Alfano, Daniela (2006) Ruolo del sistema urochinasi-recettore nel controllo del processo apoptotico. [Tesi di dottorato] (Inedito)

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Tipologia del documento: Tesi di dottorato
Lingua: Italiano
Titolo: Ruolo del sistema urochinasi-recettore nel controllo del processo apoptotico
Autori:
AutoreEmail
Alfano, Daniela[non definito]
Data: 2006
Tipo di data: Pubblicazione
Numero di pagine: 101
Istituzione: Università degli Studi di Napoli Federico II
Dipartimento: Biologia evolutiva
Dottorato: Biologia avanzata
Ciclo di dottorato: 18
Coordinatore del Corso di dottorato:
nomeemail
Filosa, Silvana[non definito]
Tutor:
nomeemail
Fucci, Laura[non definito]
Data: 2006
Numero di pagine: 101
Parole chiave: Urochinasi; Apoptosi; Rpe
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 05 - Scienze biologiche > BIO/11 - Biologia molecolare
Depositato il: 04 Set 2008
Ultima modifica: 30 Apr 2014 19:34
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/2928
DOI: 10.6092/UNINA/FEDOA/2928

Abstract

L’acquisizione di nuove capacità, come quella di invadere i tessuti e resistere all’apoptosi sono considerate due caratteristiche essenziali della trasformazione cellulare durante la tumorigenesi. L’interazione della serin proteasi urochinasi (uPA) con il suo specifico recettore uPAR svolge un ruolo cruciale nella coordinazione dei complessi eventi molecolari che controllano la migrazione cellulare associata alla degradazione della matrice. L’uPA oltre alla funzione di attivatore del plasminogeno, è anche un potente agente motogeno che determina, attraverso l’uPAR, una cascata di eventi che controllano il citoscheletro e l’adesione cellulare. E’ noto che alcuni agenti motogeni esercitano anche un’attività anti-apoptotica che contrasta lo stimolo pro-apoptotico determinato dal distacco ciclico che, la migrazione cellulare, comporta. Oggetto di questa tesi è lo studio degli effetti dell’interazione uPA/uPAR sulla morte cellulare programmata. Particolare attenzione è stata rivolta all’anoikis, un tipo di apoptosi indotta dalla mancanza di ancoraggio. In questo lavoro è stata utilizzata una linea cellulare epiteliale non trasformata, derivata dall’epitelio retinico umano (RPE), immortalizzata con la subunità catalitica della telomerasi. Innanzitutto, tali cellule, se preincubate con il frammento ammino-terminale dell’uPA, risultano essere meno sensibili all’anoikis rispetto alle cellule di controllo. Tale effetto protettivo dell’uPA è inibito dal pretrattamento delle cellule con anticorpi anti-uPAR e non richiede l’attività catalitica della proteasi, essendo mantenuto dalla regione ammino-terminale della proteasi. Inoltre, sia la regione ammino-terminale dell’uPA che un peptide corrispondente alla sua regione di legame all’uPAR riducono drasticamente il livello di apoptosi indotto da radiazioni UV e da trattamento con cis-platino. L’effetto è riproducibile sia in cellule RPE che in cellule di rene embrionale HEK-293. Per comprendere il ruolo dei singoli componenti del sistema uPA/uPAR è stato modulato il loro livello di espressione; in particolare la riduzione stabile di uPA o uPAR mediante “RNA interference” causa un drastico incremento della sensibilità cellulare all’ apoptosi indotta da uv, cis-platino e distacco forzato. Tra i mediatori di tale segnale di sopravvivenza vi sono le MAPK (mitogen-activated protein kinases) e PI3K (fosfatidil-inositolo-3-chinasi); infatti, inibitori farmacologici specifici di queste due chinasi, quali LY294002 e UO126, revertono l’effetto anti-apoptotico dell’uPA. Inoltre, l’uPA stimola la fosforilazione di entrambe le protein-chinasi in maniera dose- e tempo-dipendente. Si dimostra inoltre, che l’uPA agisce come fattore di sopravvivenza grazie alla sua capacità di regolare positivamente il livello dell’mRNA e della proteina anti-apoptotica Bcl-xL. Tale effetto è totalmente abolito dalla presenza degli inibitori farmacologici LY290042 e UO126 a dimostrazione del coinvolgimento di MAPK e di PI3K nella regolazione di Bcl-xL. In conclusione, i dati qui mostrati sostengono la possibilità che il sistema uPA/uPAR, oltre a regolare motilità ed invasività cellulare, svolge un ruolo anti-apoptotico contrastando gli effetti pro-apoptotici di uv, cis-platino ed assenza di ancoraggio.

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