Vincentini, Michele (2011) Lineamenti delle prelazioni legali. [Tesi di dottorato] (Inedito)

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Tipologia del documento: Tesi di dottorato
Lingua: Italiano
Titolo: Lineamenti delle prelazioni legali
Autori:
AutoreEmail
Vincentini, Michelemikvin22@libero.it
Data: 22 Novembre 2011
Numero di pagine: 265
Istituzione: Università degli Studi di Napoli Federico II
Dipartimento: Diritto comune patrimoniale
Scuola di dottorato: Scienze giuridico-economiche
Dottorato: Diritto comune patrimoniale
Ciclo di dottorato: 23
Coordinatore del Corso di dottorato:
nomeemail
Quadri, Enricoenrico.quadri@unina.it
Tutor:
nomeemail
Sinesio, Domenicosinesio@unina.it
Data: 22 Novembre 2011
Numero di pagine: 265
Parole chiave: Prelazioni legali
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 12 - Scienze giuridiche > IUS/01 - Diritto privato
Depositato il: 12 Dic 2011 07:37
Ultima modifica: 30 Apr 2014 19:46
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/8531
DOI: 10.6092/UNINA/FEDOA/8531

Abstract

Ho sviluppato una ricerca per la tesi di dottorato, dal titolo “Lineamenti delle prelazioni legali”, che si è soffermata sui profili generali del diritto di prelazione partendo dall'analisi della prelazione in generale, per, poi, esaminare la prelazione volontaria e quella legale, dall'analisi del tema risulta che la prelazione, ineffetti, esprime la priorità riconosciuta ad un soggetto di acquisire, rispetto ad altri soggetti, e a parità di condizioni, la proprietà su determinati beni immobili. Detta priorità, che può derivare da un patto o dalla legge, di qui la distinzione tra prelazione volontaria e legale, ha costituito l'oggetto di indagine della ricerca, che sebbene rivolta, soprattutto, alle prelazioni legali, non può mancare di prestare la sua attenzione anche alle prelazioni pattizie, per meglio comprendere il fondamento, la disciplina e le finalità dell'intera fattispecie prelazionale. La prelazione convenzionale, a causa dell'esiguità del dato normativo, pone ancora oggi molteplici dubbi, per cui non devono meravigliare le numerose attenzioni che dottrina e giurisprudenza hanno continuato a dedicare alla struttura del patto prelatizio, il cui fondamento viene generalmente ravvisato nel principio normativo di libertà degli interessi privati, come sancito dall'art. 1322 c.c.. Molto più complesso si presenta, invece, il tema del fondamento della prelazione legale, poiché, a causa delle numerose e diverse ipotesi previste, è impossibile trovare un comune fondamento. Sulla scia del retratto successorio introdotto dal codice civile del 1942, gli ultimi decenni hanno visto un frequente ricorso da parte del legislatore allo strumento della prelazione legale, come mezzo di contemperamento di interessi confliggenti ascrivibili, da una parte alla proprietà e alla connessa libertà di circolazione della ricchezza, e dall'altra al lavoro o all'impresa. In sostanza, alla figura tradizionale della prelazione legale strutturata in funzione di tutela della proprietà, tipica del retratto successorio, si sono affiancate ipotesi di prelazione legale strutturate in funzione di tutela del lavoro o dell'impresa, tipiche della prelazione agraria, societaria ed urbana. Come è stato osservato in dottrina, alla figura della prelazione propria, caratterizzata dal diritto ad essere preferito a parità di condizioni, si affiancano, figure caratterizzate da un diritto legale all'acquisto, come ad esempio avviene nella prelazione in favore dei partecipanti all'impresa familiare, nel caso di divisione. Infatti, nelle figure più antiche la disciplina legale resta ancorata all'idea tradizionale di prelazione, nel senso di preferenza a parità rigorosa di condizioni, mentre nei casi in cui la prelazione è accordata in funzione di tutela di interessi valutati come socialmente prevalenti su quelli della proprietà, spesso al diritto di preferenza si uniscono vantaggi, diretti o indiretti, che, nel mentre attribuiscono al prelazionario una posizione economicamente poziore rispetto al terzo offerente, incidono nel contempo in senso negativo anche sulla sfera giuridica dell'alienante. Ma al di là della trama frammentaria e spesso fragile della normativa, il legislatore speciale si è sforzato, di volta in volta, di conciliare gli opposti interessi in gioco della proprietà, dell'impresa, della famiglia e del lavoro. É per questo che la figura della prelazione si presenta come modello elettivo per il contemperamento di istanze socialmente contrapposte e, quindi, come strumento tipico dello stato sociale, che consente al legislatore di intervenire sul gioco della libera concorrenza in funzione di tutela degli interessi più deboli, senza, però, sopprimere i valori della libertà e dell'autonomia dei privati. In questo senso alla valutazione negativa della figura, intesa come vincolo alla libera circolazione della ricchezza nella prospettiva propria delle codificazioni liberali, può sostituirsi una valutazione positiva che riconosce allo strumento prelatizio rinnovata dignità nel quadro del sistema di economia mista disegnato dalla Costituzione repubblicana.

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