. Precisely starting from this fissure, from this mingling of virtuality and reality, that seems to emerge the urgency of a thought that, as Baudrillard wanted, can transmit the resistance of an elusive singularity.

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