Bilancione, Antonio (2008) SVILUPPO DI UNO SCHEMA DI VALUTAZIONE DEL BENESSERE A LIVELLO AZIENDALE NELLA SPECIE BUFALINA. [Tesi di dottorato] (Unpublished)
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Item Type: | Tesi di dottorato |
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Resource language: | Italiano |
Title: | SVILUPPO DI UNO SCHEMA DI VALUTAZIONE DEL BENESSERE A LIVELLO AZIENDALE NELLA SPECIE BUFALINA |
Creators: | Creators Email Bilancione, Antonio antonio.bilancione@libero.it |
Date: | 1 December 2008 |
Number of Pages: | 119 |
Institution: | Università degli Studi di Napoli Federico II |
Department: | Scienze del suolo, della pianta, dell'ambiente e delle produzioni animali |
Dottorato: | Produzione e sanità degli alimenti di origine animale |
Ciclo di dottorato: | 21 |
Coordinatore del Corso di dottorato: | nome email Cortesi, Maria Luisa cortesi@unina.it |
Tutor: | nome email De Rosa, Giuseppe giderosa@unina.it |
Date: | 1 December 2008 |
Number of Pages: | 119 |
Keywords: | Benessere animale, Valutazione a livello aziendale, Bufala Mediterranea Italiana. |
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: | Area 07 - Scienze agrarie e veterinarie > AGR/19 - Zootecnica speciale |
Date Deposited: | 13 Nov 2009 14:11 |
Last Modified: | 02 Dec 2014 11:59 |
URI: | http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/3330 |
DOI: | 10.6092/UNINA/FEDOA/3330 |
Collection description
Lo sviluppo di un valido sistema di valutazione del benessere a livello aziendale potrebbe essere utilizzato per la certificazione delle aziende zootecniche con possibili ricadute commerciali sulla filiera produttiva. Inoltre, esso potrebbe essere utilizzato per la comparazione e la valutazione di situazioni gestionali diverse, oltre che come sistema consultivo per l’allevatore. Pertanto lo scopo della presente ricerca è quello di mettere a punto un metodo che permetta la valutazione del benessere della bufala da latte a livello aziendale, preferibilmente basato su variabili rilevate direttamente sugli animali. Inoltre è stata valutata la riproducibilità, intesa come inter-observer reliability, delle variabili considerate. La sperimentazione è stata condotta presso 42 allevamenti che, pur con diverse caratteristiche strutturali e gestionali, possono essere considerati un esempio dei principali sistemi di allevamento adottati per i bufali. Nella scelta delle aziende, si è cercato di diversificare la localizzazione territoriale, in modo da mettere in evidenza le differenze legate al territorio e pertanto, sono state prese in considerazione alcuni allevamenti delle province di Caserta, Salerno,Roma, Frosinone, Latina, Campobasso. I rilievi sono stati effettuati da 2 osservatori, i quali sono stati istruiti sullo schema “Welfare Quality®” e sulle procedure da seguire. Per la messa a punto del sistema di monitoraggio del benessere per la specie bufalina fondamentalmente si è fatto riferimento a quanto utilizzato per i bovini da latte, apportando opportune modifiche in relazione alle peculiari esigenze della bufala. Le modifiche sono state definite in collaborazione con professori universitari, veterinari e rappresentanti dell’Associazione degli allevatori. Per esempio, per la valutazione dello stato di ingrassamento (Body Condition Score) è stato applicato il metodo messo a punto per i bovini da carne o a duplice attitudine, ai quali la bufala è più assimilabile, sia per l’aspetto morfologico che per l’attività metabolica; per il grado di pulizia è stato adottato il sistema utilizzato per i bovini da latte, tenendo conto però del tipo di imbrattamento del corpo: com’è noto, bagnandosi e rotolandosi nel fango, fanno fronte alle esigenze di termoregolazione, per cui zone del corpo imbrattate di fango vanno valutate in senso positivo, mentre uno strato di materiale fecale e altra sporcizia è indice di bassa frequenza di rinnovo della lettiera che potrebbe essere associata anche a un’elevata densità di allevamento; l’adozione di sistemi in grado di favorire la termoregolazione (pozze, vasche, docce, ecc.) è stata riportata nell’elenco degli elementi strutturali; per la valutazione delle alterazioni del tegumento è stato adottato il metodo utilizzato per i bovini, ma è stata prevista anche la registrazione dell’eventuale presenza di ascessi iatrogeni sulla coscia dovuti alle iniezioni di ossitocina per stimolare l’eiezione del latte; nel corso dell’esame clinico sono stati registrati anche i casi di prolasso vaginale e di prolasso uterino, tecnopatie molto frequenti nella bufala e non nella bovina; inoltre, è stata rilevata l’applicazione di anelli anti-succhio, come il succhiare il latte dalla mammella di conspecifici. Infine, per motivi di sicurezza, la presenza del toro nella mandria ha indotto ad utilizzare la distanza di fuga alla mangiatoia per la valutazione del rapporto uomo-animale. La riproducibilità è risultata altamente significativa per tutte le variabili osservate. E’ interessante notare che per le variabili legate allo stato di salute degli animali, come il BCS, il grado di pulizia, le zone alopeciche, le lesioni e i gonfiori, il valore di concordanza è stato più elevato.Pertanto, tali variabili sono risultate altamente indicative e potenzialmente utilizzabili nell’ambito di uno schema di monitoraggio del benessere della bufala in lattazione. Per quanto riguarda la pulizia degli animali, le tre zone anatomiche considerate (arti, fianchi e mammelle) sono risultate altamente correlate tra loro. Tale constatazione suggerirebbe di registrare una sola di queste variabili al fine di snellire la procedura di valutazione. In particolare, sembra più appropriato prendere in considerazione la pulizia della mammella, in quanto in grado di innalzare il rischio di infezioni mammarie (mastiti). Nessuna azienda è risultata avere un rango inferiore a 13 o superiore a 30, per cui si desume che non c’è stata una valutazione completamente positiva o negativa in termini di benessere animale. Le visite aziendali hanno evidenziato che il tempo necessario per completare tutti i rilievi (strutturali, relativi al management e agli animali) si aggira intorno alle 6 ore. In effetti tale tempo non è da considerare eccessiva se si tiene conto dell’elevato numero di variabili da osservare e delle numerose misurazioni da effettuare. Pertanto, per rendere più agevole il monitoraggio del benessere è auspicabile una riduzione delle variabili da misurare in modo da mettere a punto uno schema finale che fornisca un soddisfacente equilibrio tra capacità di evidenziare differenze e complessità per un impiego su larga scala.
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