Di Martino, Gaetano (2006) L’inadempimento delle obbligazioni pecuniarie tra codice civile e legislazione speciale. [Tesi di dottorato] (Unpublished)
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Item Type: | Tesi di dottorato |
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Resource language: | Italiano |
Title: | L’inadempimento delle obbligazioni pecuniarie tra codice civile e legislazione speciale |
Creators: | Creators Email Di Martino, Gaetano UNSPECIFIED |
Date: | 2006 |
Date type: | Publication |
Number of Pages: | 161 |
Institution: | Università degli Studi di Napoli Federico II |
Department: | Diritto comune patrimoniale |
Dottorato: | Diritto comune patrimoniale |
Ciclo di dottorato: | 17 |
Coordinatore del Corso di dottorato: | nome email Quadri, Enrico UNSPECIFIED |
Tutor: | nome email Sinesio, Domenico UNSPECIFIED |
Date: | 2006 |
Number of Pages: | 161 |
Keywords: | Obbligazioni, Pecuniarie, Inadempimento |
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: | Area 12 - Scienze giuridiche > IUS/01 - Diritto privato |
Date Deposited: | 30 Jul 2008 |
Last Modified: | 30 Apr 2014 19:24 |
URI: | http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/910 |
DOI: | 10.6092/UNINA/FEDOA/910 |
Collection description
La ricerca si è soffermata, all’inizio, sui profili generali dell’inadempimento delle obbligazioni pecuniarie e, dunque, sulla distinzione tra ritardo e mora, in dottrina ed in giurisprudenza; sono stati esaminati, anche sotto il profilo storico e comparatistico, la disciplina del luogo del pagamento ed il principio “dies interpellat pro homine”, con riferimento anche alle obbligazioni della Pubblica Amministrazione; analogamente, è stata oggetto di indagine la natura della responsabilità del debitore di obbligazioni pecuniarie e, quindi, il rapporto tra quest’ultima e l’impossibilità sopravvenuta, con particolare attenzione alle norme del codice civile, richiamate da parte della dottrina e della giurisprudenza a fondamento delle diverse teorie. Si è, poi, passati ad una breve distinzione, anche in tal caso con riferimenti storici e comparatistici, tra gli interessi moratori e le altre categorie di interessi; è stata analizzata, pertanto sia la funzione degli interessi che la questione in merito alla natura, compensativa o moratoria, degli interessi derivanti dai crediti di valore. Si è poi accennato (giacché il tema è stato trattato anche in altre parti del lavoro), e pur sempre nell’ambito di ricostruzione unitaria della disciplina, in ordine all’esistenza di una nuova categoria di interessi, a carattere sanzionatorio, come sembra evincersi dalla nuova normativa introdotta dal D.lgs. 231/02 e, se si vuole, dalla legge n. 108/96. L’esame, poi, si è spostato sul controverso problema del “maggior danno”. Si è avuto riguardo all’articolato e complesso percorso giurisprudenziale e dottrinale, che ha condotto al riconoscimento della risarcibilità del danno da ritardato pagamento e delle categorie creditorie. Non è mancata un’analisi del rapporto tra categorie creditorie e P.A., con particolare riferimento a quelle ipotesi in cui l’attività, volta al soddisfacimento dei bisogni di interesse generale, sia svolta da organismi di diritto pubblico o da quelle aziende e società regolate dagli artt. 113, 113-bis, 115 e 116 del Testo Unico sugli Enti locali. E’ stato dedicato, nella tesi, uno specifico punto alle problematiche suscitate dall’inadempimento dei debiti in moneta estera. L’indagine, quindi, si è spostata sul complesso rapporto tra l’autonomia privata e gli interessi moratori, con particolare attenzione alla disciplina dei contratti bancari ed al sistema dei controlli da parte dell’Ordinamento (interessi moratori, usura ed anatocismo). Alcuni riferimenti, inoltre, sono stati fatti, in ordine alla prelazione stabilita per gli interessi (art. 2788 c.c.); agli interessi nella legge fallimentare, agli interessi pagati dal fideiussore ed al fideiussore, alla prescrizione degli interessi moratori. Particolare attenzione è stata posta sulla legislazione speciale, che ha modificato profondamente la disciplina concernente gli interessi e che, in tal modo, ha creato un quadro normativo complesso e frastagliato; sono stati commentati, in particolare, l’art. 1, 2, 3, 4, 5, 6 e 7; particolare attenzione, peraltro, è stata dedicata alla direttiva europea che ha imposto agli Stati membri di provvedere all’adozione di una normativa, posta a tutela del corretto svolgimento del mercato europeo, che ha certamente carattere dissuasivo e/o punitivo. Tale disciplina, espressamente applicabile anche a certi contratti conclusi tra un imprenditore ed una pubblica amministrazione, è stata, poi, posta a confronto sia con le analoghe norme dettate in tema di subfornitura, che con le disposizioni che regolano il fenomeno dei ritardati pagamenti negli appalti di opere pubbliche. Per quanto concerne quest’ultima, sono state analizzate le diverse ipotesi in cui la Pubblica Amministrazione può, o meno, essere considerata esente da responsabilità.
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