Prisco, Anna (2023) Economia circolare e Innovazione. Evidenze empiriche nel contesto delle PMI italiane. [Tesi di dottorato]

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Tipologia del documento: Tesi di dottorato
Lingua: Italiano
Titolo: Economia circolare e Innovazione. Evidenze empiriche nel contesto delle PMI italiane
Autori:
Autore
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Prisco, Anna
anna.prisco@unina.it
Data: 12 Aprile 2023
Numero di pagine: 330
Istituzione: Università degli Studi di Napoli Federico II
Dipartimento: Economia, Management e Istituzioni
Dottorato: Management
Ciclo di dottorato: 35
Coordinatore del Corso di dottorato:
nome
email
Mele, Cristina
cristina.mele@unina.it
Tutor:
nome
email
Sciarelli, Mauro
[non definito]
Data: 12 Aprile 2023
Numero di pagine: 330
Parole chiave: Sostenibilità, Economia circolare, Innovazione, PMI, PLS-SEM
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 13 - Scienze economiche e statistiche > SECS-P/08 - Economia e gestione delle imprese
Depositato il: 12 Apr 2023 14:44
Ultima modifica: 09 Apr 2025 13:14
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/15024

Abstract

“Ciò che sta accadendo ci pone di fronte all’urgenza di procedere in una coraggiosa rivoluzione culturale”. Così Papa Francesco, nel “Laudato sì” del 2015 esorta la società moderna a prendere coscienza di ciò che sta accadendo. I cambiamenti climatici, la perdita della biodiversità, l’inquinamento dell’aria, delle acque e del suolo, le catastrofi naturali ad esso associate, il depauperamento delle risorse naturali sono fenomeni che interessano l’intero pianeta e che non possono lasciare indifferenti i popoli. La tutela dell’ambiente è divenuto un interesse giuridicamente rilevante proprio perché, mentre “in precedenti periodi c’è stato un equilibrio tra il fatto creativo e il fatto distruttivo dell’uomo…, oggi questo equilibrio si è rotto e prevale l’elemento negativo: le forze distruttive sono maggiori delle forze costruttive” (Massimo Severo Giannini, 1971). L’ambiente assurge a diritto garantito e trova piena tutela costituzionale tramite il combinato disposto degli artt. 9, 32 e 117 della Costituzione. L’esigenza di intervenire non è però percepita solo a livello nazionale. A livello internazionale, infatti, è stato ampiamente dibattuto il tema sulla necessità di un cambiamento dei tradizionali modelli di produzione e consumo. La rilevanza della tematica ambientale esige un ripensamento delle logiche di gestione aziendale. A tal riguardo, le imprese sono chiamate a tenere conto delle profonde trasformazioni e non possono più restare indifferenti alle problematiche ambientali che il modello di sviluppo industriale ha prodotto. In questo scenario, l’economia circolare si pone quale chiave di volta per un cambiamento all’insegna della sostenibilità, giacché propone di rivedere radicalmente i tradizionali modelli di produzione e consumo. Nonostante l’impellente necessità, l’applicazione di pratiche di economia circolare rimane ancora un fenomeno limitato a poche imprese e settori. A tal riguardo c’è una crescente richiesta da parte della letteratura scientifica e soprattutto dei policy makers a comprendere quali sono i fattori che possono facilitare l’implementazione delle pratiche di economia circolare. Sino ad ora, gli studi hanno utilizzato un approccio prevalentemente qualitativo per comprendere i driver dell’implementazione dell’economia circolare limitando, così, la possibilità di possibili generalizzazioni dei risultati. Inoltre, la letteratura esistente ha analizzando le possibili determinanti dell’economia circolare in maniera isolata senza considerare l’effetto congiunto delle stesse. Pertanto, manca in letteratura un framework olistico in grado di comprendere i fattori che influenzano l’adozione di pratiche di economia circolare. A tal fine, l’obiettivo del presente lavoro di tesi è fornire un quadro olistico per la comprensione delle determinanti dell’economia circolare. In particolare, la finalità è di rispondere all'esigenza ravvisata in letteratura nel fornire un’analisi empirica di tipo quantitativa sulle determinanti dell’economia circolare, finora non sufficientemente esplorate, contribuendo in maniera originale e critica al dibattito accademico. Attraverso un’approfondita analisi teorica ed una valutazione empirica, questa tesi intende fornire non solo un contributo significativo sulle determinanti dell’economia circolare al fine di arricchire la letteratura esistente sul tema, ma anche delle guide per supportare i manager e i policy makers nell’individuazione delle leve che possono essere utilizzate per facilitare l’implementazione dell’economia circolare da parte delle imprese. Seguendo i suggerimenti della letteratura precedente è stato delineato un modello in cui la prospettiva delle macro-foundation è stata unita con quella delle micro-foundation attraverso l’integrazione di diverse prospettive teoriche (institutional theory, stakeholder theory, prospettiva delle dynamic capability, theory of planned behaviour e upper echelons theory). Il modello proposto è costituito da quindici ipotesi che riflettono le relazioni dirette e indirette tra le variabili latenti. Nel presente lavoro è stato utilizzato un approccio quantitativo attraverso lo sviluppo di un questionario somministrato alle Piccole e Medie Imprese (PMI) italiane. In particolare, è stato utilizzato l’approccio dei partial least squares dei modelli ad equazione strutturale per indagare le relazioni dirette e indirette tra le variabili latenti. I risultati mostrano come l’implementazione di pratiche di economia circolare sia positivamente correlata alla performance economica, dirimendo quel dibattito sulla relazione tra economia circolare e performance aziendale. Inoltre, il presente lavoro mostra che l'implementazione delle pratiche di economia circolare dipende direttamente dall’innovazione orientata alla sostenibilità dell’impresa e dall’intenzione del top management ad implementare pratiche di economia circolare. A sua volta, l’innovazione orientata alla sostenibilità è positivamente correlata alle attività di stakeholder engagement, alla partecipazione ad ecosistemi innovativi e al possesso da parte delle imprese di green dynamic capability, mentre l’intenzione del top management è influenzata dalla environmental self-identity e dalla green innovativeness del top management. Inoltre, i risultati mostrano che sia le green dynamic capability che gli ecosistemi innovativi agiscono indirettamente sull’implementazione dell’economia circolare attraverso due livelli. Il primo concerne l’impatto positivo sull’orientamento all’innovazione sostenibile, che a sua volta incide sull’implementazione di pratiche di economia circolare. Il secondo livello vede le green dynamic capability e gli ecosistemi innovativi come condizioni facilitanti del controllo percepito del top management, che, a sua volta, influenza l’implementazione delle pratiche di economia circolare, perché è positivamente correlato all’intenzione del top management di implementare pratiche di economia circolare. Infine, ciò che emerge è che le pressioni istituzionali non agiscono direttamente sull’implementazione delle pratiche di economia circolare ma impattano a livello individuale del top management come rafforzamento dei subjective norm che a loro volta impattano sull’implementazione delle pratiche di economia circolare attraverso l’effetto positivo sull’intenzione del top management ad implementare pratiche di economia circolare.

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