Risitano, Antonio Maria (2006) La risposta immunologica T-cellulare nelle sindromi da insufficienza midollare: dalla ricerca di laboratorio alla pratica clinica. [Tesi di dottorato] (Inedito)

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Tipologia del documento: Tesi di dottorato
Lingua: Italiano
Titolo: La risposta immunologica T-cellulare nelle sindromi da insufficienza midollare: dalla ricerca di laboratorio alla pratica clinica
Autori:
AutoreEmail
Risitano, Antonio Maria[non definito]
Data: 2006
Tipo di data: Pubblicazione
Numero di pagine: 213
Istituzione: Università degli Studi di Napoli Federico II
Dipartimento: Biochimica e biotecnologie mediche
Dottorato: Scienze biotecnologiche
Ciclo di dottorato: 18
Coordinatore del Corso di dottorato:
nomeemail
Marino, Gennaro[non definito]
Tutor:
nomeemail
Pane, Fabrizio[non definito]
Data: 2006
Numero di pagine: 213
Parole chiave: Sindromi da insufficienza midollare; Anemia aplastica; Risposta immunologica T-cellulare
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 06 - Scienze mediche > MED/15 - Malattie del sangue
Depositato il: 04 Set 2008
Ultima modifica: 30 Apr 2014 19:34
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/2911

Abstract

Il deficit della funzione midollare e’ la caratteristica comune di diverse malattie extraematologiche ed ematologiche; tra queste ultime vi sono alcune sindromi caratterizzate da una insufficienza primitiva del midollo osseo. L’esempio piu’ tipico e’ l’anemia aplastica (AA), una condizione in cui il normale tessuto emopoietico scompare dal midollo osseo; tradizionalmente, questa malattia e’ considerata avere una patogenesi immunologica, come confermato da diversi dati clinici e di laboratorio. L’emoglobinuria parossistica notturna (EPN), alcuni sottotipi di sindromi mielodisplastiche (SMD) e le citopenie associate ad espansione di large granular lymphocytes (LGL) sono altre malattie primitive ematologiche caratterizzate da un deficit della funzione midollare. In questo studio abbiamo analizzato in dettaglio i meccanismi patogenetici delle AA e delle altre forme di insufficianza midollare primitiva, ponendo particolare attenzione agli aspetti immunologici ed in particolare alla presenza di risposte immuni antigene-indotte, allo scopo di identificare eventuali legami patogenetici tra queste diverse malattie. In particolare, abbiamo cercato di identificare e caratterizzare cloni T cellulari immunodominanti che potessero documentare il ruolo patogenetico di una risposta immunitaria antigene-indotta. Alla base di questa studio vi e’ l’idea che una risposta immunologica antigene-indotta di tipo T cellulare possa attaccare e danneggiare in maniera specifica il tessuto emopoietico non solo nelle AA, ma anche nelle EPN, nelle malattie da LGL e in alcune forme di MDS. Lo studio e’ stato effettuato attraverso l’analisi multidisciplinare dell’eterogeneita’ del repertorio TCR, usando in combinazione l’analisi citofluorimetrica e diverse tecniche di biologia molecolare. Il principio di base e’ stato quello di identificare attraverso la citofluorimetria il contributo il contributo di ciascun Vβ al pool di linfociti CD4+ e CD8+, e selezionare le famiglie Vβ overrappresentate, e quindi con maggiore probabilita’ di contenere espansioni clonali. Queste famiglie sono state studiate in dettaglio dopo amplificazione in RT-PCR, e l’eterogeneita’ della CDR3 e’ stata valutata dapprima attraverso l’analisi della lunghezza dei frammenti amplificati, e successivamente piu’ in dettaglio attraverso clonaggio e sequenziamento. Lo scopo ultimo e’ stato quello di identificare sequenze predominanti in ciascun paziente, con la creazione di una ampia libreria di “clonotipi” paziente-specifici, da poter poi confrontare tra loro in base alla diversa patologia di base. Clonotipi dominanti sono stati identificati nella maggior parte dei pazienti studiati, indipendentemente dalla malattia di base, a conferma della presenza di una risposta antigene-specifica immunodominante che verosimilmente ha un ruolo determinante nella genesi dell’insufficienza midollare. Nei pazienti aplastici il ruolo patogenetico di questi cloni e’ stato confermato dalla correlazione clinica con l’attivita’ di malattia e da test funzionali che hanno documentato in vitro la loro azione inibitoria nei confronti dell’emopoiesi autologa. I clonotipi identificati sono in genere paziente-specifici, ma in alcuni casi mostrano elevati livelli di omologia tra soggetti diversi, soprattutto quando vi siano antigeni HLA condivisi. Questo suggerisce che le risposte immuni patogenetiche possano essere elicitate da antigeni simili, a cui il sistema immunitario risponde in maniera “pubblica”. La presenza di queste alterazioni immunologiche in tutti i pazienti con insufficienza midollare primitiva indipendentemente dalla specifica malattia ci ha portato a ipotizzare un modello patogenico unico per tutte queste condizioni, in cui una risposta immunitaria T e’ la causa comune del deficit midollare, e le caratteristiche biologiche di questa risposta immunologica determinano il quadro clinico specifico. Tra queste caratteristiche, rivestono particolare importanza la specificita’ antigenica che elicita ed e’ il bersaglio della risposta, l’efficienza della risposta stessa, l’espressione differenziale dell’antigene bersaglio, l’affinita’ del TCR per l’antigene, le caratteristiche di crescita e sopravvivenza intrinseche al clone dominante e quindi l’efficienza dei meccanismi effettori di danno cellulare. Sul piano clinico, va inoltre sottolineata l’estrema importanza del monitoraggio molecolare dei clonotipi identificati, che in un prossimo futuro potra’ avere un ruolo decisivo nella gestione personalizzata dei pazienti aplastici e nello sviluppo di nuove strategie immunosoppressive.

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