Cammisa, Giuseppe (2023) Disciplina del sé e ordine della comunità nel De Constantia e nei Politicorum Libri Sex di Giusto Lipsio. [Tesi di dottorato]
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Tipologia del documento: | Tesi di dottorato |
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Lingua: | Italiano |
Titolo: | Disciplina del sé e ordine della comunità nel De Constantia e nei Politicorum Libri Sex di Giusto Lipsio |
Autori: | Autore Email Cammisa, Giuseppe giuseppe.cammisa@unina.it |
Data: | 7 Marzo 2023 |
Numero di pagine: | 375 |
Istituzione: | Università degli Studi di Napoli Federico II |
Dipartimento: | Studi Umanististici |
Dottorato: | Scienze filosofiche |
Ciclo di dottorato: | 35 |
Coordinatore del Corso di dottorato: | nome email Conte, Domenico domenico.conte@unina.it |
Tutor: | nome email Lomonaco, Fabrizio [non definito] |
Data: | 7 Marzo 2023 |
Numero di pagine: | 375 |
Parole chiave: | Guerra civile; Passioni; Ordine Politico; Religione; Tolleranza; Disciplina; Mala contentezza; Contagio; Imitazione |
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: | Area 11 - Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche > M-FIL/06 - Storia della filosofia |
Depositato il: | 20 Mar 2023 09:58 |
Ultima modifica: | 10 Apr 2025 14:08 |
URI: | http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/15181 |
Abstract
La ricerca prende le mosse dalla circolarità/complementarietà che Lipsio sancisce tra i programmi di riforma della soggettività e di instaurazione di un nuovo ordine politico pacificato, al fine di evidenziare come la contemporanea fondazione, polarizzazione e autonomizzazione di spazi interni ed esterni, privati e pubblici, costituisca l’esito di un percorso intellettuale interamente proteso alla neutralizzazione di quelle spinte conflittuali, di chiare origine passionale, laceranti tanto l’integrità del sé quanto l’unità della corpo politico. Il lavoro si articola intorno all’analisi di tre nuclei tematici principali. In primo luogo, il bellum civile inteso quale decisivo paradigma antropologico-politico, in ragione del riconoscimento al fondo di questa radicale forma di inimicizia di una dinamica i cui effetti distruttivi e destrutturanti investono sia la relazione che intercorre tra la soggettività e il mondo esterno che il rapporto che il soggetto intrattiene con se stesso. In secondo luogo, la riforma lipsiana dell’esperienza religiosa e della relazione tra religio e politica, interpretata alla luce di una più complessiva ridefinizione della relazione tra soggettività e mondo esterno. Infine, l’influenza esercitata della dall’antropologia machiavelliana della mala contentezza sulla concezione lipsiana della condizione umana quale stato di conflitto permanente tra l’illimitatezza del desiderio e i limiti posti dalla natura, tra l’incessante tensione verso sempre nuove e maggiori acquisizioni (sia materiali che immateriali) e la coscienza dell’insuperabile limitatezza delle risorse disponibili. L’indagine svolta ha così messo in luce come dal triplice riconoscimento delle radici pulsionali/passionali dell’umana conflittualità, della valenza politico-sociale dell’immaginazione e dell’essenza imitativa/emulativa della natura umana si dipanino sia la pars destruens che la pars costruens del progetto etico-politico del brabantino: da un lato, la convinzione dell’ineludibile precarietà delle società umane, in quanto costantemente esposte allo spettro del collasso del corpo sociale determinato dal generale e incontrollato contagio delle passioni antisociali della mala contentezza; dall’altro, la possibilità di procedere alla codificazione di tecniche prudenziali di manipolazione del sostrato passionale dei soggetti, funzionali all’introduzione in seno al corpo sociale di principi di autogoverno e di autodisciplina indispensabili ai fini di una compiuta “profilassi” dello spazio pubblico della collettività dalle ripercussioni conflittuali e disgreganti ingenerate dal libero e incontrollato gioco delle passioni.
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