Irollo, Giolinda (2006) L’evoluzione olocenica della fascia costiera tra Neapolis e Stabiae (Campania) sulla base di dati geologici ed archeologici. [Tesi di dottorato] (Inedito)

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Tipologia del documento: Tesi di dottorato
Lingua: Italiano
Titolo: L’evoluzione olocenica della fascia costiera tra Neapolis e Stabiae (Campania) sulla base di dati geologici ed archeologici
Autori:
AutoreEmail
Irollo, Giolinda[non definito]
Data: 2006
Tipo di data: Pubblicazione
Numero di pagine: 418
Istituzione: Università degli Studi di Napoli Federico II
Dipartimento: Scienze della Terra
Dottorato: Scienze della Terra
Ciclo di dottorato: 18
Coordinatore del Corso di dottorato:
nomeemail
Ciampo, Giuliano[non definito]
Tutor:
nomeemail
Romano, Paola[non definito]
Cinque, Aldo[non definito]
Data: 2006
Numero di pagine: 418
Parole chiave: Geoarcheologia, Olocene Napoli
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 04 - Scienze della terra > GEO/05 - Geologia applicata
Informazioni aggiuntive: Indirizzo del dottorato: Geologia applicata al territorio, alle risorse e alla protezione dell'ambiente e dei beni culturali
Depositato il: 01 Ago 2008
Ultima modifica: 27 Ott 2014 11:31
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/585
DOI: 10.6092/UNINA/FEDOA/585

