Peluso, Rosalia (2006) Heidegger interprete del “Sofista”. [Tesi di dottorato] (Inedito)

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Tipologia del documento: Tesi di dottorato
Lingua: Italiano
Titolo: Heidegger interprete del “Sofista”
Autori:
AutoreEmail
Peluso, Rosalia[non definito]
Data: 2006
Tipo di data: Pubblicazione
Numero di pagine: 253
Istituzione: Università degli Studi di Napoli Federico II
Dipartimento: Filosofia "Antonio Aliotta"
Dottorato: Scienze filosofiche
Ciclo di dottorato: 18
Coordinatore del Corso di dottorato:
nomeemail
Mazzarella, Eugenio[non definito]
Tutor:
nomeemail
Viti Cavaliere, Renata[non definito]
Data: 2006
Numero di pagine: 253
Parole chiave: Heidegger, Platone, Sofista
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 11 - Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche > M-FIL/01 - Filosofia teoretica
Depositato il: 30 Lug 2008
Ultima modifica: 30 Apr 2014 19:24
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/766
DOI: 10.6092/UNINA/FEDOA/766

Abstract

Le letture heideggeriane dell’antico si svolgono sempre sotto il segno dell’eccentricità, in nome di un’ermeneutica che non vuole limitarsi ad oggettivare il passato ma intende riappropriarsene, in vista di una sua riattivazione nel topos senza luogo del pensiero dell’essere. L’interpretazione del Sofista di Platone, offerta agli studenti di Marburg nel semestre invernale 1924-’25, è compiuta nel rispetto delle premesse essenziali dell’ontologia di Heidegger, in particolare della sua determinazione in senso esistenziale. L’insidiosa caccia al sofista si svela così la battaglia eterna del pensare che nega ogni legittimità al “diritto di non pensare”. La paradigmaticità che guida il disegno platonico di una polemologia di concetti rende il sofista l’anti-filosofo e lo Straniero, il personaggio concettuale che dirige l’architettura demolitoria della tradizione e, solo per una rinnovata fedeltà alle cose del pensiero, può ricostruire senza imbarazzo il mosaico della questione dell’essere, è l’antonomasia del pensatore, estraneo alla terra, divino-demoniaco agli occhi della moltitudine, che giunge da lontano per confutare e giudicare la verità dei logoi. Articolato sotto il segno della discorsività, carattere strutturale del Dasein, il tema della differenza, la cui individuazione è la conquista teoretica fondamentale del dialogo platonico, celato tra le molteplici modalità dell’apparire nel mondo, si mostra fin dalle prime battute della discussione, evidenziando la coerente unità del Sofista, a lungo contestata dalla critica. Modello di ermeneutica platonica del Novecento, la Vorlesung heideggeriana si insedia nel cuore della elaborazione della fatticità del vivere, ponendosi nel cammino preparatorio dell’analisi esistenziale che trova compimento in Sein und Zeit, opera che, in nome del non casuale esergo tratto dal Sofista, è – ha avuto modo di commentare Heidegger – “il testo più all’antica che sia mai stato scritto oggi”.

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