Curatoli, Valentina (2011) Alcesti e Admeto dal contesto tessalo alla tragedia euripidea. [Tesi di dottorato] (Inedito)

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Tipologia del documento: Tesi di dottorato
Lingua: Italiano
Titolo: Alcesti e Admeto dal contesto tessalo alla tragedia euripidea
Autori:
AutoreEmail
Curatoli, Valentinavalentina.curatoli@gmail.com
Data: 2011
Numero di pagine: 153
Istituzione: Università degli Studi di Napoli Federico II
Dipartimento: Discipline storiche "E. Lepore"
Scuola di dottorato: Scienze storiche archeologiche e storico-artistiche
Dottorato: Storia
Ciclo di dottorato: 23
Coordinatore del Corso di dottorato:
nomeemail
Tortorelli, Marisa[non definito]
Tutor:
nomeemail
Tortorelli, Marisa[non definito]
Data: 2011
Numero di pagine: 153
Parole chiave: alcesti
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 11 - Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche > M-STO/06 - Storia delle religioni
Depositato il: 17 Dic 2011 21:32
Ultima modifica: 15 Lug 2015 01:00
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/8987

Abstract

La tesi affronta l’analisi del complesso mitico di Alcesti e Admeto, a noi noto soprattutto dalla tragedia euripidea, inquadrandolo nel contesto storico religioso dei territori in cui si sviluppa il racconto: dall’antico sito di Iolco dove è nata Alcesti, alla città di Fere su cui regna Admeto, figlio di Ferete. Nella prima parte della tesi che ha come oggetto l’esame del territorio di Iolco, probabilmente identificabile con Dimini grazie agli scavi archeologici di Adrimi-Sismani, si è fatto interagire la documentazione archeologica con i miti localizzati in questo territorio e legati al personaggio di Alcesti o al suo genos: la spedizione argonautica e il parricidio delle Peliadi. La seconda parte della tesi è dedicata al contesto storico archeologico dell’antica città di Fere e all’esame della figura mitica di Admeto, re di Fere e sposo di Alcesti. Particolare interesse è rivolto al pantheon fereo e alla glossa di Esichio in cui Ecate è definita Admetou kore, creando un legame tra la dea e Admeto e consentendo di ipotizzare l’identificazione di Ecate con Enodia, la dea tutelare delle vie di accesso al territorio di Fere, ma anche della via che separa il mondo dei vivi da quello dei morti. Il legame Ecate /Enodia/ Admeto consente l’associazione con Alcesti, l'eroina tessala che sperimenta il passaggio dal mondo dei vivi a quello dei morti e viceversa. L’episodio della schiavitù di Apollo presso il re di Fere introduce una catena di avvenimenti che evidenziano il tema dello scambio tra umano e divino. Nel dramma euripideo, l'ospitalità di Apollo è speculare all'ospitalità di Eracle; nel primo la relazione uomo dio è di tipo orizzontale tipico della theoxenia, nell’altro si riflette la regola di ospitalità che è propria del mondo aristocratico, e attraverso cui lo straniero è integrato nella comunità. L'ultima parte della tesi è dedicata all'Alcesti di Euripide. Dall’analisi del lessico euripideo emerge la nozione di charis ‘riconoscenza’ che obbliga dei e uomini a rapporti di reciprocità: si possono individuare tre forme di charis, quella che lega Admeto ad Apollo, quella che lega Admeto ad Eracle, e infine quella che lega Admeto e Alcesti. Nel caso di Admeto e Apollo la reciprocità è confermata dalla qualificazione di entrambi (un dio e un mortale) con lo stesso aggettivo – osios. La charis tra Admeto e Eracle si qualifica nell’eccedenza di dono (ospitalità nel lutto) e contro-dono (ritorno in vita di un morto). Nel caso di Admeto e Alcesti il dono di Alcesti è la sua psyché, dono che causa lo sgretolamento della psyché dello sposo. Il meccanismo dello scambio, portato alle estreme conseguenze, con Euripide entra in crisi. Quando lo scambio arriva a toccare ciò che è impossibile scambiare, si profila una doppia soluzione secondo due forme diverse di giustizia: la dike proclamata da Thanatos, da Ferete e, a tratti, dal coro, che reclama l’inalterabilità di ciò che è assegnato secondo l'ordine stabilito da Zeus, e la dike di Apollo, Alcesti, Admeto ed Eracle, antesignani di una diversa sensibilità religiosa che consente, attraverso lo scambio, di modificare ciò che è assegnato. Questi due universi contrapposti agiscono in due luoghi che, nel testo euripideo, sono paralleli: la casa di Admeto e la casa di Ade. Le due dikai antitetiche trovano una risoluzione nella gestione dell'ospitalità. Alcesti, lasciata la casa di Admeto ed entrata nella casa di Ade, grazie alla charis di Eracle lascia la casa di Ade per ritornare in quella di Admeto. Il valore della charis, messo in crisi dal dono di Alcesti, è recuperato nel finale in cui il ritorno dell'eroina è reso possibile da una rete di scambi, che trasformano l'esperienza oscura della morte in una condizione che prelude a un nuovo tipo di esistenza, in cui la morte è matrice di vita, momento dialettico dell’esistere. Con il suo dono, Alcesti non salva semplicemente la vita del sovrano, ma, mettendola in crisi, la rende migliore. Admeto e Alcesti perdono la propria psyché per poi riappropriarsene nell'ultima scena in cui il ritorno di Alcesti alla reggia di Admeto sembra seguire le due fasi più importanti della cerimonia nuziale: il contratto matrimoniale tra lo sposo e il kurios della sposa, l'uomo a cui è affidata la donna, e la celebrazione dell'unione vera e propria, che ha come momento centrale lo svelamento della sposa. La tragedia euripidea si chiude sulla scena di un matrimonio rinnovato in cui il patto d'unione tra i due sposi acquista un nuovo significato: Alcesti non è più la donna estranea che entra a far parte del genos di Admeto, ma è la moglie che attraverso l'esperienza della morte rafforza la propria appartenenza ad un oikos in cui i rapporti di consanguineità tra Admeto e i genitori hanno invece perso ogni valore.

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