Abstract

Il presente lavoro di tesi ha voluto apportare un contributo alla conoscenza della evoluzione geologica recente della fascia costiera che si estende tra la periferia meridionale dell’area vulcanica flegrea (area della antica Neapolis) e l’inizio dell’alto morfostrutturale dei Monti Lattari-Penisola Sorrentina (area della antica Stabiae). L’intervallo cronologico prescelto è stato l’Olocene ma il numero di tappe evolutive riconosciute e la fittezza delle scansioni temporali effettuate sono variabili da luogo a luogo. Questa variabilità è connessa alla maggiore o minore monotonia dei trend evolutivi ed alla disponibilità limiti cronologici per i depositi e le paleomorfologie riconosciute. In ciascun settore indagato una particolare attenzione è stata dedicata alla paleogeografia costiera di epoca romana, nel tentativo di contribuire anche alla contestualizzazione geografica dei numerosi siti archeologici presenti lungo il tratto costiero considerato. La ricerca è stata concentrata su alcuni specifici segmenti della fascia costiera indicata, privilegiando le aree che presentavano migliori opportunità di raccogliere i necessari dati stratigrafici di sottosuolo, o che risultavano di interesse più cruciale alla luce delle precedenti conoscenze. In base al primo criterio sono state scelte le aree di Napoli, ove i lavori di scavo della linea A della Metropolitana offrivano preziose occasioni di indagine stratigrafica; di Ercolano, per la possibilità di effettuare nuovi carotaggi, e quella del basso Sarno ove il Commissariato per l’Emergenza Sarno ha effettuato recentemente nuovi sondaggi. In base al secondo criterio sono state invece scelte le aree della Piana del Sebeto e di Stabia, entrambe poco dettagliate da studi precedenti. Metodologie La ricostruzione di ambienti ed eventi del passato utilizza comunemente indagini di tipo geomorfologico, stratigrafico, sedimentologico e paleoecologico. Ad esse può affiancarsi, come naturale completamento, quella archeologica che rivela vincoli d'età, spesso con risoluzione temporale non facilmente uguagliabile dai metodi geocronologici, ed indicazioni sugli antichi rapporti uomo-territorio La prima fase della ricerca è stata dedicata allo studio critico delle pubblicazioni esistenti, alla sistemazione organica delle conoscenze pregresse, alla estrapolazione dei dati puri dalle interpretazioni, a delineare le ipotesi di lavoro. La successiva fase di rilevamento geologico e geomorfologico delle evidenze di superficie si è avvalsa dell’analisi di carte topografiche a diversa scala (1:25000, 1:5000, 1:1000) e della realizzazione di versioni digitalizzate e georeferenziate della topografia e dell’idrologia naturale, eliminando gli effetti di modifica di origine antropica, anche attraverso l’esame della cartografia storica. L'analisi geomorfologica coadiuvata dall’uso di DEM e foto aeree è stata finalizzata ad evidenziare tutte le forme deposizionali ed erosive presenti, l'andamento della rete idrografica, le sue eventuali anomalie, gli indizi morfologici di sollevamento, abbassamento e/o deformazione tettonica dell'area. La suddivisione della piana in unità geomorfologiche ha consentito di estrapolare su aree più o meno vaste i dati stratigrafici ricavati da affioramenti o da sondaggi meccanici sporadici. Un'altra componente essenziale dello studio è stata la raccolta dei dati litostratigrafici di profondità; all’analisi dei log sono stati affiancati i tentativi di interpretazione geocronologica e paleoambientale, elaborati progressivamente attraverso il confronto con altri log stratigrafici e con i dati emergenti dall’osservazione di sezioni artificiali e durante la realizzazione dei nuovi sondaggi. L'analisi delle stratigrafie di sondaggio pregresse, inserendosi nel quadro d’insieme delineato dalla letteratura e dalla analisi di superficie ha orientato l’ubicazione dei nuovi sondaggi ed la profondità di indagine. Ulteriori dati stratigrafici di sottosuolo sono stati desunti dall’esame di relazioni di controllo e scavo archeologico; da esse è stato possibile ricavare indicazioni cronologiche di estremo dettaglio pur se riferite alle sole fasi di frequentazione antropica del sito I log reperiti ed i siti di scavo archeologico sono stati ubicati sul supporto cartografico digitale, al quale sono stati collegati database che hanno consentito la fruizione immediata delle informazioni stratigrafiche ed archeologiche relative a ciascun settore. Particolarmente utili alla raccolta dei suddetti dati si sono rivelate le occasioni di analizzare direttamente le sezioni emerse nel corso dei lavori per la costruzione della linea A della nuova Metropolitana di Napoli e di prelevare campioni per analisi di diverso tipo. Analoga possibilità si è avuta lungo l’alveo del Fiume Sarno, nell’area archeologica di Ercolano nell’ambito dell’Herculaneum Conservation Project, così come in diverse altre occasioni di seguire lavori di scavo connessi alla realizzazione di opere pubbliche. Utilizzando i dati di superficie e di sottosuolo insieme a quelli geoarcheologici sono state realizzate sezioni geologiche orientate longitudinalmente e trasversalmente alla costa. La correlazione di livelli analoghi nei diversi sondaggi, e le operazioni di estrapolazione hanno consentito di ricostruire l’estensione areale delle oscillazioni della linea di costa. E’ stata dedicata inoltre particolare attenzione alla ricostruzione della dislocazione delle superfici per effetto di disturbi tettonici, anche attraverso opportuni confronti delle quote delle unità litorali con quelle eustatiche. Si è passati poi ad evidenziate le relazioni tra i depositi coevi che identificano le possibili articolazioni paleoambientali, la paleomorfologia e la rete idrografica originaria. Sono state ricostruite, successivamente, le modifiche dovute ad eventi naturali, più o meno ciclici come quelli climatici, o di origine antropica attraverso la ricostruzione della tipologica, potenza, superfici limite, distribuzione areale, caratteristiche sedimentologiche, di ciascun deposito. Ove possibile le analisi paleoecologiche effettuate su affioramenti e su carote hanno fornito ulteriori dati circa l'ambiente di formazione dei vari corpi sedimentari individuati. Una particolare attenzione è stata dedicata anche ai livelli tefro-distali che sono stati riconosciuti e correlati, utilizzando criteri di posizione stratigrafica comparabile con i dati emersi dai log seguiti direttamente, e verificando che eventuali variazioni di spessore e stato di conservazione risultassero giustificati da riconosciute diversità paleo geomorfologiche. Ulteriori vincoli cronologici sono stati ricavati dall'integrazione di dati di tipo archeologico. Attraverso la correlazione di tutti gli elementi decritti sono stati ricostruiti gli andamenti della linea di costa ed i suoi spostamenti orizzontali e verticali nei settori di indagine ed in diversi periodi dell’Olocene. La definizione delle componenti evolutive di tipo eustatico ha imposto l’uso di opportuni fattori correttivi, che hanno considerato le influenze di carattere tettonico ed i loro ritmi, i quali si combinano alle prime modificandone gli effetti. Tali influenze oltre che dalla geologia regionale, sono state ricavate da indizi di carattere morfologico, facendo riferimento ad elementi datanti, come ad esempio i livelli vulcanici di età nota, ed esaminando le variazioni di quota delle unità litorali rispetto a quelle eustatiche. Le ultime fasi di sintesi sono state dedicate alle correlazioni fra gli specifici settori analizzati ed in dettaglio delle unità sedimentarie e dei livelli di frequentazione antropica, in base all’età ed alla quota di ciascuna di esse. Queste correlazioni sono state finalizzate ad evidenziare le variazioni paleoambientali e l’influenza della tettonica in ciascun settore della fascia costiera esaminata, facendo emergere le analogie e le differenze. In particolare si è cercato di delineare le situazioni paleogeografiche complessive per alcuni momenti dell’Olocene documentati, in modo più dettagliato, nell’intera fascia analizzata.

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