Pacifico, Laura (2023) “Meat Borne Parasites” nel cinghiale in regione Campania: indagine sulla presenza, distribuzione e potenziale rischio per il consumatore. [Tesi di dottorato]
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Tipologia del documento: | Tesi di dottorato |
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Lingua: | Italiano |
Titolo: | “Meat Borne Parasites” nel cinghiale in regione Campania: indagine sulla presenza, distribuzione e potenziale rischio per il consumatore |
Autori: | Autore Email Pacifico, Laura laura.pacifico@unina.it |
Data: | 4 Marzo 2023 |
Numero di pagine: | 151 |
Istituzione: | Università degli Studi di Napoli Federico II |
Dipartimento: | Medicina Veterinaria e Produzioni Animali |
Dottorato: | Scienze veterinarie |
Ciclo di dottorato: | 35 |
Coordinatore del Corso di dottorato: | nome email De Girolamo, Paolo paolo.degirolamo@unina.it |
Tutor: | nome email Fioretti, Alessandro [non definito] Veneziano, Vincenzo [non definito] |
Data: | 4 Marzo 2023 |
Numero di pagine: | 151 |
Parole chiave: | Meat Borne Parasites; cinghiale; regione Campania |
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: | Area 07 - Scienze agrarie e veterinarie > VET/05 - Malattie infettive degli animali domestici |
Depositato il: | 17 Mar 2023 11:45 |
Ultima modifica: | 10 Apr 2025 14:11 |
URI: | http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/15211 |
Abstract
Negli ultimi decenni si è assistito un notevole aumento della popolazione di cinghiali in Europa, con il conseguente aumento del consumo della sua carne. Le abitudini alimentari legate al consumo di carne di cinghiale cruda o poco cotta, possono aumentare il rischio per l’uomo di contrarre patologie a trasmissione alimentare. Infatti, questo ungulato risulta essere ospite di differenti agenti zoonotici, tra questi riconosciamo Trichinella spp, Toxoplasma gondii, Sarcocystis spp. e Alaria alata. La presenza di questi parassiti nella carne di cinghiale potrebbe tuttavia essere sottostimata, in quanto la loro ricerca, fatta eccezione per Trichinella spp., risulta essere collegata alla legislazione ed al quadro epidemiologico dei differenti Paesi. Lo scopo di questa tesi è stato quello di indagare circa la presenza e la distribuzione di Toxoplasma gondii, Sarcocystis spp e Alaria alata in popolazioni di cinghiali nel territorio della regione Campania, valutarne il rischio di acquisizione delle patologie correlate per il consumatore e raccogliere e riportare i dati sulla diffusione di Trichinella spp, provenienti da un monitoraggio di sette anni in alcune regioni del sud Italia. Lo studio su Trichinella, è stato condotto analizzando i dati provenienti da Campania, Calabria, Basilicata e Puglia utilizzando un approccio di “citizen science” con il coinvolgimento dei cacciatori per monitorare la presenza di questo parassita nel cinghiale. Dal 2015 al 2021sono stati coinvolti 478 cacciatori per il campionamento dei pilastri del diaframma secondo il Regolamento Europeo 2015/1375 (che stabilisce norme specifiche sui controlli ufficiali per Trichinella nella carne). I campioni sono stati analizzati, secondo Regolamento tramite digestione con HCl-pepsina e PCR multiplex. Complessivamente, sono stati raccolti 139.160 animali, di cui 14 (pari al 0,01%) sono risultati positivi a Trichinella britovi con una carica parassitaria media di 28,4 L1 per grammo (minimo 3,2 - massimo 132,6). Dall’analisi statistica è emersa una differenza statisticamente significativa tra l’infezione e la stagione venatoria del prelievo (p < 0,01, con valori più elevati nel 2016 e 2021), così come tra l’infezione e le regioni incluse nell’area di studio (p < 0,01). Non è emersa nessuna differenza nella prevalenza di infezione di T. britovi durante il studio periodo per le regioni indagate (p = 0.51), tranne che in Puglia (p < 0.01). Per lo studio su Toxoplasma gondii sono stati presi in considerazione campioni provenienti da 338 cinghiali abbattuti nell'ambito del progetto regionale “Piano Emergenza Cinghiale in Campania’. Per ogni cinghiale sono stati prelevati 3 differenti tessuti per un totale di 884 matrici (263 cervelli, 310 cuori e 311 muscoli masseteri). Per ogni cinghiale sono stati raccolti dati su sesso, età e luogo di abbattimento ai fini dell’analisi statistica. I campioni sono stati analizzati tramite Real Time PCR, Semi Nested PCR e infine è stata eseguita un’analisi