Nappo, Alessandra (2010) LA CRITICA AL PIL. NUOVI METODI DI MISURAZIONE DELLA CRESCITA SOSTENIBILE. [Tesi di dottorato] (Inedito)

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Tipologia del documento: Tesi di dottorato
Lingua: Italiano
Titolo: LA CRITICA AL PIL. NUOVI METODI DI MISURAZIONE DELLA CRESCITA SOSTENIBILE
Autori:
AutoreEmail
Nappo, Alessandranappo.alessandra@gmail.com
Data: 30 Novembre 2010
Numero di pagine: 131
Istituzione: Università degli Studi di Napoli Federico II
Dipartimento: Teoria economica e applicazioni
Scuola di dottorato: Scienze economiche e statistiche
Dottorato: Scienze economiche
Ciclo di dottorato: 22
Coordinatore del Corso di dottorato:
nomeemail
Panico, Carlocarlo.panico@unina.it
Tutor:
nomeemail
Fonte, Maria[non definito]
Data: 30 Novembre 2010
Numero di pagine: 131
Parole chiave: crescita; sostenibilità; misure alternative al PIL, apertura al commercio internazionale; ISEW; GPI
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 13 - Scienze economiche e statistiche > SECS-P/05 - Econometria
Area 13 - Scienze economiche e statistiche > SECS-P/01 - Economia politica
Area 13 - Scienze economiche e statistiche > SECS-P/06 - Economia applicata
Depositato il: 28 Feb 2011 08:57
Ultima modifica: 30 Apr 2014 19:46
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/8395
DOI: 10.6092/UNINA/FEDOA/8395

