Di Trolio, Mariano (2010) Crisi e riforma dello Stato sociale in Europa. La dimensione nazionale e le prospettive comunitarie (1970-2010). [Tesi di dottorato] (Inedito)

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Tipologia del documento: Tesi di dottorato
Lingua: Italiano
Titolo: Crisi e riforma dello Stato sociale in Europa. La dimensione nazionale e le prospettive comunitarie (1970-2010)
Autori:
AutoreEmail
Di Trolio, Mariano[non definito]
Data: 16 Novembre 2010
Numero di pagine: 324
Istituzione: Università degli Studi di Napoli Federico II
Dipartimento: Scienze dello stato
Scuola di dottorato: Scienze politiche
Dottorato: Scienza politica e istituzioni in Europa
Ciclo di dottorato: 23
Coordinatore del Corso di dottorato:
nomeemail
Feola, Raffaele[non definito]
Tutor:
nomeemail
De Matteis, Angiola[non definito]
Data: 16 Novembre 2010
Numero di pagine: 324
Parole chiave: Stato sociale; welfare: previdenza
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 14 - Scienze politiche e sociali > SPS/04 - Scienza politica
Area 13 - Scienze economiche e statistiche > SECS-P/02 - Politica economica
Depositato il: 07 Dic 2010 09:41
Ultima modifica: 30 Apr 2014 19:43
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/7922

Abstract

L’impianto della tesi si basa su alcune questioni nodali e argomentate proposte di soluzione: la crisi e il ridimensionamento dello Stato sociale in larga parte dell’Occidente più avanzato, dovuto alle molte trasformazioni dell’economia internazionale successive alla crisi del 1973; la ‘controrivoluzione’ neoliberista; la serie di importanti riforme che, dai primi anni novanta del secolo scorso, investono i singoli modelli nazionali di Stato sociale (i cui costi crescenti vengono considerati non più sostenibili); lo sforzo profuso, a livello di Comunità europea, per giungere ad un unico “Modello sociale europeo”. All’origine di ogni questione c’è, naturalmente, la controversa relazione tra dimensione dello Stato sociale e crescita economica, relazione che ha innescato un vivace dibattito teorico, rivelando insospettati auspici di ritorno al passato e, comunque, producendo mutamenti sul piano politico-ideologico, nonché pratico. L’analisi affronta, sinteticamente, i seguenti punti: - i fattori – endogeni ed esogeni – all’origine delle trasformazioni economiche degli anni settanta-ottanta che hanno minato la tenuta dei sistemi nazionali di protezione sociale; - l’affermazione del neoliberismo nella Gran Bretagna degli anni di governo della Thatcher e negli Stati Uniti della presidenza Reagan, con le loro politiche volte a delegittimare e a smantellare lo Stato sociale keynesiano; - l’articolazione, di conseguenza, dei nuovi sistemi di Welfare nei Paesi dell’Europa occidentale e di quelli dell’Europa centro-orientale; - l’analisi contestuale delle riforme che, nei più significativi settori della società (sanità, pensioni, lavoro, famiglia) hanno teso sempre più a spostare il rischio dalla gestione collettiva a quella individuale; - i risultati più importanti, sul piano economico e sociale, di tali riforme, attraverso l’analisi dei dati di spesa complessiva, che fanno emergere il netto ridimensionamento dei costi del Welfare (nei singoli Stati) nel quinquennio 1995-2000; - infine, gli effetti dell’integrazione economica europea sulle realtà nazionali di Stato sociale e la ricostruzione delle tappe fondamentali per una vera e propria “Europa sociale”, a partire dallo schema virtuoso delineato nel “Trattato di Roma” del 1957, fino ai vari, e per lo più infruttuosi, interventi dell’Unione negli anni novanta.

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