Iorio, Mariangela
(2009)
Sviluppo di un nuovo metodo di screening genetico, per la ricerca di mutazioni nei geni BRCA1 e BRCA2 associati al carcinoma della mammella.
[Tesi di dottorato]
(Unpublished)
Item Type: |
Tesi di dottorato
|
Lingua: |
Italiano |
Title: |
Sviluppo di un nuovo metodo di screening genetico, per la ricerca di mutazioni nei geni BRCA1 e BRCA2 associati al carcinoma della mammella. |
Creators: |
Creators | Email |
---|
Iorio, Mariangela | iorio@ceinge.unina.it |
|
Date: |
30 November 2009 |
Number of Pages: |
59 |
Institution: |
Università degli Studi di Napoli Federico II |
Department: |
Biochimica e biotecnologie mediche |
Scuola di dottorato: |
Biotecnologie |
Dottorato: |
Scienze biotecnologiche |
Ciclo di dottorato: |
22 |
Coordinatore del Corso di dottorato: |
nome | email |
---|
Benedetti, Ettore | UNSPECIFIED |
|
Tutor: |
nome | email |
---|
Salvatore, Francesco | salvator@unina.it |
|
Date: |
30 November 2009 |
Number of Pages: |
59 |
Uncontrolled Keywords: |
carcinoma della mammella |
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: |
Area 05 - Scienze biologiche > BIO/11 - Biologia molecolare |
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Additional Information: |
Indirizzo del dottorato: Biotecnologie mediche |
Date Deposited: |
02 Dec 2009 11:13 |
Last Modified: |
30 Oct 2014 09:01 |
URI: |
http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/4267 |
DOI: |
10.6092/UNINA/FEDOA/4267 |

Abstract
I
carcinomi della mammella e dell’ovaio rappresentano le prime cause di mortalità
per tumore nel sesso femminile in tutto il mondo; in Italia ed in Europa sono
diagnosticati ogni anno, rispettivamente, circa 38.000 e 430.000 nuovi casi di tumore
della mammella. Il 90-95% di tutti i casi di carcinoma della mammella e dell’ovaio è
da considerarsi di natura sporadica, il restante 5-10% è costituito da forme ereditarie
a trasmissione autosomica dominante definite Hereditary Breast and Ovarian
Cancer, HBOC. I geni che conferiscono il più elevato rischio di sviluppare questa
sindrome tumorale ereditaria sono BRCA1 e BRCA2, identificati nei primi anni ’90. I
soggetti che presentano la forma HBOC si distinguono da quelli con il carcinoma di
tipo sporadico, soprattutto per la giovane età di insorgenza della malattia e la
presenza in famiglia di numerosi casi di carcinoma, non solo della mammella, ma
anche dell’ovaio e/o di altri organi. Inoltre, per quanto riguarda il carcinoma della
mammella, è possibile riscontrarlo, seppure raramente, anche in soggetti di sesso
maschile. Nelle famiglie con mutazioni a carico di tali geni, il rischio cumulativo di
sviluppare il carcinoma mammario e/o ovarico entro i 70 anni di età, è pari
rispettivamente all’80% ed al 40-60%.
BRCA1 è un gene situato sul cromosoma 17, è composto da 24 esoni distribuiti su
una regione genica di circa 100 kb e codifica una proteina di 1863 amminoacidi.
BRCA2 si trova sul cromosoma 13, è costituito da 27 esoni che coprono una regione
genica di circa 70 kb e produce una proteina di 3418 amminoacidi. Ad oggi, sono
riportate più di 3000 differenti varianti di sequenza di BRCA1 e BRCA2 (patogeniche
e non) distribuite uniformemente su tutta la lunghezza di entrambi i geni (BIC
database). In particolare, le mutazioni più frequentemente associate ad aumentato
rischio di sviluppare carcinoma della mammella sono costituite dalle mutazioni
frameshift e da quelle nonsense, che causano la produzione di una proteina tronca e
quindi non funzionale. In seguito alla scoperta, negli anni ’90, di BRCA1 e BRCA2, la
possibilità di identificare i soggetti che sono predisposti a sviluppare carcinomi della
mammella e/o dell’ovaio ha portato all’implementazione di test molecolari per la
rilevazione di mutazioni deleterie in BRCA1 e BRCA2 e la successiva consulenza
genetica dei soggetti portatori di mutazione. Fino ad oggi, il sequenziamento diretto
costituisce il metodo d’elezione per l’analisi completa dei due geni in questione,
tuttavia esso risulta alquanto dispendioso sia in termini economici che di tempo e per
questo motivo nel corso degli anni sono state utilizzate delle tecniche di indagine
molecolare volte ad uno screening pre-sequenziamento. Tra le varie tecniche che
sono state adottate, ricordiamo la Single Strand Conformation Polymorphism
(SSCP), il Protein Truncation Test (PTT), la Conformation-Sensitive Gel
Electrophoresis (CSGE) e la Denaturing High Performance Liquid Chromatography
(DHPLC). La DHPLC risulta senza dubbio la migliore in termini di sensibilità e costi,
per cui negli ultimi anni la DHPLC si è affermata come tecnica principale ai fini di
screening molecolare di BRCA1 e BRCA2.
