Pugliese, Giuseppe Valerio (2011) La sorte del contratto nel nuovo Codice del Processo Amministrativo. Spunti critici. [Tesi di dottorato] (Inedito)

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Tipologia del documento: Tesi di dottorato
Lingua: Italiano
Titolo: La sorte del contratto nel nuovo Codice del Processo Amministrativo. Spunti critici.
Autori:
AutoreEmail
Pugliese, Giuseppe Valeriogvpugliese@hotmail.it
Data: 30 Novembre 2011
Numero di pagine: 210
Istituzione: Università degli Studi di Napoli Federico II
Dipartimento: Diritto amministrativo e scienza dell'amministrazione
Scuola di dottorato: Scienze giuridico-economiche
Dottorato: Programmazione negoziale per lo sviluppo e la tutela del territorio
Ciclo di dottorato: 24
Coordinatore del Corso di dottorato:
nomeemail
Liguori, Fiorenzofiorenzo.liguori@unina.it
Tutor:
nomeemail
Tuccillo, Silviasilvia.tuccillo@unina.it
Data: 30 Novembre 2011
Numero di pagine: 210
Parole chiave: contratto
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 12 - Scienze giuridiche > IUS/10 - Diritto amministrativo
Depositato il: 14 Dic 2011 21:56
Ultima modifica: 15 Lug 2015 01:00
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/8944

Abstract

La giurisprudenza e la dottrina amministrativistica indagano da tempo il tema degli effetti dell’annullamento degli atti di gara sul contratto, di diritto privato, intervenuto medio tempore. Come noto, con il d.lgs. n. 53 del 2010, prima, e il nuovo Codice del processo amministrativo, dello stesso anno, poi, il legislatore è intervenuto nuovamente sul tema, recependo le indicazioni che gli venivano dal livello comunitario – direttiva n. 66/2007. La nuova disciplina è profondamente innovativa. Non solo essa interviene sulla giurisdizione – assegnandola al giudice amministrativo -; essa si spinge a positivizzare la regola a mente della quale, in alcuni casi, l’annullamento degli atti di gara può/deve produrre l’inefficacia del contratto stipulato con la parte privata. La presente tesi prova a fornire un contributo allo studio delle nuove norme. In particolare, il lavoro muove dall’evoluzione del quadro normativo – che, dagli anni 90 in poi, è stato in più occasioni ritoccato -, per dare poi conto delle interpretazioni che, ad esso, giudici e studiosi hanno, di volta in volta, ritenuto di ricondurre. È noto che, sul tema, si è acceso un ampio dibattito e che, in seno ad esso, sono maturate posizioni tra loro diversissime, sia in punto di giurisdizione (ricondotta, a seconda dei casi, al giudice ordinario o a quello amministrativo) che in relazione alla sorte del contratto in senso sostanziale. Su quest’ultimo punto, più che sul primo, il confronto si è fatto particolarmente serrato, emergendo tanto ricostruzioni tese a predicare la sostanziale nullità del contratto a seguito dell’annullamento quanto dogmatiche volte a ritenerlo, viceversa, totalmente immune, sotto il profilo della validità sostanziale, dalle vicende del procedimento pubblico, e più inclini a confinare le conseguenze di tali vicende al piano della mera efficacia. Posta la soluzione di continuità che il nuovo assetto normativo indubbiamente comporta, la tesi prova ad indagare se, alla luce degli effetti che, nelle nuove norme, l’annullamento ha sul contratto – come detto, esse parlano espressamente di “inefficacia” -, alcuna tra le interpretazioni maturate in seno al precedente sistema risulti ancora valida. E, in ipotesi, quali correttivi sia opportuno apportare, de iure condendo, per superare, sotto il profilo sistematico, nodi che nemmeno nel nuovo sistema possono dirsi compiutamente sciolti.

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