Abstract

Realizzare la crescita economica, misurata da un aumento del PIL, è stato l'obiettivo principale delle politiche macro-economiche degli ultimi cinquanta anni. Le politiche economiche nazionali generalmente utilizzano una vasta gamma di misure volte a stimolare le attività economiche, finalizzate ad esempio, ad agevolare i mercati e il commercio nonché gli investimenti in infrastrutture pubbliche e in istruzione. L'accento posto sulla crescita economica può essere giustificato e difeso poiché una economia in espansione apporta numerosi importanti vantaggi. In primo luogo, la crescita economica aumenta il tenore di vita dei cittadini e, pertanto, è vista come il movente principale per la riduzione della povertà; essa, inoltre, stimola non solo il lavoro ma anche gli investimenti in capitale e la fiducia nelle imprese. Infine, l'aumento dell'attività economica genera un maggiore dividendo fiscale per il governo, tramite vari sistemi di tassazione. Tuttavia, la storia della crescita economica non è solo un fatto positivo. Le conseguenze negative della crescita economica sull'ambiente naturale sono state a lungo trascurate dal pensiero economico e data la crescente scala della macroeconomia, questi problemi devono essere affrontati non già a livello delle singole nazioni, ma bensì a livello globale. L’interesse degli studiosi sia riguardo le opportunità che riguardo la sostenibilità della crescita economica, è decisamente aumentato nel corso degli anni. Non deve sorprendere che il continuo perseguimento della crescita stessa è sempre più messo in discussione sia da economisti che da politici. Diverse sono le critiche sollevate al PIL quale metrica della crescita economica, a partire dalla sua struttura di base, i conti nazionali. In un primo momento, tali critiche sono state più di carattere tecnico e metodologico, legate al fatto che, ad esempio, nel calcolo vengono considerate alla stregua spese simili da parte di diversi agenti. In seguito la critica è legata al fatto che il PIL fallisce come indicatore di benessere (well being) e di benessere economico (welfare). Anche se il PIL non è stato progettato per misurare nessuno dei due questi concetti, l'indice è diventato comunque il punto di riferimento normativo per lo sviluppo economico e anche delle prestazioni sociali di un paese poiché è diventato l'indicatore primario nelle decisioni politiche. Tuttavia, il benessere è un concetto multidimensionale che è molto più ampio rispetto alla sola dimensione economica. Esso comprende importante aspetti non economici, come le relazioni personali, i legami sociali e lo stato di salute. Misure di reddito, come il PIL pro capite, sono misure generalmente scarsamente rappresentative del benessere in quanto riducono la valutazione del concetto multi-dimensionale a una sola dimensione, ossia quella monetaria. Il PIL è anche una misura non esaustiva del benessere economico secondo un filone di studio, in quanto non riesce a discriminare tra i costi e benefici delle attività economiche. Un’ ultima categoria di critiche sul PIL riguarda l'assenza di preoccupazioni ambientali. Così come cela sia il degrado ambientale che l'impoverimento delle risorse naturali, il Pil presenta un quadro incompleto dei costi ambientali imposti dalla attività economica. Queste critiche non sono volte a sminuire il valore del PIL o il sistema dei conti nazionali come strumenti di politica economica, ma sottolineano la necessità di misure più appropriate sia di benessere che di benessere economico. Nel corso degli ultimi quaranta anni, i ricercatori di varie discipline all'interno delle scienze sociali hanno proposto misure alternative per la stima della crescita guardata da una prospettiva di sostenibilità. Anche se esistono diversi schemi di classificazione, le misure alternative sono in genere organizzate in tre classi (in base ai campi di ricerca in cui sono state sviluppate): conti economici estesi, indicatori sociali e indicatori psicologici. Poiché i conti nazionali tradizionali non riescono a fornire una misura adeguata del benessere, gli economisti hanno cercato di estendere a tali conti le informazioni sociali e ambientali per costruire adeguate misure di benessere umano basato sui concetti di sostenibilità e di reddito sostenibile. I sociologi hanno messo a punto diverse misure di benessere ispirate dall'idea che il benessere non possa essere pienamente catturato da indicatori monetari, mentre gli psicologi utilizzano un approccio più diretto per misurare il benessere personale raggiunto da esperienze individuali. Alcune delle misure alternative sono state proposte da organizzazioni internazionali che raccolgono e pubblicano dati comparabili a intervalli di tempo regolari. Per altre misure, reti globali di ricercatori provenienti da diversi paesi, tentano di uniformare le metodologie e attirare l'attenzione dei media. Tuttavia, l'impatto complessivo delle misure alternative sulla politica pubblica è piuttosto limitato, poiché la posizione predominante del PIL non è certo compromessa. Tuttavia, possiamo affermare con sicurezza che lo sviluppo delle misure alternative di benessere oggi sta acquistando un certo slancio. Alla conferenza “Beyond GDP” organizzata dalla Commissione europea nel novembre 2007, è stata fatta una dichiarazione politica forte. Sia il Presidente della Commissione europea José Manuel Barroso, che Stavros Dimas, commissario per l'Ambiente, hanno chiesto lo sviluppo e il miglioramento di indicatori che regolino, completino o sostituiscano il PIL. Altre conferenze, workshop e riunioni di esperti a livello nazionale o internazionale sui progressi compiuti in merito agli strumenti di misurazione hanno portato a conclusioni simili. Nel giugno 2007, l'OCSE ha tenuto il suo secondo Forum mondiale su “Statistiche, Conoscenza e Politica” a Istanbul, concentrandosi su misure per favorire il progresso delle società. Ulteriori incontri di esperti si sono svolti ad esempio nei Paesi Bassi, in Germania e in Francia in cui diversi economisti hanno discusso sulle attuali politiche nazionali basate sulla crescita economica. È stata inoltre creata su iniziativa del governo francese una Commissione sulla misurazione del Rendimento Economico e il Progresso Sociale. Il suo scopo è stato quello di individuare i limiti del PIL come indicatore di performance economica e di progresso sociale, e di prendere in considerazione ulteriori informazioni necessarie per la produzione di un quadro più significativo proteso a discutere su come presentare le informazioni nel modo più appropriato, e per verificare la fattibilità della proposta di strumenti di misurazione alternativi. La Commissione è presieduta da Joseph Stiglitz e il Rapporto Stiglitz – Sen – Fitoussi del 2009 fornisce un contributo interessante al dibattito in corso poiché propone da un lato di costruire una sintesi dei limiti del Pil come indicatore del rendimento economico e del progresso sociale e dall’altro di elaborare proposte per creare una griglia più vasta di indicatori che tenga conto di una molteplicità di dimensioni e quindi di obiettivi. In questo schema di riferimento va assolutamente chiarito che il Pil non si vuole sostituire con un nuovo indicatore, ma deve essere inserito in un contesto più ampio e “declassato” a uno tra i tanti indicatori da considerare. Qui si parla della possibilità di una “de-crescita” economica per la sostenibilità ecologica e la giustizia sociale. Nel 2007 un sondaggio di Globescan ha pubblicato una indagine a livello mondiale per l'uso di misure alternative di benessere. Tre quarti delle persone intervistate in dieci paesi hanno espresso la loro convinzione che i governi devono guardare al di là dell'economia e sostengono la necessità di includere anche le statistiche sanitarie, sociali e ambientali per misurare il progresso nazionale. Solo il 19 per cento degli intervistati crede che la crescita economica sia la misura più importante. Il sostegno verso le posizioni assunte dal movimento “Beyond GDP” è forte soprattutto nei paesi sviluppati in cui è maggiormente radicata una coscienza ecologista e improntata verso una crescita di tipo sostenibile

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