Masulli, Maria (2009) Le complicanze micro e macroangiopatiche del diabete mellito tipo 2. [Tesi di dottorato] (Unpublished)
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Item Type: | Tesi di dottorato |
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Resource language: | Italiano |
Title: | Le complicanze micro e macroangiopatiche del diabete mellito tipo 2 |
Creators: | Creators Email Masulli, Maria magia77@inwind.it |
Date: | 23 November 2009 |
Number of Pages: | 56 |
Institution: | Università degli Studi di Napoli Federico II |
Department: | Medicina clinica e sperimentale |
Scuola di dottorato: | Medicina clinica e sperimentale |
Dottorato: | Fisiopatologia clinica e medicina sperimentale |
Ciclo di dottorato: | 22 |
Coordinatore del Corso di dottorato: | nome email Marone, Gianni marone@unina.it |
Tutor: | nome email Rivellese, Angela Albarosa rivelles@unina.it |
Date: | 23 November 2009 |
Number of Pages: | 56 |
Keywords: | diabete mellito tipo 2, nefropatia diabetica, mortalità cardiovascolare |
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: | Area 06 - Scienze mediche > MED/09 - Medicina interna |
Date Deposited: | 19 May 2010 09:40 |
Last Modified: | 30 Apr 2014 19:38 |
URI: | http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/3806 |
DOI: | 10.6092/UNINA/FEDOA/3806 |
Collection description
Le complicanze del diabete mellito tipo 2, sia micro che macroangiopatiche, hanno un notevole impatto socio-ecomonico, riducendo notevolmente l’aspettativa e la qualità di vita dei pazienti diabetici: la patologia macrovascolare è infatti la più frequente causa di morte nella popolazione diabetica, mentre la nefropatia e la retinopatia diabetica sono le più frequente cause di insufficienza renale terminale e di cecità rispettivamente. Le evidenze scientifiche dimostrano che i programmi di screening ed il trattamento di queste patologie riducono significativamente la mortalità e la morbilità nei pazienti diabetici. Da qui nasce l’esigenza di una maggiore attenzione alla ricerca di marcatori sempre più precoci di malattia, che potrebbero permettere l’individuazione di soggetti a maggior rischio di sviluppare le complicanze del diabete, nei quali l’applicazione di appropriati interventi potrebbero prevenire o ritardare la progressione a stadi più avanzati della malattia È per questo motivo che la mia attività di ricerca svolta durante questo ciclo di dottorato si è soffermata su tre aspetti specifici delle complicanze croniche del diabete: 1) lo studio di un indice utile come marcatore precoce della nefropatia diabetica e predittore di sviluppo e progressione del danno renale 2) lo studio delle subfrazioni lipoproteriche come nuovi fattori di rischio di aterosclerosi subclinica a livello carotideo (ispessimento medio-intimale e placche carotidee) 3) la valutazione comparativa di due trattamenti ipoglicemizzanti orali sulla mortalità cardiovascolare Per quanto riguarda la predizione della nefropatia diabetica, il mio studio, prospettico osservazionale, ha dimostrato che l’indice di resistenza renale, una semplice misura dell’emodinamica intrarenale misurata attraverso l’ecodoppler delle arterie renali, è un marcatore di nefropatia diabetica largamente utilizzabile nella pratica clinica, capace di predire lo sviluppo e la progressione della malattia renale anche nei soggetti normoalbuminurici, quindi in una fase precocissima della malattia in cui tali soggetti sarebbero identificati, secondo le attuali conoscenze, come esenti da danno renale. Per quanto riguarda invece il secondo punto, questo studio ha permesso di dimostrare che la concentrazione e le dimensioni delle diverse particelle lipoproteiche hanno un ruolo importante come fattori di rischio cardiovascolare, aggiuntivo rispetto al profilo lipidico classico. In particolare indica che esistono possibili differenze nei determinanti lipoproteici dell’IMT e della comparsa (e/o peggioramento) delle placche: la concentrazione di particelle LDL potrebbe essere più strettamente correlate all’IMT, mentre la concentrazione delle VLDL piccole e delle LDL grandi potrebbero essere più legate alla formazione di placche. La relazione tra il numero di placche e le LDL larghe piuttosto che con le LDL totali o piccole suggerisce che le particelle LDL grandi, e non solo le piccole, possono essere implicate nell’evoluzione del processo aterosclerotico e nella malattia cardiovascolare. Il secondo aspetto studiato della malattia cardiovascolare è tutt’ora in corso di valutazione con uno studio di intervento multicentrico randomizzato che si propone di valutare nei pazienti diabetici l’effetto di due differenti strategie terapeutiche (associazione metformina + sulfoniluree vs metformina + tiazolidinedioni), largamente utilizzate nella pratica clinica, su mortalità e morbidità cardiovascolare, nonché compenso glicemico, effetti collaterali, rapporto costo/efficacia. Questo studio è di grande interesse ed attualità perché permetterà di rispondere a importanti domande che si pongono sulla efficacia dei farmaci ipoglicemizzanti nella prevenzione della malattia cardiovascolare, domande a cui non è stata data una chiara risposta dai trials finora condotti, così come sottolineato dalle maggiori società scientifiche nazionali ed internazionali.
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