dei microsatelliti. Toxoplasma gondii è stato rilevato in 134 di 338 cinghiali (39,6%). Non è stata trovata nessuna differenza statisticamente significativa tra i sessi (χ2 = 0,15 p = 0,70). Per quanto riguarda l’età, la prevalenza era del 47,1%, 39,3% e 39,2% rispettivamente nei suinetti, nei subadulti e negli adulti (χ2 = 0,41; p = .81). La prevalenza più alta di T. gondii è stata riscontrata nei muscoli masseteri (74/311, 23,8%), seguito da cuore (70/310, 22,6%) e cervello (58/263, 22,0%). L'analisi dei microsatelliti (MS) di 11 campioni ha rivelato undici genotipi di T. gondii (nove atipici, uno appartenente al tipo II uno al tipo III). La maggior parte dei genotipi trovati erano quindi atipici. L’analisi del clustering gerarchico ha mostrato la presenza di tre cluster distinti, con la maggior parte dei genotipi atipici nel cluster GII-GIII. La presenza di Sarcocystis spp. è stata investigata su 311 cinghiali, abbattuti in Regione Campania durante le stagioni venatorie 2019-2020. Per ogni cinghiale sono stati campionati differenti matrici per un totale di 997 tessuti muscolari (n=269 esofago, n=277 diaframmi, n=298 cuori, n=153 lingue). Ai fini dell’analisi statistica sono stati raccolti, per ogni cinghiale, dati su sesso, età e provenienza. I campioni sono stati analizzati in prima istanza tramite esame istologico. I campioni positivi all’istologico sono stati analizzati tramite Multiplex PCR messa a punto per la differenziazione di Sarcocystis suihominis e S. suicanis. Il DNA è stato estratto da un pool di tessuti positivi per ciascun animale. Sono stati disegnati primer specifici mirati al gene mtDNA cox1 allineando le sequenze parziali di S. suicanis e S. suihominis disponibili in GenBank. I primer di nuova creazione sono stati prima testati singolarmente e poi combinati, fino ad ottenere un unico primer forward in comune e due primer reverse specifici. La multiplex PCR ha mostrato specificità dei primer di nuova concezione, identificando il DNA di S. suicanis in 230 campioni di cinghiali sui 251 animali risultati istologicamente positivi (91,63%, 95% CI: 87,50 - 94,75). Nessuno dei campioni testati ha rivelato la presenza di DNA di S. suihominis. Dall’analisi statistica è emersa differenza significativa (p<0,05) sia in correlazione all'età che al tessuto muscolare interessato dalla parassitosi. Per la ricerca di Alaria alata sono stati analizzati sia tessuti provenienti da 589 cinghiali, sia i pacchetti intestinali di 75 volpi e 8 lupi provenienti dalla regione Campania. Per ogni cinghiale sono stati campionati alcuni muscoli di elezione, nello specifico sono stati raccolti n=546 diaframmi, n=216 campioni di grasso retroperitoneale, n=249 campioni di muscolo del collo, n= 444 lingue e n=260 muscoli addominali. Il campionamento dei cinghiali è avvenuto in una prima fase at random da tutte le aree di caccia, la seconda fase ha previsto un campionamento mirato tramite la creazione di una mappa di “suitability” ottenuta considerando i dati di temperatura, umidità, reticolo idrografico, altitudine e precipitazioni dell’area di studio. Per la ricerca delle mesocercarie nei tessuti del cinghiale è stata utilizzata l’Alaria mesocercariae migration technique, mentre per la ricerca dei parassiti adulti nell’intestino dei carnivori è stata usata la metodica modificata di “sedimentation and counting”. I risultati della ricerca nel cinghiale e nei carnivori hanno mostrato negatività alla presenza sia di mesocercarie che di parassiti adulti di Alaria alata nei campioni analizzati. Questa tesi di dottorato espone i dati di quattro agenti potenzialmente zoonosici trasmessibili all’uomo dalla carne di cinghiale e provvede a fornire nuove informazioni riguardo l’epidemiologia di Trichinella spp, Toxoplasma gondii, Sarcocystis spp. e Alaria spp., in regione Campania e nel sud Italia. Per quanto emerso dai risultati, infatti, è possibile constatare come l’attuale sistema di gestione del cinghiale in regione Campania, supporti il monitoraggio sanitario di questa specie, sfruttando al meglio la multidisciplinarietà delle figure professionali coinvolte e coinvolgendo il cittadino (con particolare attenzione ai cacciatori, agricoltori e ambientalisti) come parte attiva nella tutela della salute pubblica, attraverso l’informazione e la formazione, in armonia con il concetto di One Health.
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