Artiola, Morena (2010) La qualità delle opere pubbliche in Campania. Analisi critica di alcuni municipi realizzati dopo il terremoto del 1980. [Tesi di dottorato] (Unpublished)
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Item Type: | Tesi di dottorato |
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Resource language: | Italiano |
Title: | La qualità delle opere pubbliche in Campania. Analisi critica di alcuni municipi realizzati dopo il terremoto del 1980. |
Creators: | Creators Email Artiola, Morena morenartiola@hotmail.it |
Date: | 30 November 2010 |
Number of Pages: | 158 |
Institution: | Università degli Studi di Napoli Federico II |
Department: | Conservazione dei beni architettonici ed ambientali |
Scuola di dottorato: | Architettura |
Dottorato: | Metodi di valutazione per la conservazione integrata del patrimonio architettonico, urbano e ambientale |
Ciclo di dottorato: | 22 |
Coordinatore del Corso di dottorato: | nome email Fusco Girard, Luigi girard@unina.it |
Tutor: | nome email Morrica, Lucio lmorrica@unina.it |
Date: | 30 November 2010 |
Number of Pages: | 158 |
Keywords: | qualità opere pubbliche |
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: | Area 08 - Ingegneria civile e Architettura > ICAR/14 - Composizione architettonica e urbana |
Date Deposited: | 06 Apr 2011 13:34 |
Last Modified: | 30 Apr 2014 19:45 |
URI: | http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/8216 |
Collection description
La mancanza della qualità architettonica dei centri urbani e delle periferie italiane è un tema molto dibattuto fra architetti e studiosi della città. La maggioranza degli osservatori è concorde nell’affermare che l’architettura moderna genera qualità urbana, ma questo interessa solo pochi casi fortunati e resta difficilmente compatibile con le caratteristiche dei centri storici della città stratificata. Le motivazioni sono molteplici e complesse e spesso non toccano temi inerenti l’architettura, in quanto disciplina, ma sollevano questioni relative a speculazioni, abusi edilizi e disattenzione politica ed amministrativa. Questi sono, in sintesi, i contenuti che riguardano il tema affrontato che tenta di analizzare in modo critico alcuni interventi di opere pubbliche realizzate in Campania, soprattutto dopo il terremoto del 1980. Lo scopo è quello di ottenere una sorta di mappa esemplificativa della qualità, o della mancanza di qualità degli edifici, scegliendo una significativa tipologia edilizia, quella dei nuovi Municipi. Questo non solo per raccogliere esempi quanto più omogenei possibile, ma anche per il senso emblematico che questo tipo di edificio sottende rappresentando, almeno simbolicamente, il livello culturale della comunità. Buona parte della ricostruzione post sismica, nel territorio campano, ha contribuito a produrre un territorio altamente dequalificato dove sono pochissimi gli esempi positivi dal punto di vista dell’architettura. Dall’analisi effettuata si è potuto riscontrare che la necessaria stratificazione dell’architettura moderna sulle antiche preesistenze, com’è stato in passato, da cinquant’anni non avviene più in Campania, Napoli e gli altri comuni della regione hanno la responsabilità di non aver saputo verificare la possibilità dell’inserimento dell’architettura moderna nella città. Il panorama architettonico che emerge dall’ indagine è assolutamente sconcertante, molte opere sono state affrontate in maniera negativa sia da un punto di vista architettonico che urbano, infatti spesso i municipi sono stati sovradimensionati o, in molti casi, localizzati all’esterno dei centri abitati, facendo perdere al nucleo storico il suo significato tradizionale e al municipio il suo senso principale, come luogo di fusione della collettività. Gli interventi di ricostruzione conseguenti al disastroso sisma del novembre 1980 sarebbero dovuti diventare l’occasione per progettare strutture che rispondessero pienamente alle nuove esigenze operative dell’amministrazione da un lato ed alla crescente richiesta partecipativa della cittadinanza alla vita comunale, dall’altro, ma finiscono col deludere quasi sempre tali aspettative. In Campania l’occasione di realizzare un Municipio diventa solo un’opportunità per poter conquistare un finanziamento pubblico, senza alcuna attenzione alla qualità (in quanto problema marginale), realizzando interventi sbagliati su un territorio sempre più devastato.
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