Verde, Francesca (2010) CASI DELLA SOSTITUZIONE E STRUMENTI DELLA MODIFICAZIONE CRITICA. [Tesi di dottorato] (Inedito)

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Tipologia del documento: Tesi di dottorato
Lingua: Italiano
Titolo: CASI DELLA SOSTITUZIONE E STRUMENTI DELLA MODIFICAZIONE CRITICA
Autori:
AutoreEmail
Verde, Francescafraverde@libero.it
Data: 30 Novembre 2010
Numero di pagine: 59
Istituzione: Università degli Studi di Napoli Federico II
Dipartimento: Progettazione urbana e di urbanistica
Scuola di dottorato: Architettura
Dottorato: Progettazione urbana
Ciclo di dottorato: 23
Coordinatore del Corso di dottorato:
nomeemail
Miano, Pasqualepasmiano@unina.it
Tutor:
nomeemail
Rispoli, Francescofrispoli@unina.it
Data: 30 Novembre 2010
Numero di pagine: 59
Parole chiave: sostituzione edilizia; modificazione critica
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 08 - Ingegneria civile e Architettura > ICAR/14 - Composizione architettonica e urbana
Depositato il: 07 Dic 2010 12:05
Ultima modifica: 30 Apr 2014 19:45
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/8167

Abstract

L'intervento nella città consolidata rappresenta una opportunità non secondaria di riqualificazione architettonica. Qui infatti il progetto diventa misura delle trasformazioni dirette ed indotte vagliando modi e regole di costruzione dei singoli contesti, interpretando i singoli casi e divenendone soluzione. Nel tempo in cui appare forte la dicotomia tra antico e nuovo, tra conservazione e innovazione, in cui questo rapporto assai frequentemente diventa applicazione quasi pedissequa di regole che sminuiscono la complessità del campo di intervento, il progetto istituisce con le preesistenze un rapporto variabile, legato al valore che esse assumono nel nuovo significato di cui il progetto è portatore. La ricerca fornisce un contributo alla formazione di un quadro teorico nell'ambito dell'odierna pratica della sostituzione edilizia. Riflettendo su come storicamente, alle diverse posizioni circa il restauro degli edifici abbiano sempre fatto riscontro paralleli atteggiamenti in merito al problema urbano nel complesso, è possibile riscontrare come proprio a partire dalla categoria del contrasto sia scaturita la divisione tra architettura storica ed architettura moderna, tra città storica e città moderna. In tempi più recenti, le classi d'intervento sul patrimonio edilizio esistente previste dalle diverse regolamentazioni se da un lato hanno condotto ad assumere l'analisi tipologica come indispensabile strumento conoscitivo, dall'altro hanno finito per costituire un quadro normativo per certi versi generalissimo e assai rigido per altri. I diversi interventi invece, più che per il riferimento ad una determinata categoria normativa, dovrebbero essere valutati per la loro coerenza e compatibilità con il significato e le necessità dei manufatti, che in genere richiedono un insieme di operazioni che attraversano le diverse classi operative previste dai regolamenti, cercando di spostare lo sguardo da una pratica edilizia ad una architettonica. Nell'attuale quadro normativo la sostituzione edilizia è regolata dal D. pr. 380/2001 che ne elenca le possibili applicazioni sia nella ristrutturazione edilizia che in quella urbanistica e dal recente Piano casa DL 112/2008 - che ha varato il piano nazionale di edilizia L’occasione offerta al legislatore non è da poco: potrebbe regolare con norme relative ad interventi puntuali modificazioni non solo dei singoli manufatti ma anche dei contesti in cui si inseriscono. La norma emanata appare invece indifferente alla qualità architettonica degli interventi. La descrizione delle possibilità non va oltre la quantificazione della cubatura e della volumetria da realizzare. Questo tipo di formulazione determina l'impossibilità di qualsivoglia controllo dei risultati concreti dal punto di vista architettonico. L'obiettivo principale che la ricerca ha inteso cogliere è stato quello di specificare alcune regole capaci di incidere sull'architettura degli interventi, ponendosi sul filone della storia, tra continuità e discontinuità, lavorando sulle possibilità di intervenire all’interno di un tessuto edilizio stratificato e consolidato con alcune linee guida capaci di evitare la mera sostituzione di un volume con un altro e di promuovere la modificazione critica del manufatto e dell’intorno. Tali linee, messe a punto con carattere di generalità, sono definite in un orizzonte regolativo in rapporto ai temi della composizione in modo da consentirne la specificazione caso per caso in corrispondenza delle condizioni contestuali in cui può accadere di operare. Dal punto di vista della sua articolazione, il lavoro ha messo a fuoco alcuni elementi che sostanziano tali linee guida (una sorta di manuale aperto) accompagnati da un atlante di casi di studio risolti, attraverso un approccio metodologico che utilizza esperienze già sviluppate come tirocinio per la definizione puntuale delle linee guida: un atlante che mostra/insegna - attraverso l'esplorazione di un novero articolato di esempi significativi - in che modo gli elementi che costituiscono le linee generali si possono declinare per produrre effetti normativi o specifiche di bandi di concorso a livello locale, in grado di assicurare che le operazioni di sostituzione producano effetti di qualità architettonica piuttosto che di quantità edilizia. Gli elementi di attenzione sono ricondotti ad alcuni capisaldi della composizione architettonica e urbana a differente scala tra cui: l’attacco a terra del manufatto, le assialità, la linea di gronda, il partito delle facciate, il rapporto con il suolo, l’inclinazione, gli isolati.

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