Presso i laboratori del CEINGE è stata messa a punto una metodica per
l’identificazione di mutazioni in BRCA1 e BRCA2. Sono stati utilizzati, ai fini
dell’ottimizzazione, 53 soggetti di controllo dell’archivio di Fibrosi Cistica del CEINGE
di Napoli e 15 pazienti HBOC provenienti dall’Istituto Oncologico Giovanni Paolo II di
Bari, che erano stati precedentemente sottoposti a screening per mutazioni in
6
BRCA1 e BRCA2. Dopo aver ottimizzato le condizioni per l’amplificazione di BRCA1
e BRCA2, i campioni di DNA, estratti da sangue periferico e appartenenti ai 53
soggetti di controllo di Napoli ed ai 15 soggetti HBOC di Bari, sono stati analizzati
utilizzando la metodica combinata DHPLC/ nucleasi SURVEYOR®, che è basata sul
metodo di sizing in condizioni non-denaturanti, piuttosto che sulle Temperature di
Melting (Tm).
In pratica, gli ampliconi sono analizzati in DHPLC alla temperatura di 45°C, e sono
visualizzati, se wild type, con un singolo picco o, in presenza di mutazioni, con
multipli picchi corrispondenti all’amplicone wild type non digerito dall’enzima e ai
frammenti di amplicone con eteroduplex che derivano dal taglio enzimatico. La
metodologia combinata DHPLC/SURVEYOR® è stata ottimizzata prima su singoli
ampliconi, poi è stato ideato un protocollo che consentisse di analizzare più
ampliconi simultaneamente, secondo un approccio “multiamplicon”. Tutti i campioni
che hanno presentato cromatogrammi compatibili con la presenza di variazioni di
sequenza sono stati analizzati mediante sequenziamento diretto allo scopo di
caratterizzare le varianti di sequenza identificate. In seguito all’analisi dei campioni
che sono stati sequenziati, possiamo affermare che la metodica combinata
DHPLC/SURVEYOR® si è rivelata estremamente sensibile, poiché è stata
confermata la presenza di polimorfismi e mutazioni in tutti i campioni il cui
cromatogramma risultava alterato. In particolare, sono state identificate nei soggetti
di controllo 42 varianti geniche, 19 su BRCA1 e 23 su BRCA2, tra cui 26
polimorfismi, 10 UnClassified Variants (UCVs) e 6 nuove varianti, 3 introniche, una
esonica, una in 5’UTR ed una in 3’UTR. Nei 15 pazienti HBOC di Bari sono state
rilevate tutte le 10 varianti di sequenza che erano precedentemente state identificate
presso il centro di Bari. Allo stato attuale, è in corso una fase di reclutamento di
pazienti della regione Campania sia con diagnosi clinica di HBOC, sia con carcinoma
della mammella di tipo sporadico, da utilizzare come controlli. Fondamentali si sono
rivelate, in questa fase progettuale, le collaborazioni con l’Istituto Nazionale Tumori-
Fondazione G. Pascale di Napoli ed il Dipartimento Universitario di Chirurgia
Generale, Geriatrica, Oncologica e Tecnologie Avanzate della Facoltà di Medicina e
Chirurgia della Università degli Studi di Napoli “Federico II”. Per poter ottenere
quante più informazioni possibili riguardo le pazienti reclutate, è stato creato un
apposito questionario anamnestico, da sottoporre ai soggetti che daranno il
consenso a partecipare a questo studio epidemiologico a scopo di ricerca. Le 10
pazienti reclutate finora sono già state sottoposte ad indagine molecolare per la
ricerca di mutazioni in BRCA1 e BRCA2. In una di queste pazienti è stata identificata
una mutazione deleteria, la p.K2013X, nota sia in letteratura che sul database BIC.
La mutazione p.K2013X causa la creazione di un codone di stop, per cui ne risulta la
produzione di una proteina tronca e non funzionale e la probabile soppressione di un
sito di legame con la proteina Rad51, legame necessario per l’attività di
ricombinazione omologa e riparazione dei danni al DNA.
Poiché, in base a dati di letteratura, sono state riscontrate mutazioni su BRCA1 e
BRCA2 soltanto nel 20% di tutti i casi di HBOC, intendiamo approfondire gli studi
molecolari sul carcinoma della mammella e dell’ovaio in particolare sui soggetti
clinicamente affetti da HBOC che risulteranno negativi allo screening di BRCA1 e
BRCA2, prendendo in considerazione anche altri tipi di target molecolare come ad
esempio i microRNA ed il trascrittoma.
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