Addeo, Santolo Rosario (2009) Il recettore dell'Urotensina-II: un nuovo marker diagnostico e target terapeutico nell'adenocarcinoma prostatico. [Tesi di dottorato] (Inedito)

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Tipologia del documento: Tesi di dottorato
Lingua: Italiano
Titolo: Il recettore dell'Urotensina-II: un nuovo marker diagnostico e target terapeutico nell'adenocarcinoma prostatico.
Autori:
AutoreEmail
Addeo, Santolo Rosariosandro.addeo@alice.it
Data: Novembre 2009
Istituzione: Università degli Studi di Napoli Federico II
Dipartimento: Chimica farmaceutica e tossicologica
Scuola di dottorato: Scienze farmaceutiche
Dottorato: Scienza del farmaco
Ciclo di dottorato: 22
Coordinatore del Corso di dottorato:
nomeemail
D'Auria, Maria Valeria[non definito]
Tutor:
nomeemail
Grieco, Paolopagrieco@unina.it
Data: Novembre 2009
Parole chiave: Urotensina-II; Carcinoma prostatico.
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 03 - Scienze chimiche > CHIM/08 - Chimica farmaceutica
Depositato il: 28 Lug 2010 11:34
Ultima modifica: 30 Apr 2014 19:40
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/4057
DOI: 10.6092/UNINA/FEDOA/4057

Abstract

L’Urotensina-II (U-II) è un potente peptide vasocostrittore ed il suo recettore (UTR) è correlato con la proliferazione del carcinoma cortico-adrenergico umano. Abbiamo valutato sia l’espressione che il ruolo funzionale dell’UTR sull’adenocarcinoma prostatico umano sia in vivo che in vitro. Abbiamo utilizzato le cellule androgeno-dipendenti LNCaP e le cellule androgeno-indipendenti PC3 e DU145. Solo nelle cellule LNCaP sia la proteina che l’mRNA dell’UTR sono espressi ad elevati livelli. Inoltre abbiamo valutato l’espressione dell’UTR anche in vivo in 195 campioni di tessuto di prostata. L’UTR è sempre espresso ad un livello moderata intensità nel tessuto iperplastico e ad alta intensità nel tessuto del carcinoma ben differenziato (Gleason 2-3). L’espressione è bassa in tessuti con Gleason score 4 e del tutto assente in campioni con Gleason score 5. Abbiamo valutato gli effetti indotti dall’Urantide, antagonista del recettore dell’UTR, sulla motilità e l’invasione delle cellule LNCaP. L’Urantide induce in maniera dose dipendente un decremento dell’area occupata dalle cellule LNCaP che migrano e invadono, il cui caratteristico movimento ameboide sembra essere una caratteristica vantaggiosa che supporta la loro malignità. Questi effetti sulle cellule LNCaP sono indotti dall’Urantide inibendo l’autofosforilazione di FAK e l’espressione delle integrine di superficie. Tali effetti sulla motilità e l’invasività sono dovuti anche all’inibizione dell’attività di RhoA e indotti sia dall’Urantide che dalla trasfezione con l’shRNA dell’UTR. Questi dati suggeriscono che l’UTR può essere considerato un nuovo target terapeutico e marker diagnostico nell’adenocarnoma prostatico.

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