Taranto, Lucia (2010) Modello integrato di procedure standard per l'analisi ed il monitoraggio del paesaggio. [Tesi di dottorato] (Inedito)

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Tipologia del documento: Tesi di dottorato
Lingua: Italiano
Titolo: Modello integrato di procedure standard per l'analisi ed il monitoraggio del paesaggio
Autori:
AutoreEmail
Taranto, Lucialuciataranto@libero.it
Data: 30 Novembre 2010
Numero di pagine: 128
Istituzione: Università degli Studi di Napoli Federico II
Dipartimento: Pianificazione e scienza del territorio
Scuola di dottorato: Ingegneria civile
Dottorato: Ingegneria dei sistemi idraulici, di trasporto e territoriali
Ciclo di dottorato: 23
Coordinatore del Corso di dottorato:
nomeemail
Pulci Doria, Guelfopulci@unina.it
Tutor:
nomeemail
Stanganelli, Marialuce[non definito]
Data: 30 Novembre 2010
Numero di pagine: 128
Parole chiave: paesaggio, GIS, sistemi informativi territoriali
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 04 - Scienze della terra > GEO/04 - Geografia fisica e geomorfologia
Area 08 - Ingegneria civile e Architettura > ICAR/06 - Topografia e cartografia
Area 08 - Ingegneria civile e Architettura > ICAR/20 - Tecnica e pianificazione urbanistica
Depositato il: 11 Dic 2010 14:41
Ultima modifica: 30 Apr 2014 19:46
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/8423

Abstract

La “Convenzione Europea del Paesaggio” (Firenze, 2000), e vari altri documenti che trattano in toto o in parte il tema del paesaggio (come la Carta del restauro, Cracovia, 2000) rappresentano un ulteriore evoluzione della politica dell’Unesco per la tutela dei “Patrimonio culturali” (Parigi, 1972) come Patrimonio dell’umanità, stabilendo “che natura e cultura costituiscono aspetti che sono contemporaneamente presenti all’interno di ogni paesaggio” e non operando distinzioni, né concettuali, né operative, tra ciò che è considerato naturale e ciò che è considerato artificiale (non utilizzando mai la locuzione “paesaggio culturale”). L’attenzione non è più riservata ad alcuni paesaggi (quelli considerati storici o naturali o eccezionali, ecc.), ma alla globalità dei paesaggi europei, siano essi aree urbane, periurbane, agricole o naturalistiche, sia straordinarie che ordinarie. In altri termini, la Convenzione pone il problema della qualità di tutti i luoghi di vita delle popolazioni, di tutto il territorio. Anche lo Schema di Sviluppo dello Spazio Europeo evidenzia come la differente caratterizzazione paesistica dei territori europei costituisca un patrimonio da salvaguardare. Ciò che emerge è che la riconoscibilità delle caratteristiche identitarie del paesaggio rappresenta un elemento fondamentale e propedeutico alla definizione di obiettivi di qualità dei luoghi di vita e che il “campo di applicazione” si è notevolmente ampliato, soprattutto se lo si raffronta alle passate politiche paesaggistiche rivolte ai soli paesaggi ritenuti pregevoli e, pertanto, meritevoli di salvaguardia. Questa rivoluzione concettuale che vede i paesaggi “esistenti” e quelli “futuri” come una risorsa sia culturale che economica ha come conseguenza una nuova politica per il paesaggio che non può che fondarsi sulla conoscenza, sotto il profilo paesistico, di tutto il territorio e alle diverse scale per assicurarne la qualità generale (Scazzosi, 2002, pag.20). Ciò corrisponde necessariamente alla modifica dei metodi di lettura dei paesaggi (oltre che negli strumenti di tutela, di pianificazione, di governo) e dei metodi di valutazione, non ritenendo più sufficiente la concezione settoriale di identificazione e classificazione di aree o componenti paesaggistiche di eccellenza da proteggere o vincolare, che lasciava le aree ritenute prive di particolari valori trascurate ed abbandonate. La tesi di dottorato, “Modello integrato di procedure standard per l’analisi ed il monitoraggio degli ambiti di paesaggio”, affronta il tema dell’interpretazione del paesaggio integrata a quella del territorio. In quest’ottica, produrre conoscenza condivisa/condivisibile, alle diverse scale dimensionali e ai diversi livelli amministrativi, rappresenta l’attuale orientamento (scientifico e culturale) delle politiche territoriali e di quelle di pianificazione paesaggistica. Pianificare il paesaggio implica, in sintesi, l’implementazione di strumenti di analisi capaci di organizzare la vasta mole di informazioni e la definizione di metodologie condivisibili sia dalla comunità scientifica che dai tecnici paesaggisti. Determinare zonizzazioni funzionali alla individuazione di ambiti di paesaggio, risponde alle attuali esigenze di pianificazione paesaggistica nel panorama europeo e nazionale. D’altra parte, chi progetta e pianifica il territorio difficilmente dispone di strumenti di riferimento (informazioni organizzate e metodologie condivise) facilmente utilizzabili (Angrilli, Sciacchitano 2005). In questo quadro si inserisce la presente ricerca, che ha come obiettivo quello di delineare – in forma non definitiva – un percorso metodologico-operativo che, attraverso una griglia di criteri di lettura, preveda, oltre ad una sommatoria delle analisi sistemiche, una lettura interpretativa del paesaggio attraverso un modello trasparente, flessibile e ripercorribile. In sintesi, si vogliono rappresentare le relazioni sistemiche tra i diversi elementi che caratterizzano il paesaggio e individuare nuovi o alternativi percorsi conoscitivi che diventano operativi attraverso l’uso di strumenti informatici quali i GIS.

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